Riceviamo dal Prof. Andrea Baravelli di Ravenna:
“Mi rivolgo ai parlamentari del mio territorio. Vorrei da loro sapere se il ministro Alfano, come viene riportato dai TG nazionali oggi, nei colloqui con il corrispettivo inglese, ha davvero richiesto alla Gran Bretagna il via libera a trasferire il bambino affetto da malattia degenerativa incurabile a Roma. Se lo ha fatto la mia domanda, che penso dovrebbe essere rilanciata attraverso lo strumento dell’interrogazione, è la seguente: lo ha fatto a titolo personale o dietro mandato del governo italiano? A cui si aggiunge un’altra domanda: per quale motivo, ammesso che tale richiesta sia stata fatta, il governo italiano dovrebbe mettere tutto il suo peso politico per perorare la richiesta avanzata dallo stato sovrano del Vaticano? Dal momento che tutto si paga a livello di relazioni internazionali, cosa il Vaticano avrebbe offerto in cambio dell’aiuto italiano? E cosa noi ci saremmo impegnati a fare in caso di disponibilità britannica? La politica estera non è più un tema da delegare, come vediamo drammaticamente in questi giorni di disgregazione europea, quindi perché lasciarla nella mani di Alfano? Che la usa evidentemente solo pro domo sua (dalla legge sullo ius soli all’affannoso tentativo di accreditarsi presso il mondo cattolico, in vista delle forche caudine dello sbarramento elettorale). Spero che qualcuno risponda ad un elettore disinnamorato ma non disattento.”
La nostra risposta:
Caro Andrea, le domande che ti poni sono esattamente quelle che dovrebbe porsi qualsiasi cittadino della Repubblica, magari disinnamorato della politica — come dici tu — ma non disattento e soprattutto consapevole delle implicazioni che il principio di laicità dello stato dovrebbe comportare anche in casi come quello su cui ci inviti a riflettere e a mobilitarci.
Ci impegnano a depositare immediatamente un’interrogazione cui dovrebbe rispondere personalmente il Presidente del Consiglio, impegnando in modo chiaro e trasparente il Governo.
Condividiamo la tua preoccupazione che un Ministro della Repubblica si faccia di fatto esecutore materiale di una decisione presa da un altro stato, in questo caso il Vaticano, e quindi dalla massima autorità, politica ed ecclesiastica, di quello stato.
Ci sembra che i principi costituzionali (lo stato e la chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani) scricchiolino rumorosamente sotto il peso di questa iniziativa molto discutibile. E vogliamo vederci chiaro, come te, come tutti i cittadini che vogliono istituzioni pubbliche laiche e rispettose della Costituzione.