[vc_row][vc_column][vc_column_text]È notizia di ieri. Il torrente che attraversa Zermatt, in Svizzera, è uscito dagli argini e ha allagato la località. È successo nel giorno più caldo dell’anno, senza che sia caduta nemmeno una goccia di pioggia. Come è stato possibile? È capitato che il ghiacciaio sotterraneo che alimenta il torrente ha ceduto di botto, si è sciolto e ha riversato la sua portata nel torrente.
Poca cosa, si dirà. Un torrente non è un fiume, Zermat non è una grande capitale europea, io sono in vacanza in Sicilia e francamente non me ne può fregare di meno. Perché questo è quello che sta succedendo, si moltiplicano gli eventi assurdi dovuti al cambiamento climatico, ma l’opinione pubblica e la classe politica sono sempre in un altro posto, altrove, in vacanza dall’unica cosa della quale ci si dovrebbe occupare.
Il Pianeta sul quale insistiamo sta cambiando, noi, invece, no. E qui sta tutta la questione. Seguiamo le sorti di un governo Penelope al contrario (che cade la sera e la mattina è di nuovo lì) e quelle di un partito di opposizione che pur non avendo niente da dire litiga su chi debba parlare al Senato.
Ci appassioniamo a tangenti da trentamila euro che sono in realtà il simbolo di quanto è caduto in basso il Paese di Tangentopoli, proviamo un sottile piacere a sentirci ancora al centro di una spy story da guerra fredda che, invece, somiglia sempre più al brutto remake di un film di Totò e Peppino. Insomma facciamo finta che più o meno tutto sia normale, come è sempre stato, perché non siamo più capaci di cambiare.
Intanto, però, là fuori sta cambiando tutto ed è un cambiamento che non prevede la sopravvivenza della nostra specie. Come triste corollario a questa incresciosa situazione c’è poi il fatto che tra coloro che sono diventati inabili al cambiamento figurano anche quelle forze (?) politiche che dovrebbero avere il cambiamento come ragione sociale. Le formazioni di sinistra, mentre tutto intorno cambia, continuano a riproporre sempre lo stesso schema fatto di nuove sigle, nuovi partiti, nuovi nomi, nuovi simboli, nuovi leader, nuovi modi per fare sempre la stessa cosa che ogni volta funziona un po’ meno. Cambiano com’era di moda dalle parti di Donnafugata un secolo e mezzo fa.
Ora, per fortuna, c’è qualcuno che questa cosa l’ha capita e che mette a disposizione di tutte e tutti uno strumento per accelerare un processo di cambiamento che non può più aspettare. Questo strumento si chiama Firmamento. Leggetelo, firmatelo, aderite, diffondetelo perché non c’è più tempo, è necessario cambiare.
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Guarda i video del panel conclusivo del Politicamp:
Beatrice Brignone – Resistenti
Giuseppe Civati – Il passaggio della borraccia
Paolo Cosseddu – Firmamento[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]