Tutta la retorica del fascismo è racchiusa nel monumentale Tribunale di Milano, gigante in pietra e ottone che doveva incutere timore reverenziale, le sue scale pronte ad essere solcate dal vero maschio italico, fiero ed indomito.
A distanza di 60 anni il palazzo resta sostanzialmente invariato all’esterno ma non è che dentro le cose vadano molto meglio, anche oggi che le persone con limitazioni fisiche non sono più segreti di cui vergognarsi e relegare in casa, l’interno del Tribunale non è stato (ri)pensato per chi ha disabilità fisiche, sensoriali o ha una statura sotto alla media. Nel salone principale in cui è sito l’Ufficio di relazioni con il Pubblico (dove vengono eseguiti gran parte degli atti e procedimenti di natura civile) nulla è a norma di legge, a partire dalle pulsantiere dell’ascensore poste troppo in alto, ben oltre i 120cm limite massimo in Regione Lombardia.
Ma questo non ha importanza perché comunque una persona con limitazioni motorie non potrà accedere in autonomia all’interno ma dovrà attendere che un addetto arrivi appena ne avrà il tempo per piazzarti sull’ascensore, farti percorrere una rampa con pendenza superiore all’ 8% , priva di corrimano e cordoli di protezione
Sportelli e tavoli per compilare i moduli sono tutti posti ad altezza standard e di conseguenza non comodamente fruibili da persone piccole o chi si sposta su ruote.
Definire bizzarro che proprio il luogo in cui sicuramente si saranno svolti procedimenti atti ad eliminare barriere architettoniche ne sia a sua volta invaso è poco, la legge regionale lombarda del febbraio 1989 è completa, chiara ed esauriente ma è stata totalmente ignorata e dopo tutti questi anni la situazione nella città di Milano è tragica, per le persone a mobilità ridotta. Voglio citare il testo della legge 67/2006 che “promuove la piena attuazione del principio di parità di trattamento e delle pari opportunità nei confronti delle persone con disabilità di cui all’articolo 3 della legge 5 febbraio 1992, n. 104, al fine di garantire alle stesse il pieno godimento dei loro diritti civili, politici, economici e sociali”; se anche dove si amministra e si dovrebbero far rispettare le leggi dello Stato queste vengono disattese che speranza abbiamo che le barriere architettoniche vengano definitivamente eliminate da ogni edificio pubblico?
Gran Parte degli uffici che trattano servizi al cittadino sono posti in palazzi storici e molto di rado si sono cercate soluzioni per l’ingresso autonomo dei soggetti con disabilità motorie, spesso adducendo come scusa la necessità di preservare il valore artistico/architettonico degli edifici, non tutti sanno, o fingono di non sapere, che anche nelle costruzioni a vincolo storico o paesaggistico è consentito installare un servoscala (ad esempio) previa richiesta di autorizzazione alla Sovrintendenza della Regione o del Comune che solo in caso di grave ben documentata compromissione del valore artistico del palazzo potrà essere negata. E in ogni caso, onde evitare cortocircuiti tra Belle Arti e Buon Senso perché non si è optato quasi mai per delle location che non pongano dubbi etici?
Per le elezioni del 2021 vorremmo che il tema delle Barriere Architettoniche venisse affrontato in modo concreto e proponiamo 5 punti di partenza per un percorso che renda Milano una città per tutti.
- Eliminazione delle Barriere Architettoniche da edifici ed Uffici Pubblici (ASL, ambulatori, farmacie comunali, scuole, musei comunali, ogni genere di ufficio che svolga servizi per il Cittadino in ambito Comunale e Provinciale)
- Rimessa a nuovo delle fermate del trasporto pubblico urbano (pensiline per mezzi di superficie accessibili con avvisi sonori e luminosi, autobus, tram e filobus attrezzati e sulle linee che ancora utilizzano mezzi di vecchia generazione mezzi sostitutivi a scadenza regolare ed orari prestabiliti. Dispositivi di salita e discesa autonoma per le scale e l’accesso ai treni delle linee della metropolitana)
- Eliminazione delle Barriere Architettoniche dagli esercizi commerciali tramite incentivi e sgravi fiscali agli esercenti
- Toilette pubbliche su strada accessibili a persone con disabilità fisiche e sensoriali
- Una commissione permanente che coinvolga le associazioni cittadine
Alicia Ambrosini