Il caso era esploso sin da subito: il famigerato bonus da 500 euro per i neomaggiorenni configurava una vera e propria “discriminazione di Stato”, essendo destinato solamente alle ragazze e ai ragazzi aventi cittadinanza italiana o di Paesi membri dell’Unione Europea, e non a coloro che, pur vivendo nel nostro Paese, non hanno ancora la cittadinanza.
Una “leggina razziale” l’aveva definita Andrea Maestri, parlamentare di Possibile, denunciando immediatamente la discriminazione.
Accortisi del pasticcio, i parlamentari del Partito Democratico hanno dichiarato la propria disponibilità a modificare il testo: «Ho parlato più volte con il ministro Boschi – ha dichiarato Francesco Boccia in un’intervista ad Avvenire — e anche lei la reputa una correzione giusta e con un grande significato culturale».
E invece, nulla di fatto: è stato ancora Andrea Maestri a dover prendere l’iniziativa, presentando un emendamento al decreto Milleproroghe che — molto semplicemente — prevede che il bonus sia esteso «a chiunque risieda in Italia e sia in possesso del requisito anagrafico, a prescindere dalla nazionalità».
Questa storia, però, ha un finale già scritto. «Il nostro emendamento — spiega Andrea Maestri — è stato dichiarato inammissibile. Il ministro Boschi, il presidente della commissione bilancio della Camera Boccia, tutti avevano riconosciuto l’errore dopo la nostra denuncia. Sembra che il Governo in realtà non voglia superare questa odiosa discriminazione. Continueremo a denunciare con forza questa oscenità ed appoggeremo le cause antidiscriminatorie che le associazioni promuoveranno».