L’European Drug Report del 2018 pubblicato dall’Osservatorio Europeo sulle Droghe mostra un quadro evidente: la questione della cannabis nel nostro paese non può essere rimandata oltre, per il benessere della nostra cittadinanza, per il rispetto dei loro diritti, e non ultimo per un reale contrasto alla criminalità organizzata.
Oltre il 25% della popolazione europea ha consumato cannabis nel corso della sua vita, un dato significativo che in Italia arriva al 33%, il terzo dato più alto dopo quello di Estonia (41%) e Francia (38%).
Un dato ancora più rilevante mostra come il 10% della nostra popolazione abbia consumato cannabis nel corso dell’ultimo anno, il secondo dato più alto dopo quello della Francia (11%). Un dato mediano attraverso le varie fasce di età, ma che comunque dimostra un consumo ricreativo che attraversa tutte le demografiche e non riguarda assolutamente solo i giovani o giovanissimi.
Il rapporto mostra, però, che meno dell’1% della nostra popolazione fa uso quotidiano di cannabis, un dato che resta basso anche nella fascia considerata più esposta: solo l’1,84% dei giovani tra i 15–34 anni fa uso quotidiano di cannabis.
Si tratta, perciò, di un consumo ricreativo molto distante dall’abuso e che riguarda però milioni di persone, molte delle quali adulte e pienamente mature e in grado di decidere in libertà di come disporre della loro vita.
Questi dati mostrerebbero una “liberalizzazione di fatto” della cannabis nel nostro paese, ma si scontrano molto duramente con il comportamento del nostro Stato nei confronti della questione cannabis.
I tentativi della scorsa legislatura di promuovere una seppur timida legalizzazione della cannabis sono andati falliti, con un fronte anti-cannabis che ha visto unire le forze tutti i partiti di destra e il partito democratico, con alcune eccezioni personali.
L’Italia resta quindi un paese dove una persona su dieci consuma saltuariamente cannabis, ma nell’illegalità.
Questo lede per primo il diritto alla salute dei cittadini, che sono in questo modo esposti a rischi legati al mancato controllo delle sostanze che assumono. I dati del rapporto europeo 2018 mostrano, infatti, come la morte da abuso di droghe sia ancora sostanzialmente esclusiva delle droghe pesanti, ma anche come sia in forte aumento la potenza della cannabis in circolazione in Europa, e come sia molto molto alto il rischio di intossicazione dovuta all’uso di cannabinoidi sintetici.
Inoltre, il consumo nell’illegalità lede la libertà di italiane e italiani. L’Italia è al quarto posto in Europa per reati legati alla cannabis: 42609 casi nell’ultimo anno di rilevazione, il 2016. Ma di questi, ben il 62% riguarda il consumo e non lo spaccio.
La libertà dei nostri concittadini è messa a repentaglio e i nostri tribunali sono intasati da decine di migliaia di cause legate al consumo, che i dati dimostrano modico, di una sostanza che in molti altri paesi è perfettamente legale.
Il tutto senza considerare che l’esposizione a un mercato illecito comporta un rischio consistente per i consumatori, e non solo per loro.
La salute dei nostri cittadini non è tutelata, infatti, né lo è la loro libertà personale, per non parlare della sicurezza. Ma chi ci guadagna davvero è solo la criminalità organizzata, che controlla interamente un mercato stimato in 5 miliardi di euro all’anno.
Senza nemmeno varcare la soglia della libertà personale, senza nemmeno affrontare gli aspetti medici della questione (il rapporto europeo mostra chiaramente come l’abuso di alcol sia un problema molto più grande e molto più sottovalutato, per la nostra popolazione e in particolare per le fasce più giovani), i nudi dati del rapporto europeo 2018 sul consumo di droghe mostrano come la legalizzazione della cannabis sarebbe un fatto di puro buon senso, quel buon senso che l’attuale governo Lega-5Stelle sostiene essere l’unico vero faro della propria azione politica.
Sappiamo bene che da loro non avremo alcuna risposta, in questo senso. Anche se il Movimento 5 Stelle si era schierato a favore della legalizzazione, pare chiaro che con un Ministro dell’Interno come Salvini l’approccio ottusamente repressivo continuerà a farla da padrone, e i 5 Stelle saranno ben felici di sacrificare le loro idee per mantenere il controllo sulla loro fetta di potere.
Noi di Possibile continueremo comunque a batterci per un paese finalmente più libero e per togliere risorse alla mafia per darle allo Stato e ai servizi per tutte e tutti.