All’odio rispondiamo con l’Orgoglio

È sempre più un quadro allarmante quello che ci si prospetta in occasione del 17 maggio di fronte alla pubblicazione della Rainbow Map di ILGA-Europe. L’Italia scivola ancora più in basso rispetto al 2023 acquisendo un misero 25%.

È sem­pre più un qua­dro allar­man­te quel­lo che ci si pro­spet­ta in occa­sio­ne del 17 mag­gio di fron­te alla pub­bli­ca­zio­ne del­la Rain­bow Map di ILGA-Euro­pe. L’Italia sci­vo­la anco­ra più in bas­so rispet­to al 2023 acqui­sen­do un mise­ro 25%. Un dato che risuo­na come gri­do di tut­tɜ noi per­so­ne LGBTQIA+ che ogni gior­no ci tro­via­mo ad affron­ta­re l’odio e la pau­ra. La LGB­T­QIA­fo­bia è una que­stio­ne siste­mi­ca e, sem­pre più, anche istituzionale.

La dife­sa dei dirit­ti uma­ni non è una prio­ri­tà dell’agenda poli­ti­ca men­tre l’odio, pur­trop­po, è al cen­tro del­le cro­na­che e dell’attualità. È un odio che si mani­fe­sta in modi diver­si e altret­tan­to sub­do­li: dal rifiu­to del­la fami­glia ai feno­me­ni di mar­gi­na­liz­za­zio­ne, dal­le vio­len­ze fisi­che e ver­ba­li fino alle restri­zio­ni dei dirit­ti fon­da­men­ta­li e, a vol­te, fino alla morte.

Sì, per­ché dob­bia­mo anco­ra riba­dir­lo, di omo­le­sbo­bi­tran­sfo­bia si muore.

Tut­ta­via, di fron­te a tut­to que­sto, la comu­ni­tà LGBTQIA+ dimo­stra resi­lien­za, dan­do pro­va di corag­gio e orgo­glio, due paro­le fon­da­men­ta­li nel­la nostra sto­ria, dai moti di Comp­to­n’s Cafe­te­ria e Sto­newall in poi.

Esi­sten­za e Resi­sten­za. Visi­bi­li­tà e Orgo­glio. Corag­gio e Lotta.

È cru­cia­le ricor­dia­mo che vivia­mo sapen­do che le nostre vite sono poli­ti­che e che la nostra diver­si­tà è, in real­tà, uni­ci­tà e forza.

Per que­sto in que­sto 17 mag­gio come Pos­si­bi­le e Pos­si­bi­le LGBTI+ abbia­mo deci­so che il nostro slo­gan sareb­be sta­to: “all’odio rispon­dia­mo con l’Orgoglio”. In que­sta gior­na­ta, nel Pri­de Month, ogni gior­no dell’anno, dob­bia­mo ricor­da­re che quel­lo che sia­mo è il nostro teso­ro più grande. 

Dovreb­be esse­re un gior­no di festa, per cele­bra­re quan­do, nel lontano1990, l’Or­ga­niz­za­zio­ne Mon­dia­le del­la Sani­tà ha can­cel­la­to l’o­mo­ses­sua­li­tà dal­la lista del­le malat­tie men­ta­li, rico­no­scen­do­la come una varian­te natu­ra­le del com­por­ta­men­to ses­sua­le uma­no, e, inve­ce, ci tro­via­mo di fron­te un per­cor­so anco­ra lun­ghis­si­mo, fat­to di ste­reo­ti­pi, pre­giu­di­zi, vio­len­za e un odio sem­pre rin­no­va­to ver­so le nostre esistenze.

Un odio che è anche poli­ti­co e isti­tu­zio­na­le, fat­to di una poli­ti­ca e di par­ti­ti che sul­la nostra pel­le costrui­sco­no cam­pa­gne elet­to­ra­li e, pur­trop­po, anche governi.

Di fron­te a tut­to que­sto, non ci resta che l’Orgoglio. Per que­sto, come dal­la nostra fon­da­zio­ne, ade­ria­mo a tut­ti i Pri­de e ci unia­mo ai Pri­de in tut­ta Ita­lia, poi­ché sia­mo par­te inte­gran­te di que­sta comu­ni­tà e come par­ti­to sia­mo al suo servizio.

La marea che inva­de l’Italia negli ulti­mi anni dell’Onda Pri­de testi­mo­nia che non sia­mo più solɜ, che la nostra lot­ta non è più una voce iso­la­ta ma un gri­do capa­ce di rac­co­glie­re sup­por­to e soste­gno. I dirit­ti del­le per­so­ne LGBTQIA+ sono dirit­ti uma­ni e sono dirit­ti di tut­tɜ, riven­di­car­li, anche da allea­tɜ, vuol dire bat­ter­si per il pro­gres­so di tut­ta la società

Per que­sto è uti­le chiu­de­re con le paro­le di Katrin Hugen­du­bel, Advo­ca­cy Direc­tor di ILGA-Euro­pe, in occa­sio­ne del­la pre­sen­ta­zio­ne del­la Rain­bow Map 2024, affin­ché sia­no di moni­to rispet­to alle sfi­de che ci atten­do­no, e ver­so cui non pos­sia­mo dar­ci per persɜ:

“In tut­ta Euro­pa, le per­so­ne LGBTI sono pre­se di mira dai discor­si di odio e dal­la vio­len­za e i loro dirit­ti uma­ni sono atti­va­men­te com­pro­mes­si; eppu­re, vedia­mo anco­ra trop­pi pae­si in tut­ta la regio­ne in stal­lo nel por­ta­re avan­ti la pro­te­zio­ne giu­ri­di­ca e non rin­no­va­re i loro impe­gni attra­ver­so stra­te­gie e pia­ni d’a­zio­ne nazio­na­li. Que­sta non-azio­ne è peri­co­lo­sa, in quan­to sen­za una legi­sla­zio­ne ade­gua­ta per pro­teg­ge­re le mino­ran­ze, com­pre­se le per­so­ne LGBTI, sarà trop­po faci­le per i gover­ni neoe­let­ti mina­re rapi­da­men­te i dirit­ti uma­ni e la demo­cra­zia”.

AIUTACI a scrivere altri articoli come quello che hai appena letto con una donazione e con il 2x1000 nella dichiarazione dei redditi aggiungendo il codice S36 nell'apposito riquadro dedicato ai partiti politici.

Se ancora non la ricevi, puoi registrarti alla nostra newsletter.
Partecipa anche tu!

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Congresso 2024: regolamento congressuale

Il con­gres­so 2024 di Pos­si­bi­le si apre oggi 5 apri­le: dif­fon­dia­mo in alle­ga­to il rego­la­men­to con­gres­sua­le ela­bo­ra­to dal Comi­ta­to Organizzativo.

Il salario. Minimo, indispensabile. Una proposta di legge possibile.

Già nel 2018 Pos­si­bi­le ha pre­sen­ta­to una pro­po­sta di leg­ge sul sala­rio mini­mo. In quel­la pro­po­sta, l’introduzione di un sala­rio mini­mo lega­le, che rico­no­sces­se ai mini­mi tabel­la­ri un valo­re lega­le erga omnes quan­do que­sti fos­se­ro al di sopra del­la soglia sta­bi­li­ta, for­ni­va una inno­va­ti­va inter­pre­ta­zio­ne del­lo stru­men­to, sino a quel tem­po bloc­ca­to dal timo­re di ero­de­re pote­re con­trat­tua­le ai sin­da­ca­ti. Il testo del 2018 è sta­to riscrit­to e miglio­ra­to in alcu­ni dispo­si­ti­vi ed è pron­to per diven­ta­re una pro­po­sta di leg­ge di ini­zia­ti­va popolare.

500.000 firme per la cannabis: la politica si è piantata? Noi siamo per piantarla e mobilitarci.

500.000 fir­me per toglie­re risor­se e giro d’affari alle mafie, per garan­ti­re la qua­li­tà e la sicu­rez­za di cosa vie­ne ven­du­to e con­su­ma­to, per met­te­re la paro­la fine a una cri­mi­na­liz­za­zio­ne e a un proi­bi­zio­ni­smo che non han­no por­ta­to a nes­sun risul­ta­to. La can­na­bis non è una que­stio­ne secon­da­ria o risi­bi­le, ma un tema serio che riguar­da milio­ni di italiani.

Possibile per il Referendum sulla Cannabis

La can­na­bis riguar­da 5 milio­ni di con­su­ma­to­ri, secon­do alcu­ni addi­rit­tu­ra 6, mol­ti dei qua­li sono con­su­ma­to­ri di lun­go cor­so che ne fan­no un uso mol­to con­sa­pe­vo­le, non peri­co­lo­so per la società.
Pre­pa­ra­te lo SPID! Sarà una cam­pa­gna bre­vis­si­ma, dif­fi­ci­le, per cui ser­vi­rà tut­to il vostro aiu­to. Ma si può fare. Ed è giu­sto provarci.

Corridoi umanitari per chi fugge dall’Afghanistan, senza perdere tempo o fare propaganda

La prio­ri­tà deve esse­re met­te­re al sicu­ro le per­so­ne e non può esse­re mes­sa in discus­sio­ne da rim­pal­li tra pae­si euro­pei. Il dirit­to d’asilo è un dirit­to che in nes­sun caso può esse­re sot­to­po­sto a “vin­co­li quan­ti­ta­ti­vi”. Ser­vo­no cor­ri­doi uma­ni­ta­ri, e cioè vie d’accesso sicu­re, lega­li, tra­spa­ren­ti attra­ver­so cui eva­cua­re più per­so­ne possibili. 

Possibile sostiene Coopla Green. Fallo anche tu.

Pri­ma l’a­zien­da si chia­ma­va Man­fre­pla­st e pro­du­ce­va sto­vi­glie in pla­sti­ca monou­so. Ope­ra­ie e ope­rai licen­zia­ti voglio­no ricon­ver­ti­re l’azienda nel­la pro­du­zio­ne di posa­te com­po­sta­bi­li uti­liz­zan­do solo ener­gie rinnovabili.

Han­no biso­gno del soste­gno di tut­te e tut­ti noi. Noi abbia­mo fat­to la nostra par­te, ma chie­dia­mo anche a te di fare un pic­co­lo sforzo.