[vc_row][vc_column][vc_column_text]La scuola è il luogo e il mezzo principale attraverso cui si assicurano e proteggono i diritti sociali e umani dell’individuo e del cittadino, il luogo dello sviluppo della persona umana, l’organo costituzionale e democratico principale della Repubblica, il fondamento della comunità civile.
Prima delle ultime elezioni politiche, abbiamo elaborato un documento programmatico per “addetti ai lavori”, ma non è solo a loro che vogliamo parlare.
C’è bisogno, infatti, che la Scuola smetta di essere percepita come “un problema degli insegnanti” ed arrivi a costituire un’urgenza nella scala di priorità di ciascuno di noi.
Per questo motivo lanciamo la campagna #allabaselascuola, un hashtag che si può declinare in molti modi: la Scuola alla base della società, alla base dei problemi e delle soluzioni, alla base del futuro, ma anche la Scuola come base da cui ripartire per fare riforme, come base per l’ascolto di studenti, insegnanti e genitori, ma soprattutto come base della costruzione dell’ eguaglianza.
Vi chiediamo di aiutarci a trovare quella chiave, a spostare il punto di vista: scrivete a scuola@possibile.com e raccontateci la vostra visione di scuola, quella che vivono i vostri figli tutti i giorni e quella che immaginate come luogo imprescindibile per la loro formazione di futuri cittadini e cittadine.
Noi siamo convinti che la Scuola non possa che essere la base di ogni politica che si definisca democratica e repubblicana. I valori fondamentali dell’uguaglianza, del rispetto delle differenze, della cultura come bene comune, della memoria, della ricerca e dell’innovazione, la formazione dei saperi, delle competenze, delle capacità critiche: garanzie della libertà del cittadino, la scuola ne rappresenta la radice.
Le riforme degli ultimi anni hanno mandato in crisi il patto educativo tra Scuola e Famiglia, insieme al senso di coesione e solidarietà sociale. La Scuola e i suoi operatori sono stati abbandonati a loro stessi nelle sfide che pure hanno sostenuto e continuano a sostenere con un sempre più scarso investimento da parte dello Stato. Insieme a studenti e genitori, essi sono invece il perno democratico più importante per il radicamento della cultura del rispetto e per la crescita della coscienza civile: non solo a garanzia del diritto allo studio e all’istruzione, ma anche per la tenuta delle istituzioni democratiche e dei suoi valori sostanziali.
La scuola ha bisogno di risorse, ha bisogno di persone, ha bisogno di cura, di rispetto, di interesse, non di riforme, editti piovuti dall’alto, confusi e respingenti.
La scuola ha bisogno di un minor numero di alunni per classe, ha bisogno di chiarezza, di concretezza, di una innovazione reale, di tempo scuola, di sicurezza, di strumenti, di spazi fisici e virtuali. Ha bisogno di un dibattito didattico e culturale serio, fatto meno di slogan e retorica e più di attenzione alle situazioni reali, ai problemi che chi vive la scuola (studenti, insegnanti, dirigenti, genitori, personale ATA) sperimenta quotidianamente, spesso nell’indifferenza generale, salvo la ribalta mediatica di tristi fatti di cronaca.
Senza la scuola e il contributo, per essa e in essa, di tutti e di tutte, la società non sarà in grado di fronteggiare le profonde trasformazioni che l’Italia, l’Europa, il mondo intero stanno vivendo in modo sempre più veloce e sfuggente, trasformazioni piene di promesse ma anche di drammatici pericoli. Saperi, competenze, maturazione dell’individuo e della società costituiscono un insieme unitario, che può crescere solo con la presenza di una comunità educativa e scolastica consapevole di se’, rispettata, amata e curata.
La “nostra scuola”, il nostro progetto, è in realtà la “scuola di tutti e di tutte“, aperta a chiunque voglia collaborare. La comunità di Possibile è pronta al sostegno, all’informazione, all’ascolto: il primo passo per ricostruire una visione comune, condivisa, competente, autenticamente inclusiva e democratica, semplice ma non semplificata.
Pubblicheremo le storie più significative, quelle che ci consentono di sgretolare i luoghi comuni (che si autoalimentano in un dibattito pubblico sempre più distorto), di fare informazione e di mantenere vivo il dialogo.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]