Si chiude oggi il 2016. Un altro anno pieno di avvenimenti, che in questi giorni le televisioni ci stanno descrivendo con tutti i tag possibili.
È stato un anno in cui Possibile si è occupato dell’Uguaglianza, che all’inizio dell’anno avevamo candidato per la campagna elettorale del 2016 e che lo sarà anche per il 2017 (costituendo la ragione sociale del partito, come indica il simbolo). In questa chiave ci siamo occupati di immigrazione, di parità di genere, di pari diritti, di laicità, di lavoro, di partecipazione, di fisco. A quest’ultimo proposito abbiamo elaborato – con Emiliano Santoro e Davide Serafin – una precisa proposta sulla progressività fiscale, capace di restituire effettività all’articolo 53 della Costituzione, e che è stata approvata ieri dai nostri iscritti (dopo che era stata messa in discussione alcuni mesi fa). Troviamo tutto questo ripercorrendo il blog di Possibile e aprendo Agorà, il nostro spazio di discussione e partecipazione on line, o le pagine istituzionali dei nostri parlamentari e il blog del Segretario. Molti contributi e molte proposte, attraverso le quali si costruisce, tutti insieme, un programma di governo. Quello da cui partire, su cui e con cui confrontarsi, soprattutto ora che ci si avvicina (comunque) alla fase finale una legislatura che non è stata produttiva, come ormai evidente, che ha promesso molte novità, ma che ha deluso ogni speranza in proposito.
Il dibattito pubblico italiano è stato monopolizzato, nel 2016, dalla riforma costituzionale del governo Renzi. L’11 gennaio 2016, infatti, alla Camera dei deputati, si concludeva la votazione in prima deliberazione, alla quale seguiva la seconda deliberazione da parte del Senato il 20 gennaio e poi della Camera il 12 aprile. Dopo la pubblicazione del testo nella Gazzetta ufficiale (il 15 aprile) decorrevano i termini per presentare le richieste di referendum e quindi per il suo svolgimento. Questo è avvenuto nell’ultima data possibile – il 4 dicembre – dopo essere stato annunciato per ottobre, dando così luogo a una campagna referendaria lunga quasi otto mesi, essendo questa iniziata già con la raccolta delle sottoscrizioni popolari per presentare la richiesta.
Sono stati mesi densi di incontri, confronti, spiegazioni, dibattiti, divulgazione costituzionale attraverso libri e articoli, siti dedicati, app e test. Una straordinaria mobilitazione che ha coinvolto davvero tutti, vincendo le perplessità di quelli che la sanno sempre lunga e che dicevano che “della Costituzione non importa nulla a nessuno”, dimenticando (perché anche la memoria corta è una cifra dei nostri osservatori e attori politici) che già nel 2006 la questione era stata molto sentita. Si è trattato di una mobilitazione rispetto alla quale Possibile è stata da subito in prima linea, offrendo la propria collaborazione e il proprio know how al comitato costituitosi per la raccolta delle sottoscrizioni popolari e svolgendo poi un fitto tour, con decine e decine di tappe, in tutta Italia, da Aosta a Taviano, da Sciacca a Bolzano, da Udine a Crotone, toccando anche i centri spesso meno visitati nelle campagne elettorali. È stata un’occasione bellissima di partecipazione, in cui i cittadini si sono incontrati per discutere, dopo essersi potuti documentare (anche grazie al materiale che abbiamo prodotto e messo a disposizione), recuperando il senso costituzionale del partito politico, come spazio di confronto per concorrere alla determinazione della politica nazionale. Il risultato al quale Possibile ha orgogliosamente concorso è stato di grande soddisfazione, avendo portato all’ampia vittoria delle nostre ragioni, non attraverso slogan, manifesti 6 x 3 e invasione degli spazi televisivi (come fatto da altri) ma attraverso la costruzione di una scelta informata e consapevole assunta da ciascuna delle persone incontrate (o almeno da quelle che sono riuscite a sottrarsi all’invasiva e sgrammaticata propaganda che ha strumentalizzato senza vergogna qualunque cosa, compresi i bambini diabetici).
Il 2016, per altri versi certamente molto difficile o addirittura sventurato, è stato da questo punto di vista un anno bello, che con cittadini che hanno ritrovato la voglia di partecipare, dopo che le ultime consultazioni elettorali (da quelle europee a quelle regionali) avevano visto un preoccupante calo dell’affluenza alle urne (fino al caso limite dell’Emilia Romagna dove aveva votato, nell’autunno del 2014, il 37,71% degli aventi diritto).
Si tratta di un segnale di speranza e di augurio per il 2017, in cui o si rinnoveranno le Camere o ci si preparerà al loro rinnovo nel 2018.
I cittadini hanno detto chiaramente – con il referendum del 4 dicembre – che intendono poter scegliere i propri rappresentanti, deputati e senatori (evitando per questi ultimi elezioni di secondo grado o strane alchimie volte a combinare loro “indicazioni” con elezioni indirette) e speriamo che questo sia ben chiaro ai parlamentari in carica quando dovranno approvare la nuova legge elettorale. Quest’ultima, infatti, dovrà tenere in attenta considerazione il voto del 4 dicembre, con cui, bocciando la riforma costituzionale è stato bocciato, in sostanza, anche l’Italicum che solo con quella poteva funzionare. I cittadini non sono più disposti ad avere leggi elettorali che rimettano le scelte sulla rappresentanza ai vertici dei partiti politici e che creino, con premi artificiali, governi che non hanno il loro consenso. L’augurio per noi tutti è che di queste indicazioni il Parlamento e il Governo facciano tesoro muovendosi, nel 2017, diversamente da come hanno fatto negli ultimi anni.
Questo è soltanto l’augurio forse più immediato e contingente, ma l’augurio più grande rimane quello che la nostra candidata, l’Uguaglianza, che significa anche partecipazione effettiva alle scelte politiche, come dice l’articolo 3 della Costituzione, vinca la campagna elettorale del 2017.