Il servizio sulla #cannabislegale delle Iene di qualche giorno fa ha destato scandalo nella destra proibizionista, che lo ha commentato con la consueta carenza di ironia compensata da una traboccante ipocrisia.
Un’ipocrisia a cui è ora di dire basta!
Io non mi sono mai fatto una canna in vita mia, non fumo e bevo con molta moderazione solo Sangiovese e Cagnina. Eppure non sono in Parlamento a rappresentare me stesso: sono qui per cercare di fare cose buone e utili per il mio Paese.
Tra queste combattere le mafie e i loro traffici. Legalizzare (non liberalizzare, cari male informati) la cannabis (e non tutte le droghe, tanto meno quelle pesanti) significa togliere guadagni alla criminalità, avere più sicurezza nelle strade liberandoli da pusher e spacciatori, controllare la qualità e la sicurezza del prodotto, evitare di criminalizzare tanti giovani che ne fanno comunque uso (e che, legale o no, continueranno a farlo). Lo dice la Procura Nazionale Antimafia. E sull’uso terapeutico sono d’accordo non solo i medici (ciò che dovrebbe bastare), ma anche molti ultracattolici integralisti. E con le risorse che lo Stato introiterebbe, si potrebbero fare serie politiche di prevenzione e riduzione del danno, a tutela della salute dei cittadini.
Legalizzare significa controllare di più e meglio la sostanza e la sua diffusione, e rovinare gli affari alla malavita. Solo gli ipocriti e i proibizionisti selettivi (perché non proibire anche alcool e sigarette?) continuano ottusamente ad opporsi ad una consapevolezza che nella società civile è già maturata ma che il ceto politico non sa o non vuole ascoltare.”