Il governo Meloni, con la bozza del DL Calderoli, preme sull’acceleratore dell’autonomia differenziata, sul solco già tracciato dai governi precedenti, in ultimo il governo Draghi coi decreti collegati alla Legge di Bilancio 2021.
Una bozza in cui è previsto che il Parlamento possa solo ratificare il testo dell’intesa tra la Regione richiedente e il governo, senza possibilità di emendarlo, in continuità — purtroppo — con l’accordo tra Stato e Regioni concluso quando capo del governo era Gentiloni. La Lega spinge, sul terreno spianato nel 2018 dal Partito Democratico, la sua battaglia identitaria e Fratelli D’Italia pare disposta a concederla in cambio del presidenzialismo, il tutto mentre il paese prova a uscire dall’emergenza pandemica e si trova stritolato tra quella climatica, quella economica e un quadro internazionale molto complesso.
Questo modo di procedere verso maggiori forme di autonomia (ispirato dal deleterio secessionismo leghista delle origini) ci ha sempre visto contrari e già nel gennaio del 2019 ne avevamo parlato a Milano con un’iniziativa che metteva in luce i pericoli della regionalizzazione della scuola.
Da allora, insieme a tante altre forze politiche e civiche, il nostro impegno è rivolto a contrastare ogni progetto di autonomia differenziata, senza distinzioni tra le possibili forme che le regioni aderenti hanno sinora proposto.
Infatti secondo la bozza, si trasferirebbero nuove competenze alle Regioni, senza prima aver definito i livelli essenziali di prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale (art.117 della Costituzione), né aver introdotto i meccanismi perequativi mirati a rimuovere gli squilibri economici e sociali tra i territori (art.119 della Costituzione) che deriverebbero dall’autonomia differenziata.
Si tratta di un disegno divisivo, che amplierebbe irrevocabilmente le diseguaglianze già esistenti tra regioni ricche e regioni povere, decretando in modo definitivo la supremazia del Nord sul Sud sotto molti aspetti, istruzione, sanità, infrastrutture e ambiente su tutti.
Siamo convinti che il principio di uguaglianza, di solidarietà e la possibilità di usufruire di pari opportunità di beni e servizi debbano essere garantiti in egual misura su tutto il suolo nazionale, come prevede la Costituzione, inclusa quella parte dei Principi fondamentali- ossia l’articolo 5 — in cui si “riconosce e promuove l’autonomia locale” ma sempre nel senso della Res Publica, una e indivisibile.