Il telegramma inviato dal Viminale a tutte le Questure con cui si apre la “caccia” ai nigeriani (“mirati servizi finalizzati al rintraccio“secondo il burocratico italiano del messaggio) arriva alla Camera con un’interrogazione del deputato di Possibile Andrea Maestri che punta il dito contro una atto che definisce inaccettabile: «Qui non è “solo” politica: qui, oggi, – ci dice il deputato Maestri – si sta facendo scempio di un patrimonio di valori e regole di civiltà, che sono scritti nella Costituzione e sopra di essa, nelle Convenzioni internazionali in materia di rispetto dei diritti umani.»
Nell’interrogazione Maestri esprime la propria preoccupazione per le modalità di rintraccio a partire dalle «audizioni che, a giudizio degli interroganti, per il poco tempo a disposizione – si legge – per il raggiungimento dell’obiettivo, non verificheranno senz’altro le reali motivazioni ed esigenze dei cittadini nigeriani presenti in Italia, come ad esempio delle donne vittime di tratta. Oppure, non verranno informati in modo esaustivo e completo sulla procedura di richiesta della protezione internazionale» e dal “chiaro obiettivo di dimostrare che l’accordo con la Nigeria è utile e funziona, come secondo il Governo lo è quello firmato ad agosto con il Sudan e come lo saranno quelli che saranno firmati con altri paesi africani come il Niger, Mali, Senegal ed Etiopia nel futuro, anche grazie alla proposta italiana alla Ue del Migration compact, che nasconde, dietro agli aiuti alla cooperazione e allo sviluppo, accordi con i paesi africani per la regolamentazione dei flussi che, con le azioni di espulsione collettiva fatte sulla base della nazionalità, quindi discriminatorie e che non valutano caso per caso ogni persona, sono una palese violazione dei diritti umani e della legge italiana”.