[vc_row][vc_column][vc_column_text]Ieri siamo stati in piazza, a Como, per manifestare la nostra solidarietà a «Como senza frontiere», vittima di un’incursione nazifascista a opera di nazifascisti, e per ribadire che non solo bisogna opporsi con fermezza a qualsiasi tipo di fascismo, ma che non bisogna neppure tollerarlo: «dovremmo rivendicare, nel nome della tolleranza, il diritto a non tollerare gli intolleranti», diceva il filosofo, e dobbiamo rivendicarlo, questo diritto, per evitare di essere (nuovamente) travolti. Il fascismo non è un’idea, il fascismo non può e non deve avere agibilità politica: ai fascisti abbiamo già concesso troppo, legittimando azioni e politiche che violano i più fondamentali diritti umani.
E sì, sto esattamente facendo riferimento ai respingimenti di rifugiati verso la Libia, agli accordi con la Guardia costiera libica — che spesso non si riesce a distinguere da milizie e trafficanti, alla vergognosa campagna di discredito delle Ong che operano nel Mediterraneo centrale. A affermazioni che non avremmo mai voluto sentire da parte di componenti della maggioranza di governo. Ultimo, questa mattina, Matteo Renzi: la sinistra è quella «che blocca gli sbarchi ma lavora sulla cooperazione internazionale», a conferma dell’adagio secondo il quale tutto ciò che viene detto prima di «ma» è una stronzata.
Queste cose le ha dette benissimo ieri Annamaria Francescato, portavoce di Como senza frontiere, suscitando brusii in platea e la piccata risposta del segretario regionale del PD, Alessandro Alfieri, che ha replicato dicendosi orgoglioso del fatto che l’Italia non si sia sottratta ai soccorsi, in questi anni.
Dobbiamo fare come Annamaria. Non dobbiamo concedere un millimetro ai fascisti e ai fascismi, non dobbiamo neppure permettere che, sulla base di scelte governative, questi possano costruire un’impalcatura culturale che legittimi le loro stesse idee: la presupposta invasione, la necessità dei respingimenti, i diritti umani come optional. Fino ai piani mondialisti (cfr. piano Kalergi) di sostituzione etnica. E’ dietro a questo vocabolario che si celano i nuovi fascismi e i nuovi nazionalismi che dobbiamo combattere parola per parola, e riaffermando — come voleva Sandro Pertini, citato ieri — quell’amore di Patria «che non conosce le follie imperialistiche e le aberrazioni nazionalistiche, quell’amore di Patria che ispira la solidarietà per le Patrie altrui».
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