Il rumore delle emozioni del Teatro della Vittoria è ancora forte. Oggi però è tempo di sfide nuove e di nuovi problemi da conoscere. Il metodo-Civati, ormai scientifico, è consolidato: attraversare l’Italia conoscendo meglio i problemi dei singoli territori, dialogare con residenti e amministratori e cercare soluzioni condivise. Oggi il calendario indica la Campania come tappa. Un tour tra le varie problematiche che affliggono questa Regione e tra l’entusiasmo della gente che non si rassegna al solito ritornello “non ci sono alternative”.
Compagni di viaggio Gennaro Acampora e Marco Sarracino, referenti per Civati Segretario in Campania. Si comincia da Pomigliano. Incontro con i lavoratori Fiat e Alenia. Civati esalta il ruolo del lavoro e cita la Costituzione per sottolineare l’importanza data al tema dai padri costituenti. Il suo partito non sarà più quello che non partecipa alle Manifestazioni della FIOM, un PD che ha paura di scendere in piazza al fianco del proprio elettorato. “Il mio PD non può che essere vicino agli operai”, Civati sogna un centrosinistra nemico delle disuguaglianze a difesa dell’uguaglianza: “La parola chiave non è equità ma uguaglianza, uguaglianza nei diritti sociali, umani ed economici”. Tante le critiche al PD da parte dei lavoratori. Molti hanno parlato di un PD che non li rappresenta nelle politiche industriali. Civati ha risposto che la soluzione al problema non è inseguire Marchionne. Questo è stato uno dei tanto richiesti “perchè” dell’allontanamento da Renzi. Civati preferisce interlocutori diversi, “preferisco dialogare con Landini e Rodotà, senza dubbio”. Il lavoro è centrale. Ma la mozione Civati dedica pari importanza anche al tema dell’ambiente. Civati ripete spesso che l’Ambiente non può più essere relegato al termine dei dibattiti politici. Proprio di Ambiente si è parlato con gli iscritti al PD di Acerra e un gruppo di esponenti dei vari Comitati territoriali “No inceneritore”. Si è parlato appunto del “Mostro” locale, l’Inceneritore. Qui si vive il paradosso di un territorio attraversato da grandi produzioni agricole a cui si accompagnano, oltre all’inceneritore, discariche a cielo aperto o roghi che nascono nelle interne campagne. “In questi territori il Governo e Regione e Provincia devono aumentare i controlli e far partire bonifiche stando attenti affinché le bonifiche non tornino ad essere solo guadagno nuovo per la Camorra. In questa operazioni le amministrazioni locali giocano un ruolo fondamentale”. “Bisogna accendere luci sui problemi italiani” aveva detto Civati al Teatro della Vittoria a Roma. Qui la luce, purtroppo, si accende solo nelle campagne elettorali e non dopo, quando servirebbe collaborare a stretto contatto con amministratori e residenti. Il pubblico annuisce, un popolo stanco che lotta contro una terra violata e un suolo consumato spesso dall’illegalità. Civati racconta la storia di Mirko Tutino, assessore all’ambiente, protagonista della chiusura dell’inceneritore nel suo territorio, Reggio Emilia. Tutino è un sostenitore di Civati, come tanti altri amministratori virtuosi. Cita Tutino, appunto, per ribadire una convinzione forte, presente anche nella mozione: “No all’inceneritore a Giugliano e basta con altri impianti di incenerimento inutili”.
Si riparte verso Napoli. Ma prima piccola fermata a Nola, “la terra dei fuochi”, per vedere da vicino discariche, inceneritore e problemi di cui si è parlato pochissimo tempo prima. Il dibattito di pochi minuti fa prende sembianze reali, lo spettacolo è triste ma al tempo stesso stimola a cercare soluzioni forti e finalmente decisive.
A Napoli ad aspettare Civati ci sono Vincenzo Cenname, dell’associazione comuni virtuosi, già Sindaco di Camigliano e noto per un’incisiva amministrazione di carattere sociale e ambientale, e Ugo Marani docente di politica economica e presidente dell’assocazione Reset, associazione di ricerca su economia, società e territorio. “Sono tesserato al PD solo per votare Civati” esordisce Cenname. “Bisogna ripensare ad una nuova politica di consumo di suolo” aggiunge. Il professor Marani sottolinea che per cambiare l’Italia bisogna ripartire dal Sud e dalle sue problematiche. Il coordinatore “civatiano”, Marco Sarracino, denuncia la moltiplicazione anomala delle tessere nel territorio campano, “con eccessi di tessere che a volte superano gli abitanti” aggiunge ironicamente. Civati si aggiunge al coro di denuncia, ripetendo quanto aveva detto con forza anche in Sicilia: “In un momento di bassissima credibilità, il PD non può permettersi ancora comportamenti del genere”. Ripercorre le vicende degli ultimi mesi Civati, parla di tradimento degli elettori e di personalità politiche fatte fuori: “hanno fatto fuori Prodi, Rodotà, ci mancava solo Higuain”. Sottolinea il cinismo di questa fase congressuale l’onorevole di Monza, sperando che si attenui perchè “il cinismo può solo far male al PD che sarà”. “In questa fase dobbiamo solo pensare a come recuperare i voti persi a febbraio” aggiunge deciso. Continua parlando di Europa: “In Europa andiamo troppo con le “pattine” ‚dobbiamo tenere scuola e ricerca fuori dalla conta del debito” e critica la Bossi-Fini: “Bisogna sempre ricordarsi che ognuno di noi è il Sud di qualcuno”.
All’uscita dall’Hotel Ramada i giornalisti chiedono cosa ne pensa della proposta di Renzi di fare una “rivoluzioncina”, Civati risponde senza lasciare dubbi: “Rivoluzioncina? Non esistono rivoluzioncine, bisogna cambiare il Paese non con gli slogan ma aggredendo le cose da fare”.
Anche oggi un altro pezzo di Italia e tante idee in valigia per trovare alternative e soluzioni.