Beppe Guerini, bergamasco e classe 1976, iscritto alla Sinistra giovanile nel 1995 “ma non c’era niente di operativo, era solo militanza”. La prima esperienza di politica attiva è stata quando ha insegnato l’italiano ai ragazzi stranieri nella sede dei DS visto che il comune non organizzava i corsi, “questa esperienza è stata una spinta a impegnarmi in politica perché ho capito che bisogna dare risposte ai bisogni della gente”. L’esperienza non segna solo la strada politica di Beppe ma anche quella professionale. Dopo la laurea in giurisprudenza decide di occuparsi di consulenza sull’immigrazione.
Per cinque anni è stato consigliere comunale di maggioranza a Romano di Lombardia, poi tre anni in minoranza “poi mi sono rottamato e ho lasciato spazio ad altri”. Lo scontro tra Renzi e Bersani alle scorse primarie porta Beppe a prendere una decisione importante per “garantire l’esistenza di un PD di sinistra e riformista”: la candidatura alle parlamentarie. Tra i candidati era il più giovane del suo collegio e per questo motivo e per come è nata la candidatura la stampa locale lo definisce una mina vagante. Conduce una campagna elettorale senza proclami e promesse miracolistiche ma parlando di valori di sinistra e assumendosi la responsabilità del cambiamento. Vince le parlamentarie e viene eletto alla Camera dei Deputati.
In questi giorni si è parlato tanto di lui perché è uno dei cinque stakonivisti del parlamento, presente in tutte le votazioni (2181) “è vero, sono stato sempre presente, ma la prossima votazione vorrei che fosse sulla nuova legge elettorale. C’è anche un’altra battaglia a cui tengo molto e che vorrei iniziasse già a Gennaio dopo la legge sulla stabilità, quella sullo Ius Soli e di conseguenza il diritto di immigrazione e la rivisitazione della Bossi-Fini. Sarebbe un passo avanti per tutto il Paese e non solo per chi la propone”.
La scelta di sostenere Civati “quando sto nel gruppo dei parlamentari che sostengono Pippo mi sento a mio agio, ho la libertà di esprimere ciò che ritengo più giusto senza condizionamenti, riesco a confrontarmi con i colleghi con serenità e Pippo non prende mai decisioni solitarie. È sicuramente la miglior mozione, diritti, lavoro, uguaglianza, tutela del territorio: sono proposte riformiste che vanno controcorrente rispetto all’accettazione passiva del neoliberismo che ormai sembra una malattia a cui noi tutti dobbiamo rassegnarci. Pippo tra i tre è quello che incarna meglio i valori di sinistra. Di Renzi non condivido ciò che dice e lascia intendere su determinate tematiche che io ritengo fondamentali per la sinistra, Cuperlo è la continuità della vecchia dirigenza che va superata e penso che Civati sia l’uomo che possa garantire questa discontinuità”.
#Civoti 25: Giuseppe Guerini