Ambientalisti non ci si improvvisa

Che la crisi climatica sia questione centrale e urgente lo ripetiamo ogni giorno e non può che essere accolta con favore la prospettiva di un Ministero per la Transizione Ecologica come già istituito in altri Paesi. Ci auguriamo che, oltre l’evidente mossa tattica per mantenere gli equilibri di maggioranza, ci sia la reale volontà di affrontare la questione

Che la cri­si cli­ma­ti­ca sia que­stio­ne cen­tra­le e urgen­te lo ripe­tia­mo ogni gior­no e non può che esse­re accol­ta con favo­re la pro­spet­ti­va di un Mini­ste­ro per la Tran­si­zio­ne Eco­lo­gi­ca come già isti­tui­to in altri Paesi.

Ci augu­ria­mo che, oltre l’evidente mos­sa tat­ti­ca per man­te­ne­re gli equi­li­bri di mag­gio­ran­za, ci sia la rea­le volon­tà di affron­ta­re la que­stio­ne con la serie­tà e la deter­mi­na­zio­ne che ser­ve è che sia affi­da­to effet­ti­va­men­te a una per­so­na­li­tà di “alto pro­fi­lo”, come da indi­ca­zio­ni del Pre­si­den­te Mattarella.

Ma se a tut­ti è chia­ro quan­to il tema ambien­ta­le sia deter­mi­nan­te, non solo in pro­spet­ti­va futu­ra, ma ormai anche nel pre­sen­te, è altret­tan­to evi­den­te che ambien­ta­li­sti non ci si improv­vi­sa. Non fa ecce­zio­ne nean­che Mario Draghi.

È infat­ti signi­fi­ca­ti­va quan­to gra­ve l’esclusione del­le asso­cia­zio­ni ani­ma­li­ste dal tavo­lo del­le asso­cia­zio­ni ambien­ta­li­ste. Come se i due aspet­ti fos­se­ro sepa­ra­ti, come se anco­ra non si fos­se capi­to che le que­stio­ni sono stret­ta­men­te con­nes­se e che non si può par­la­re di tran­si­zio­ne eco-logi­ca se l’intero eco-siste­ma non vie­ne con­si­de­ra­to nel­la sua complessità.

Il Covid-19 qual­co­sa ci avreb­be dovu­to inse­gna­re, ma pur­trop­po sem­bra di no. Nean­che in que­sto, a quan­to pare, sia­mo usci­ti migliori.

Eppu­re le gra­vi con­se­guen­ze del­le zoo­no­si, degli alle­va­men­ti inten­si­vi, del­la cat­ti­vi­tà degli ani­ma­li sono dram­ma­ti­ca­men­te sot­to i nostri occhi ogni giorno.

E come ben dice Gian­lu­ca Feli­cet­ti, pre­si­den­te Lav, se il model­lo del Mini­ste­ro del­la Tran­si­zio­ne Eco­lo­gi­ca è quel­lo Fran­ce­se e Spa­gno­lo, allo­ra, oltre ai tito­li dei dica­ste­ri, van­no assun­ti anche gli atti, come quel­li dispo­sti da Bar­ba­ra Pom­pi­li, mini­stre de la Tran­si­tion éco­lo­gi­que, che ha recen­te­men­te impo­sto il divie­to degli ani­ma­li sel­va­ti­ci nei cir­chi, o l’istituzione del­la Direc­ción Gene­ral de Dere­chos de los Ani­ma­les isti­tui­to dal gover­no spagnolo.

Altri­men­ti è l’ennesima pen­nel­la­ta ver­de di fac­cia­ta, ben poco nuo­va e ben poco lungimirante.

In tut­to que­sto, ovvia­men­te, i pri­mi ad aver esul­ta­to sono sta­ti i cac­cia­to­ri e le lob­bies di inte­res­si alle loro spalle.

La tran­si­zio­ne per que­sto gene­re di affa­ri e i baci­ni di voti con­se­guen­ti, non arri­va mai.

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