Le rivoluzioni tecnologiche si preparano nel tempo, non si improvvisano. Poi può capitare che ci travolgano d’un tratto con la loro potenza, come se sbucassero dal nulla.
Pensate ai maniscalchi che ferravano i cavalli, travolti dalla diffusione di motocicli, automobili ed autocarri. Pensate a chi fino agli anni ’60 vendeva carbone per il riscaldamento delle case, travolto dallo sviluppo delle reti di gas cittadine. Pensate a chi produceva macchine da scrivere negli anni ottanta travolto dal trionfo dei personal computer. Pensate al Blackberry, travolto dagli Iphone. Pensate a Sergio Marchionne e alla FCA.
Nel 2015 le vendite di auto elettriche o ibride plugin (cioè di tutte le auto le cui batterie possono essere ricaricate attraverso una normalissima presa elettrica) hanno pesato per meno dell’1% del mercato mondiale, che conta vendite per circa 70 milioni di veicoli l’anno. Ma forse le cose stanno per cambiare. In fretta.
Elon Musk è un pazzo visionario che qualche anno fa ha deciso di mettere in piedi una nuova industria automobilistica. Una mossa più temeraria che coraggiosa viste le enormi difficoltà da superare per entrare in un mercato dominato da multinazionali con enormi capitalizzazioni. La scommessa di Musk era quella di fare auto elettriche molto fighe. Auto che tutti avrebbero desiderato avere e guidare, ma alimentate solo con elettricità. E che volendo si guidano anche da sole.
Finora i suoi prodotti si indirizzavano a un mercato di nicchia, abbastanza piccolo. Ma il primo aprile è stata presentato al pubblico e alla stampa il modello Tesla 3 destinato ad essere venduto sul mercato statunitense tra un anno e mezzo. Il modello base della Tesla 3 costerà circa 30mila euro, un prezzo importante ma comunque meno della metà della Tesla S, il modello precedente.
Venerdì mattina, al momento dell’apertura dei concessionari, c’erano già lunghe file per poter prenotare una Tesla 3, al costo di mille dollari (solo per la prenotazione). Alcuni fanatici erano in coda da tre giorni. A fine giornata secondo il Wall Street Journal oltre 180mila persone avevano versato i mille dollari di acconto per prenotare un’auto che non vedranno prima di un anno e mezzo. E non è finita visto che al termine del weekend si è arrivati a 276 mila ordini.
Per un semplice confronto, in tutto il 2015 negli Stati Uniti sono state vendute “solo” 26mila Tesla. E 5.500 Fiat Cinquecento elettriche. In pratica in un giorno solo sono state vendute più di un terzo delle auto elettriche acquistate nell’intero 2015 in tutto il mondo (circa mezzo milione). Stiamo forse assistendo a un momento decisivo nella storia dell’automobile. Forse il più importante da quando Henry Ford mise in produzione la Model T.
Lo sviluppo della mobilità elettrica è una buona notizia anche per lo sviluppo delle rinnovabili, visto che ogni auto elettrica è dotata di una batteria e costituisce una parte di quel sistema distribuito di accumuli che sarà necessario realizzare per fare in modo che le rinnovabili possano ulteriormente aumentare la loro quota di produzione.
Ma aldilà di superficiali entusiasmi restano ovviamente aperte delle questioni importanti sul ruolo delle automobili nei prossimi decenni. Prevarrà un modello basato sul possesso (come quello suggerito da Tesla) o prevarrà un modello basato sull’uso di mezzi a disposizione di tutti (come quello su cui sembra stiano lavorando Apple e Google)? Anche il ventunesimo secolo sarà un secolo dell’automobile, o potremo un po’ emanciparci da questa tecnologia come suggeriva qualche settimana fa J.H. Crawford sul Washington Post? Moriremo per forza automobilisti (per quanto elettrici)?