Ambiente: Possibile non solo di venerdì, ma tutta la settimana

“Ci unia­mo con gran­de con­vin­zio­ne alla chia­ma­ta alla mobi­li­ta­zio­ne che por­te­rà allo scio­pe­ro glo­ba­le del 15 mar­zo Glo­bal Stri­ke For Futu­re. In tan­te cit­tà d’Italia, insie­me a tan­te e tan­ti, con tota­le aper­tu­ra e spi­ri­to di col­la­bo­ra­zio­ne, sia­mo da set­ti­ma­ne al fian­co dei comi­ta­ti spon­ta­nei sor­ti su ispi­ra­zio­ne di Gre­ta Thun­berg, la gio­va­ne atti­vi­sta che sta scuo­ten­do il mon­do con le sue ini­zia­ti­ve. I pros­si­mi mesi saran­no cru­cia­li per la defi­ni­zio­ne un pro­gram­ma con prio­ri­tà eco­lo­gi­ste ben defi­ni­te, da por­ta­re in Euro­pa e da pre­ten­de­re di ripor­ta­re nel dibat­ti­to nazio­na­le, dove ‘la stel­la dell’ambiente’ è sta­ta del tut­to svi­li­ta e sven­du­ta, in un gover­no in cui il ver­de del­la Lega non ha asso­lu­ta­men­te nul­la di eco­lo­gi­sta”. Lo dichia­ra­no la segre­ta­ria di Pos­si­bi­le, Bea­tri­ce Bri­gno­ne, e Anna­li­sa Cor­ra­do, eco­lo­gi­sta, del comi­ta­to scien­ti­fi­co di Possibile.

“L’emer­gen­za cli­ma­ti­ca  — aggiun­go­no Bri­gno­ne e Cor­ra­do —  è sta­ta da sem­pre al cen­tro del nostro impe­gno, e con la cam­pa­gna #Pri­ma­Del­Di­lu­vio sono tan­te le azio­ni e le ini­zia­ti­ve che stia­mo costruen­do e atti­van­do sui ter­ri­to­ri. Non pos­sia­mo che met­ter­ci a dispo­si­zio­ne di una ini­zia­ti­va così impor­tan­te e tra­sci­nan­te come quel­la dei #Fri­day­sFor­Fu­tu­re. Da set­ti­ma­ne ripe­tia­mo, insie­me all’IPCC, agli scien­zia­ti e alla gio­va­ne Gre­ta, che abbia­mo solo una man­cia­ta di anni a dispo­si­zio­ne per inver­ti­re la rot­ta e non pos­sia­mo con­sen­ti­re che l’emergenza cli­ma­ti­ca ven­ga anco­ra mes­sa da par­te. Lo ripe­te­re­mo con una pro­po­sta ogni gior­no: la bat­ta­glia per il cli­ma è impre­scin­di­bi­le e biso­gna svi­lup­pa­re poli­ti­che serie, radi­ca­li e indif­fe­ri­bi­li in que­sta direzione”.

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Già nel 2018 Pos­si­bi­le ha pre­sen­ta­to una pro­po­sta di leg­ge sul sala­rio mini­mo. In quel­la pro­po­sta, l’introduzione di un sala­rio mini­mo lega­le, che rico­no­sces­se ai mini­mi tabel­la­ri un valo­re lega­le erga omnes quan­do que­sti fos­se­ro al di sopra del­la soglia sta­bi­li­ta, for­ni­va una inno­va­ti­va inter­pre­ta­zio­ne del­lo stru­men­to, sino a quel tem­po bloc­ca­to dal timo­re di ero­de­re pote­re con­trat­tua­le ai sin­da­ca­ti. Il testo del 2018 è sta­to riscrit­to e miglio­ra­to in alcu­ni dispo­si­ti­vi ed è pron­to per diven­ta­re una pro­po­sta di leg­ge di ini­zia­ti­va popolare.

500.000 firme per la cannabis: la politica si è piantata? Noi siamo per piantarla e mobilitarci.

500.000 fir­me per toglie­re risor­se e giro d’affari alle mafie, per garan­ti­re la qua­li­tà e la sicu­rez­za di cosa vie­ne ven­du­to e con­su­ma­to, per met­te­re la paro­la fine a una cri­mi­na­liz­za­zio­ne e a un proi­bi­zio­ni­smo che non han­no por­ta­to a nes­sun risul­ta­to. La can­na­bis non è una que­stio­ne secon­da­ria o risi­bi­le, ma un tema serio che riguar­da milio­ni di italiani.

Possibile per il Referendum sulla Cannabis

La can­na­bis riguar­da 5 milio­ni di con­su­ma­to­ri, secon­do alcu­ni addi­rit­tu­ra 6, mol­ti dei qua­li sono con­su­ma­to­ri di lun­go cor­so che ne fan­no un uso mol­to con­sa­pe­vo­le, non peri­co­lo­so per la società.
Pre­pa­ra­te lo SPID! Sarà una cam­pa­gna bre­vis­si­ma, dif­fi­ci­le, per cui ser­vi­rà tut­to il vostro aiu­to. Ma si può fare. Ed è giu­sto provarci.

Corridoi umanitari per chi fugge dall’Afghanistan, senza perdere tempo o fare propaganda

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Il gover­no Melo­ni ha scel­to di ridur­re le spe­se per uni­ver­si­tà e ricer­ca, andan­do in con­tro­ten­den­za rispet­to alle poli­ti­che euro­pee, men­tre il costo del per­so­na­le e l’inflazione con­ti­nua­no a cre­sce­re, aggra­van­do le dif­fi­col­tà eco­no­mi­che degli ate­nei. Inol­tre, il nuo­vo sche­ma di distri­bu­zio­ne del FFO pre­mie­rà le uni­ver­si­tà in base ai risul­ta­ti del­la ricer­ca, ridu­cen­do le risor­se “pere­qua­ti­ve” desti­na­te a bilan­cia­re le disu­gua­glian­ze tra ate­nei, aumen­tan­do ulte­rior­men­te il diva­rio tra le università.