Si può continuare a dirsi che non ci sono alternative, traccheggiare, prendere tempo, banalizzare, mettere ogni cosa – non solo la polvere – sotto il tappeto, oppure affrontare la realtà.
Così scriveva Giuseppe Civati. Ecco le alternative. Chi fa politica sa bene che prima di prendere una decisione si devono valutare le alternative sul tavolo. In questi anni, sul fronte delle questioni ambientali e in modo particolare nell’ambito delle infrastrutture e delle trasformazioni territoriali, la logica delle alternative non ha mai avuto spazio o vita facile. Questo perché le alternative non portano avanti gli interessi “di parte” ma hanno l’ambizione di guardare agli interessi “di tutti”. Eppure è proprio dalle alternative che si dovrebbe ripartire per quella “nuova normalità” di cui tutti — economicamente, climaticamente e socialmente — abbiamo bisogno. Le alternative ci sono, sono credibili, sono economicamente vantaggiose e hanno uno sguardo verso il futuro che è profondamente diverso rispetto alla logica e i meccanismi che ci hanno condotto a vivere la crisi socio climatica ambientale che stiamo vivendo. C’erano alternative anche negli anni scorsi, eppure abbiamo, imperterriti, deciso di non prenderle in considerazione. Presenzano, così come la zona di Cremona – Mantova, giusto per fare due esempi attuali, sono due territori particolari: sono interessati da progetti decisamente impattanti dal punto di vista economico, ambientale, sociale e anche sanitario notevoli. Il primo è una grande concentrato di centrali per la produzione di energia elettrica interessato dal raddoppio di una centrale a metano, mentre la situazione generale dovrebbe imporre delle scelte diverse anzi alternative. Qui c’è un territorio dove lo sviluppo economico potrebbe avere delle alternative, come il rilancio dell’agricoltura e dell’allevamento in una zona che prevede filiere economiche interessanti e di qualità. Ecco che qui le alternative ci sono, e sono supportate dal territorio e dalle popolazioni interessate, che di solito invece non vengono quasi mai ascoltate riguardo alle politiche di trasformazione territoriale. Ieri c’è stato un presidio a Presenzano, proprio perché esistono delle alternative e, guarda caso, sono anche alternative sostenibili. E oggi è il momento di guardare alle alternative, perché lì sta la soluzione per uscire dalle scelte monodirezionali che sono state prese nel corso degli ultimi decenni. Hanno predisposto anche una petizione che vi invitiamo a sottoscrivere e sostenere: la trovate qui.
Mentre Cremona e Mantova sono interessate da un progetto che prevedere la costruzione di una nuova autostrada che comporterebbe, oltre a un consumo di suolo impressionante, anche la chiusura di 230 aziende agricole. Ma anche qui il territorio ha studiato e si è mosso insieme per trovare delle alternative decisamente meno impattanti da un punto di vista ambientale, ma anche economico. Quella più sensata e sostenibile è la riqualificazione di una strada provinciale, la SS10. Ecco, le alternative ci sono: diffidiamo da chi continua a sostenere che non ci sono alternative e che l’unica scelta da fare è la stessa che ha segnato questi nostri tempi. E la cosa interessante è che le alternative sono l’arma più formidabile che abbiamo per evitare di commettere gli stessi errori. “Alternative” e il “buon senso” e anche quel vecchio suggerimento del Codice Civile circa “la diligenza del buon padre di famiglia”. Tre ingredienti fondamentali per costruire oggi, un futuro amico.