Fermiamo il “ddl sicurezza” e le politiche liberticide del governo Meloni

Il ddl sicurezza ovviamente non c’entra niente con la sicurezza, questo dovrebbe capire anche chi ha la fissa della sicurezza e si fa prendere dalla propaganda del governo, è tutto teso a garantire che non si disturbi il manovratore, a cancellare strumenti di protesta e di lotta. Strumenti che, non dimentichiamolo, sono garantiti dalla nostra costituzione antifascista. 

Arri­vo a que­sta assem­blea da Tori­no, dove ieri ci sia­mo sve­glia­ti con la noti­zia di una bom­ba car­ta esplo­sa davan­ti al Cir­co­lo Arci Ban­fo, in Bar­rie­ra Mila­no, un quar­tie­re in cui rego­lar­men­te dob­bia­mo vede­re mani­fe­sti e ron­de fasci­ste, con tan­to di cro­ci cel­ti­che e slo­gan disgustosi. 

Per cui è vera­men­te inde­scri­vi­bi­le la rab­bia che pro­via­mo tut­te e tut­ti quan­do il gover­no vie­ne a dir­ci che il pro­ble­ma sicu­rez­za in que­sto pae­se sono le per­so­ne che mani­fe­sta­no (per il cli­ma, per la Pale­sti­na, per i sala­ri), che scio­pe­ra­no, i migran­ti ingiu­sta­men­te reclu­si che resi­sto­no alla vio­len­za di Sta­to, i dete­nu­ti che chie­do­no con­di­zio­ni digni­to­se, le per­so­ne che non stan­no zit­te, le per­so­ne raz­zia­liz­za­te, le “zec­che ros­se”, come dice il mini­stro Salvini. 

Ci dico­no che il pro­ble­ma sicu­rez­za di que­sto pae­se si risol­ve con nor­me come quel­le che abbia­mo cita­to oggi, per­ché non c’è solo il decre­to sicu­rez­za, ma tut­ta la costel­la­zio­ne di leg­gi gra­vis­si­me, e se non ci fos­se, o non ci sarà, il ddl sicu­rez­za, cer­che­ran­no altre vie per lo stes­so obbiet­ti­vo. Ci dico­no che non ser­vo­no codi­ci iden­ti­fi­ca­ti­vi per le for­ze del­l’or­di­ne, che ci vuo­le più for­za, più mano libe­ra. Che biso­gna abo­li­re il rea­to di tortura. 

E inve­ce il ddl sicu­rez­za ovvia­men­te non c’entra nien­te con la sicu­rez­za, que­sto dovreb­be capi­re anche chi ha la fis­sa del­la sicu­rez­za e si fa pren­de­re dal­la pro­pa­gan­da del gover­no, è tut­to teso a garan­ti­re che non si distur­bi il mano­vra­to­re, a can­cel­la­re stru­men­ti di pro­te­sta e di lot­ta. Stru­men­ti che, non dimen­ti­chia­mo­lo, sono garan­ti­ti dal­la nostra costi­tu­zio­ne antifascista. 

La mobi­li­ta­zio­ne e le azio­ni che stan­no uscen­do da que­sta assem­blea devo­no vede­re la par­te­ci­pa­zio­ne e il sup­por­to di ognu­no di noi e del­le orga­niz­za­zio­ni che rap­pre­sen­tia­mo. Le orga­niz­za­zio­ni par­ti­ti­che devo­no rac­co­glie­re la respon­sa­bi­li­tà che han­no. Chi mili­ta in un par­ti­to, alcu­ni e alcu­ne di voi qui le cono­sco, quin­di so che ci sia­mo e che lo fare­mo, cono­sce la sfi­du­cia che si incon­tra a vol­te, e con­giun­tu­re come que­sta sono l’occasione per dire e dimo­stra­re che i par­ti­ti e la mili­tan­za sono e devo­no esse­re uno stru­men­to di demo­cra­zia, di rea­le rap­pre­sen­tan­za del­le per­so­ne e del­le lot­te. Da par­te nostra, ci impe­gnia­mo nel­la mobi­li­ta­zio­ne in ogni livel­lo in cui pos­sia­mo agi­re: nel­le piaz­ze, nel­le isti­tu­zio­ni. Stia­mo già lavo­ran­do a por­ta­re nei con­si­gli le mozio­ni con­tro il ddl e le poli­ti­che repres­si­ve e sen­tia­mo anche noi l’urgenza che è sta­ta espres­sa qui per il ruo­lo che devo­no ave­re i sin­da­ci del­le città.

Si è par­la­to di comu­ni­ca­zio­ne e anche noi cre­dia­mo che sia impor­tan­te anche que­sto aspet­to del­la mobi­li­ta­zio­ne, per allar­ga­re la rete e per por­ta­re sem­pre più per­so­ne in piaz­za e anche per rag­giun­ge­re chi in piaz­za non vie­ne e la sen­te sem­pre solo rac­con­ta­re da tele Melo­ni. Sap­pia­mo che par­ti­ta si gio­ca sul­la pro­pa­gan­da a reti e social uni­fi­ca­ti, e pos­sia­mo esse­re effi­ca­ci e scar­di­na­re anche que­sto aspet­to. Ed è un lavo­ro che non ser­ve solo in que­sta sin­go­la occa­sio­ne di oppo­si­zio­ne a un ddl, ma che è neces­sa­rio per costrui­re un’alternativa per il pae­se e per il futuro. 

E natu­ral­men­te ci vedia­mo in piaz­za, da Roma a Bru­xel­les, pas­san­do per i ter­ri­to­ri. Grazie.

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