Cannabis, Civati e Maestri: “Sul caso Pellegrini, risposta pilatesca del Ministro Orlando”

Avevamo chiesto al ministro Orlando di intervenire sul caso Pellegrini promuovendo una riforma del Codice penale che consentisse alle persone affette da patologie che necessitano di cure palliative, come quelle che richiedono l'uso della cannabis e dei suoi derivati, di non dover incorrere in denunce e pene detentive.

Ave­va­mo chie­sto al mini­stro Orlan­do di inter­ve­ni­re sul caso Pel­le­gri­ni pro­muo­ven­do una rifor­ma del Codi­ce pena­le che con­sen­tis­se alle per­so­ne affet­te da pato­lo­gie che neces­si­ta­no di cure pal­lia­ti­ve, come quel­le che richie­do­no l’u­so del­la can­na­bis e dei suoi deri­va­ti, di non dover incor­re­re in denun­ce e pene deten­ti­ve. Pel­le­gri­ni, lo ricor­dia­mo, affet­to da fibro­mial­gia, si tro­va ora agli arre­sti domi­ci­lia­ri dopo esse­re sta­to in car­ce­re per mol­ti gior­ni, nono­stan­te le sue con­di­zio­ni di salu­te. La rispo­sta del mini­stro Orlan­do alle nostre richie­ste si è dimo­stra­ta anco­ra una vol­ta pila­te­sca: men­tre il Gover­no non esi­ta a inva­de­re il cam­po riser­va­to al Par­la­men­to con decre­ti-leg­ge, leg­gi dele­ga in bian­co e voti di fidu­cia sui temi più vari, sul­l’au­to­pro­du­zio­ne e la deten­zio­ne di can­na­bis per uso tera­peu­ti­co, anco­ra san­zio­na­to penal­men­te nel nostro pae­se, il mini­stro del­la giu­sti­zia si limi­ta a ricor­da­re la giu­ri­spru­den­za più favo­re­vo­le (ci pen­si la Magi­stra­tu­ra) e a rimet­ter­si alle for­ze poli­ti­che che han­no assun­to l’i­ni­zia­ti­va par­la­men­ta­re (ci pen­si il Par­la­men­to). Una que­stio­ne che dovreb­be spin­ge­re tut­ti a rifles­sio­ni e azio­ni di buon sen­so è lascia­ta anco­ra una vol­ta da que­sto Gover­no nel­l’am­bi­gui­tà, sen­za corag­gio e nel­l’i­gno­ran­za tota­le del­le leg­gi e del­le procedure.

Pip­po Civa­ti e Andrea Maestri

AIUTACI a scrivere altri articoli come quello che hai appena letto con una donazione e con il 2x1000 nella dichiarazione dei redditi aggiungendo il codice S36 nell'apposito riquadro dedicato ai partiti politici.

Se ancora non la ricevi, puoi registrarti alla nostra newsletter.
Partecipa anche tu!

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Congresso 2024: regolamento congressuale

Il con­gres­so 2024 di Pos­si­bi­le si apre oggi 5 apri­le: dif­fon­dia­mo in alle­ga­to il rego­la­men­to con­gres­sua­le ela­bo­ra­to dal Comi­ta­to Organizzativo.

Il salario. Minimo, indispensabile. Una proposta di legge possibile.

Già nel 2018 Pos­si­bi­le ha pre­sen­ta­to una pro­po­sta di leg­ge sul sala­rio mini­mo. In quel­la pro­po­sta, l’introduzione di un sala­rio mini­mo lega­le, che rico­no­sces­se ai mini­mi tabel­la­ri un valo­re lega­le erga omnes quan­do que­sti fos­se­ro al di sopra del­la soglia sta­bi­li­ta, for­ni­va una inno­va­ti­va inter­pre­ta­zio­ne del­lo stru­men­to, sino a quel tem­po bloc­ca­to dal timo­re di ero­de­re pote­re con­trat­tua­le ai sin­da­ca­ti. Il testo del 2018 è sta­to riscrit­to e miglio­ra­to in alcu­ni dispo­si­ti­vi ed è pron­to per diven­ta­re una pro­po­sta di leg­ge di ini­zia­ti­va popolare.

500.000 firme per la cannabis: la politica si è piantata? Noi siamo per piantarla e mobilitarci.

500.000 fir­me per toglie­re risor­se e giro d’affari alle mafie, per garan­ti­re la qua­li­tà e la sicu­rez­za di cosa vie­ne ven­du­to e con­su­ma­to, per met­te­re la paro­la fine a una cri­mi­na­liz­za­zio­ne e a un proi­bi­zio­ni­smo che non han­no por­ta­to a nes­sun risul­ta­to. La can­na­bis non è una que­stio­ne secon­da­ria o risi­bi­le, ma un tema serio che riguar­da milio­ni di italiani.

Possibile per il Referendum sulla Cannabis

La can­na­bis riguar­da 5 milio­ni di con­su­ma­to­ri, secon­do alcu­ni addi­rit­tu­ra 6, mol­ti dei qua­li sono con­su­ma­to­ri di lun­go cor­so che ne fan­no un uso mol­to con­sa­pe­vo­le, non peri­co­lo­so per la società.
Pre­pa­ra­te lo SPID! Sarà una cam­pa­gna bre­vis­si­ma, dif­fi­ci­le, per cui ser­vi­rà tut­to il vostro aiu­to. Ma si può fare. Ed è giu­sto provarci.

Corridoi umanitari per chi fugge dall’Afghanistan, senza perdere tempo o fare propaganda

La prio­ri­tà deve esse­re met­te­re al sicu­ro le per­so­ne e non può esse­re mes­sa in discus­sio­ne da rim­pal­li tra pae­si euro­pei. Il dirit­to d’asilo è un dirit­to che in nes­sun caso può esse­re sot­to­po­sto a “vin­co­li quan­ti­ta­ti­vi”. Ser­vo­no cor­ri­doi uma­ni­ta­ri, e cioè vie d’accesso sicu­re, lega­li, tra­spa­ren­ti attra­ver­so cui eva­cua­re più per­so­ne possibili. 

Mobilitiamoci contro il DDL Paura

Saba­to 16 novem­bre era­va­mo a Roma, in Sapien­za, per l’assemblea con­tro il ddl 1660, già ribat­tez­za­to ddl “Pau­ra”, o “Repres­sio­ne”, o “Unghe­ria”, a indi­ca­re dove

Il Governo Meloni sta indebolendo l’Università e la Ricerca

Il gover­no Melo­ni ha scel­to di ridur­re le spe­se per uni­ver­si­tà e ricer­ca, andan­do in con­tro­ten­den­za rispet­to alle poli­ti­che euro­pee, men­tre il costo del per­so­na­le e l’inflazione con­ti­nua­no a cre­sce­re, aggra­van­do le dif­fi­col­tà eco­no­mi­che degli ate­nei. Inol­tre, il nuo­vo sche­ma di distri­bu­zio­ne del FFO pre­mie­rà le uni­ver­si­tà in base ai risul­ta­ti del­la ricer­ca, ridu­cen­do le risor­se “pere­qua­ti­ve” desti­na­te a bilan­cia­re le disu­gua­glian­ze tra ate­nei, aumen­tan­do ulte­rior­men­te il diva­rio tra le università.