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Decreto Minniti: un testo studiato per ridurre i diritti dei richiedenti asilo

Il nuo­vo decre­to, nel ten­ta­ti­vo di rag­giun­ge­re gli obiet­ti­vi pre­fis­sa­ti, deter­mi­na una indub­bia com­pres­sio­ne dei dirit­ti dei richie­den­ti pro­te­zio­ne inter­na­zio­na­le e rap­pre­sen­ta una cla­mo­ro­sa occa­sio­ne man­ca­ta, l’en­ne­si­ma di que­sta legi­sla­tu­ra. Si sareb­be potu­ta avvia­re l’au­spi­ca­ta revi­sio­ne siste­ma­ti­ca del cor­pus di nor­me disci­pli­nan­te la pro­te­zio­ne inter­na­zio­na­le e, più in gene­ra­le, le poli­ti­che migra­to­rie e la con­di­zio­ne del­lo stra­nie­ro nel nostro Pae­se, come peral­tro pre­vi­sto dal­l’ar­ti­co­lo 7 del­la leg­ge n. 154 del 2014 (leg­ge di dele­ga­zio­ne euro­pea). Si sareb­be dovu­to incen­ti­va­re il siste­ma di acco­glien­za dif­fu­sa, nean­che que­sto è previsto.

Deriva legalitaria e desertificazione culturale: il caso Roma

Per gover­na­re una cit­tà non basta segui­re le linee gui­da del­la Cor­ti dei Con­ti: ser­ve un ragio­na­men­to d’insieme che por­ti a un pro­get­to ampio. Altri­men­ti il rischio è, come sta acca­den­do, di fare ter­ra bru­cia­ta di tut­te le real­tà socia­li in nome del­le lega­li­tà e del pro­fit­to, pri­van­do di una visio­ne di svi­lup­po socio-cul­tu­ra­le una capi­ta­le euro­pea che rima­ne sem­pre qual­che pas­so indie­tro rispet­to ad altre real­tà inter­na­zio­na­li, e che con­ti­nua ad indie­treg­gia­re ad ogni giro di orologio.

“Italia e Costituzione”, ancora una volta il 15 marzo

“Ita­lia e Costi­tu­zio­ne”, que­sto il gri­do che si leva­va a Cosen­za nel 1844 nel moto anti-bor­­bo­­ni­­co a cui si uni­ro­no in segui­to anche i Fra­tel­li Ban­die­ra. Non sarà un’insurrezione, sta­vol­ta, ma comun­que un sus­sul­to di spi­ri­to repub­bli­ca­no, quel­lo che ci ani­me­rà sem­pre il 15 Mar­zo, sta­vol­ta a Roma. Ita­lia e Costi­tu­zio­ne sono, infat­ti, le paro­le d’ordine …

“Ita­lia e Costi­tu­zio­ne”, anco­ra una vol­ta il 15 mar­zo Leg­gi altro »

Noi sul contratto a tutele crescenti insistiamo ancora: chi ha cambiato idea è Taddei

Insi­ste­va Civa­ti, insi­ste­va. Ed ha con­ti­nua­to men­tre qual­cu­no si è ada­gia­to sul­le cur­ve mor­bi­de e avvol­gen­ti del cam­bia­ver­so. Tad­dei per­se­ve­ra nel­la pra­ti­ca ren­zia­na — lo fa oggi in un’in­ter­vi­sta alla Stam­pa in cui, rispon­den­do a una doman­da sul suo soste­gno a Civa­ti nel con­gres­so Pd del 2013, dice che sul con­trat­to a tute­le cre­scen­ti “insi­ste­va anco­ra di più” — di appli­ca­re eti­chet­te a rifor­me che inve­ce con­ten­go­no poco o nul­la di quan­to indicato.

Tulipano rosso – La sinistra olandese e le elezioni/3

Dopo il Par­ti­to del Lavo­ro e la Groen­links, nel­l’ul­ti­ma tap­pa del nostro viag­gio nel­la sini­stra olan­de­se ci occu­pia­mo del Par­ti­to Socia­li­sta (SP), che si pro­po­ne come il par­ti­to del­la “heem”, un ter­mi­ne tra­du­ci­bi­le in ita­lia­no in modo for­se ina­de­gua­to come “comu­ni­tà di appar­te­nen­za”, un luo­go cioè dove gli “altri” non sono visti come dei con­cor­ren­ti ma piut­to­sto come dei vici­ni o dei col­le­ghi e dove chi vuo­le entra­re è il ben­ve­nu­to pur­ché collabori.

Con la “flat tax” aumentiamo il grado di ingiustizia fiscale e sociale

Nei mesi scor­si il gover­no si è dimen­ti­ca­to in diver­se occa­sio­ni del prin­ci­pio di pro­gres­si­vi­tà san­ci­to dal­la Costi­tu­zio­ne, a par­ti­re dal cosid­det­to “bonus 80 euro”, ma non sem­bra in alcun modo voler cam­bia­re rot­ta. L’ul­ti­ma stra­va­gan­te tro­va­ta è quel­la che è sta­ta chia­ma­ta “flat tax sui Paperoni”.

Lavoro autonomo, Civati-Maestri: «Respinto nostro odg per estendere le tutele ai collaboratori parlamentari»

Ave­va­mo pre­sen­ta­to un ordi­ne del gior­no alla pro­po­sta di leg­ge sul lavo­ro auto­no­mo in discus­sio­ne alla Came­ra che riguar­da­va le tute­le da esten­de­re ai col­la­bo­ra­to­ri par­la­men­ta­ri. Un Gover­no come que­sto che dice di ave­re tra le sue prio­ri­tà l’emersione del lavo­ro nero, o sot­to­pa­ga­to, avreb­be dovu­to coglie­re la pal­la al bal­zo e, acco­glien­do­lo, rimar­ca­re l‘urgenza di dar segui­to a un ordi­ne del gior­no appro­va­to nell’agosto 2015 che sot­to­li­nea­va la man­ca­ta rego­la­men­ta­zio­ne, in par­ti­co­la­re sot­to un pro­fi­lo qua­li­ta­ti­vo, del­la figu­ra pro­fes­sio­na­le del col­la­bo­ra­to­re par­la­men­ta­re e le distor­sio­ni e le irre­go­la­ri­tà di cui è ogget­to, rile­va­te anche dal rap­por­to 2014 del­l’I­sti­tu­to di ricer­che sul­la pub­bli­ca ammi­ni­stra­zio­ne (IRPA).

Reddito di esclusione

Più che di inclu­sio­ne la poli­ti­ca del gover­no Gen­ti­lo­ni (anche qui in per­fet­ta con­ti­nui­tà con il gover­no Ren­zi) è tut­ta vol­ta a esclu­de­re e pena­liz­za­re le fasce più bas­se di red­di­to, per giun­ta con la bef­fa di una pic­co­la rega­lia (in fon­do non dis­si­mi­le dal­la social card di Tre­mon­ti) con la mano sini­stra, men­te con la destra (mol­to più alle­na­ta) pro­se­gue imper­ter­ri­to con i tagli indi­scri­mi­na­ti e con i favo­ri ai più ricchi.

Nessuno tocchi i parchi

Il testo, appro­va­to al Sena­to e appro­da­to alla Came­ra, ieri in Com­mis­sio­ne Ambien­te non ha rece­pi­to le ragio­ne­vo­li richie­ste di modi­fi­che arri­va­te gra­zie ai rilie­vi del­le asso­cia­zio­ni ambien­ta­li­ste. Il qua­dro del­la gover­nan­ce è pre­oc­cu­pan­te per­ché non ven­go­no garan­ti­te le capa­ci­tà spe­cia­li­sti­che per diret­to­ri e ammi­ni­stra­to­ri dei par­chi (che neces­si­ta­no del­la mas­si­ma tute­la e del­la mas­si­ma eccel­len­za) e che devo­no esse­re scel­ti in base alle com­pe­ten­ze. Anche per ciò che attie­ne la fau­na sono gra­vis­si­me le nuo­ve linee gui­da con­te­nu­te nel testo che con­sen­ti­reb­be­ro l’accesso per la cac­cia all’interno dei Par­chi e a ridos­so del­le zone protette.