Condividiamo l’allarme di Angelo Bonelli e di Europa Verde-Verdi e dei Verdi Europei espresso in questo appello. Abbiamo visto come i membri del governo e della maggioranza guardino con fastidio a chi pone la questione dell’emergenza climatica. Più di fastidio, anzi: le reazioni della destra che ci governa quando si tratta di clima vanno dal negazionismo alla criminalizzazione, passando per tutte le tesi anti scientifiche e pericolose che sentiamo ripetere e venire smentite da anni.
Questo significa che stiamo perdendo altro tempo, continuando con le scelte sbagliate di una politica fossile o cambiando troppo poco e troppo lentamente. E invece a eventi di forza maggiore deve corrispondere una forza politica che vada oltre ciò che si è visto finora, che chiaramente non è abbastanza per la grandezza della sfida.
Quando torneremo alle urne per scegliere il nuovo Parlamento europeo, nel 2024, mancheranno solo sei anni prima della data fatidica del 2030, anno cruciale lungo la strada della decarbonizzazione. Perché mai votare i negazionisti climatici e i sovranisti? Perché votare quelli che di clima non si occupano se non in termini astratti? Perché scegliere l’eterno compromesso che sta condannando il Paese e anche il pianeta? Possiamo ancora farcela, ma serve uno sforzo straordinario per rimettere in sesto il mondo intero, e non possiamo farlo da soli. Non può farlo una persona per sé stessa, né un paese solo per sé stesso. Né una nazione, o un’organizzazione sovranazionale. Servono parole chiare e azioni altrettanto chiare. E insieme all’Europa serve riprendere un modello di relazioni internazionali multilaterale, ove le potenze mondiali smettano di farsi la guerra per le fonti fossili e condividano insieme l’obiettivo della salvezza del pianeta così come lo conosciamo.
E non si tratta solo di clima. Il cambiamento climatico ha esacerbato le ingiustizie sistemiche, quelle sociali e economiche. Le ragioni della crisi climatica e la mancanza di volontà di agire del governo negazionista sono le stesse che sono alla base delle disuguaglianze sociali, del lavoro povero, delle discriminazioni di genere. Non è una questione elitaria, è popolare. È una questione di libertà di tutte e tutti noi. Libertà che viene meno con l’avanzare del collasso climatico. Il clima è lavoro, è soldi. Non possono essere i ceti meno abbienti, ma anche quelli medi, a pagare tutte le conseguenze. Non solo il clima, ma l’immobilità e l’irresponsabilità sono una minaccia per la nostra sicurezza, le nostre case, i nostri quartieri e la nostra economia. È tutto parte dello stesso problema. La soluzione è il rilancio per il futuro.
Noi ci siamo, con il nostro impegno passato e presente, con la nostra comunità e il lavoro fatto sin qui, per rilanciare il futuro.
Leggi l’appello di Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa Verde-Verdi e deputato AVS