Gli esperti di comunicazione televisiva e pubblicitaria sanno bene che un acquisto compulsivo nasce dall’esigenza impellente agitata per bene a pochi metri dal bancone espositivo. Non ci dovrebbe interessare occupandoci di politica e ancor di più trattando di un referendum che ha come oggetto una revisione costituzionale ma in un’epoca di turbo promesse e bullismo lessicale anche la campagna referendaria è finita in una china commerciale. Niente di nuovo, sotto al sole.
Con il nostro Tour Ricostituente abbiamo attraversato il Paese in tutte le direzioni, abbiamo volantinato sotto qualsiasi condizione meteo, abbiamo pazientemente svitato le bugie della propaganda, abbiamo studiato, abbiamo preparato la cassetta degli attrezzi per chi vuole approfondire, siamo scesi nei dettagli delle leggi e delle funzioni, abbiamo resistito agli insulti e ancora oggi siamo con il baule pieno e la valigia chiusa per questi ultimi due giorni di campagna.
Due giorni per chi fa politica tutti i giorni praticandola sono due giorni. Semplicemente. Gli ultimi due giorni per chi si è prostituito alla politica degli spot invece sono il momento cruciale per provocare il voto compulso. La voce della propaganda nelle prossime ore si farà sempre più fragorosa e becera, in linea con la spinta di chi irresponsabilmente tratta questo referendum come uno squallido all-in sul tavolo di poker.
Resistiamo lucidi e vigili. Moltiplichiamo le energie e non lasciamo impunita nessuna bugia tossica: nel web, al bancone del bar, tra le scrivanie dell’ufficio o sul tram che ci porta a casa ogni persona a cui offriamo risposte è un voto consapevole e ogni persona consapevole vota no a questo pasticcio di revisione costituzionale. Oltre a contarci così cominciamo a contare. Buoni ultimi due giorni di campagna a noi. Tutti.