Caro Erri, sui migranti la pensiamo come te

Caro Erri, di fronte all'assenza della sinistra che denunci, rilanciamo, invitandoti a discutere insieme a noi e a portare avanti insieme a noi questo sforzo di contrapporsi a mani nude alle ruspe, ovunque necessario

[vc_row][vc_column][vc_column_text css=”.vc_custom_1495707823537{margin-top: 20px !important;}”][/vc_column_text][vc_column_text]Caro Erri,

abbia­mo let­to con mol­to pia­ce­re la tua recen­te inter­vi­sta nel­la qua­le, oltre a rac­con­ta­re la tua espe­rien­za a bor­do del­le ONG, non rispar­mi cri­ti­che alla poli­ti­ca ita­lia­na e ai par­ti­ti su come è sta­to affron­ta­to il dibat­ti­to sui sal­va­tag­gi in mare e, più in gene­ra­le, l’in­te­ro dibat­ti­to sul­le migrazioni.

Come giu­sta­men­te osser­vi, ci tro­via­mo di fron­te a un feno­me­no che assu­me sem­pre più carat­te­ri­sti­che strut­tu­ra­li, ma che l’in­for­ma­zio­ne e le isti­tu­zio­ni rifiu­ta­no di con­si­de­ra­re tale e affron­ta­no con misu­re emer­gen­zia­li che offro­no ine­vi­ta­bil­men­te il fian­co a chi cer­ca voti sul­la pel­le dei rifu­gia­ti e dei migran­ti. Un con­ti­nuo sci­vo­la­men­to che coin­vol­ge anche par­ti­ti un tem­po inso­spet­ta­bi­li, che mischia­no migra­zio­ni e sicu­rez­za, che par­la­no di taxi del mare, che inve­sto­no nuo­va­men­te in una poli­ti­ca secu­ri­ta­ria che tro­va la pro­pria dimen­sio­ne nel­la deten­zio­ne ammi­ni­stra­ti­va dei migran­ti e nel­la ridu­zio­ne dei loro diritti.

Da tem­po sia­mo impe­gna­ti per smon­ta­re pas­so pas­so que­sta reto­ri­ca, che si infiam­ma e tro­va ali­men­ta­zio­ne in se stes­sa, per­ché lo scan­da­lo non gene­ra mai rispo­ste ade­gua­te, ma get­ta solo ulte­rio­re ben­zi­na sul fuo­co di un dibat­ti­to che ci con­se­gne­rà come vin­ci­to­re chi i migran­ti li vuo­le abban­do­na­re in mare.

Sia­mo impe­gna­ti rac­con­tan­do i buo­ni siste­mi di acco­glien­za, che in que­sto pae­se esi­sto­no, ma di cui tut­ti si scor­da­no. Sia­mo impe­gna­ti nel­la revi­sio­ne del­la Bos­si-Fini, una leg­ge inde­gna che sarà anco­ra lì al ter­mi­ne di que­sta legi­sla­tu­ra. Sia­mo impe­gna­ti per una rifor­ma del rego­la­men­to di Dubli­no che ten­ga con­to del­le sto­rie e del­le aspi­ra­zio­ni del­le per­so­ne. Sia­mo impe­gna­ti, infi­ne, nel con­tra­sta­re quo­ti­dia­na­men­te le cam­pa­gne di disin­for­ma­zio­ne, nel­l’ac­cen­de­re i riflet­to­ri sui casi più con­tro­ver­si. Ci sia­mo oppo­sti da subi­to e con for­za ai ver­go­gno­si decre­ti Min­ni­ti. Abbia­mo pre­sen­ta­to, pri­ma degli arre­sti, una inter­ro­ga­zio­ne sul Cara di Cro­to­ne che, insie­me a mol­ti altri nostri inter­ven­ti (l’ul­ti­mo dei qua­li, a fir­ma Andrea Mae­stri, riguar­da esat­ta­men­te l’o­pe­ra­to del­la Guar­dia costie­ra libi­ca denun­cia­to da una ONG), ha avu­to lo sco­po di tene­re fer­mo un pun­to: nel nostro mare tran­si­ta un’u­ma­ni­tà che implo­ra aiu­to, dispo­sta a tut­to pur di abban­do­na­re pri­ma le pro­prie case e poi l’in­fer­no libi­co, e noi non pos­sia­mo chiu­de­re gli occhi.

Ecco per­ché, di fron­te all’as­sen­za del­la sini­stra che denun­ci, rilan­cia­mo, invi­tan­do­ti a discu­te­re insie­me a noi e a por­ta­re avan­ti insie­me a noi que­sto sfor­zo di con­trap­por­si a mani nude alle ruspe, ovun­que neces­sa­rio, che sia l’en­ne­si­mo sgom­be­ro del Bao­bab di Roma, che sia un respin­gi­men­to col­let­ti­vo appal­ta­to alla guar­dia costie­ra libi­ca. Le bat­ta­glie giu­ste è giu­sto far­le assie­me.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

AIUTACI a scrivere altri articoli come quello che hai appena letto con una donazione e con il 2x1000 nella dichiarazione dei redditi aggiungendo il codice S36 nell'apposito riquadro dedicato ai partiti politici.

Se ancora non la ricevi, puoi registrarti alla nostra newsletter.
Partecipa anche tu!

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Congresso 2024: regolamento congressuale

Il con­gres­so 2024 di Pos­si­bi­le si apre oggi 5 apri­le: dif­fon­dia­mo in alle­ga­to il rego­la­men­to con­gres­sua­le ela­bo­ra­to dal Comi­ta­to Organizzativo.

Il salario. Minimo, indispensabile. Una proposta di legge possibile.

Già nel 2018 Pos­si­bi­le ha pre­sen­ta­to una pro­po­sta di leg­ge sul sala­rio mini­mo. In quel­la pro­po­sta, l’introduzione di un sala­rio mini­mo lega­le, che rico­no­sces­se ai mini­mi tabel­la­ri un valo­re lega­le erga omnes quan­do que­sti fos­se­ro al di sopra del­la soglia sta­bi­li­ta, for­ni­va una inno­va­ti­va inter­pre­ta­zio­ne del­lo stru­men­to, sino a quel tem­po bloc­ca­to dal timo­re di ero­de­re pote­re con­trat­tua­le ai sin­da­ca­ti. Il testo del 2018 è sta­to riscrit­to e miglio­ra­to in alcu­ni dispo­si­ti­vi ed è pron­to per diven­ta­re una pro­po­sta di leg­ge di ini­zia­ti­va popolare.

500.000 firme per la cannabis: la politica si è piantata? Noi siamo per piantarla e mobilitarci.

500.000 fir­me per toglie­re risor­se e giro d’affari alle mafie, per garan­ti­re la qua­li­tà e la sicu­rez­za di cosa vie­ne ven­du­to e con­su­ma­to, per met­te­re la paro­la fine a una cri­mi­na­liz­za­zio­ne e a un proi­bi­zio­ni­smo che non han­no por­ta­to a nes­sun risul­ta­to. La can­na­bis non è una que­stio­ne secon­da­ria o risi­bi­le, ma un tema serio che riguar­da milio­ni di italiani.

Possibile per il Referendum sulla Cannabis

La can­na­bis riguar­da 5 milio­ni di con­su­ma­to­ri, secon­do alcu­ni addi­rit­tu­ra 6, mol­ti dei qua­li sono con­su­ma­to­ri di lun­go cor­so che ne fan­no un uso mol­to con­sa­pe­vo­le, non peri­co­lo­so per la società.
Pre­pa­ra­te lo SPID! Sarà una cam­pa­gna bre­vis­si­ma, dif­fi­ci­le, per cui ser­vi­rà tut­to il vostro aiu­to. Ma si può fare. Ed è giu­sto provarci.

Corridoi umanitari per chi fugge dall’Afghanistan, senza perdere tempo o fare propaganda

La prio­ri­tà deve esse­re met­te­re al sicu­ro le per­so­ne e non può esse­re mes­sa in discus­sio­ne da rim­pal­li tra pae­si euro­pei. Il dirit­to d’asilo è un dirit­to che in nes­sun caso può esse­re sot­to­po­sto a “vin­co­li quan­ti­ta­ti­vi”. Ser­vo­no cor­ri­doi uma­ni­ta­ri, e cioè vie d’accesso sicu­re, lega­li, tra­spa­ren­ti attra­ver­so cui eva­cua­re più per­so­ne possibili. 

I padroni dicono di no a tutto. E per questo scioperiamo.

La stra­te­gia del capi­ta­li­smo è quel­la di ato­miz­za­re le riven­di­ca­zio­ni, met­ter­ci gli uni con­tro gli altri, indi­vi­dua­re un nemi­co invi­si­bi­le su cui svia­re l’attenzione, sosti­tui­re la lot­ta col­let­ti­va con tan­te lot­te indi­vi­dua­li che, pro­prio per que­sto, sono più debo­li e più faci­li da met­te­re a tacere.
Ma la gran­de par­te­ci­pa­zio­ne allo scio­pe­ro del 13 dicem­bre dimo­stra che la dimen­sio­ne col­let­ti­va del­la nostra lot­ta, del­le nostre riven­di­ca­zio­ni, non è perduta.