Ti rottamo. Ti asfalto. Sei un gufo. Un vecchio che guarda i cantieri e sa solo lamentarsi. Un Tafazzi che si prende a bottigliate le palle. Ma, ehi, come dicono a Roma: stacce. Sii leale. (Mentre ti asfalto). Un sorriso.
Ecco, poche cose sono più odiose di quelli che sono verbalmente violenti, sistematicamente, e però pretendono di presentarsi come quelli che fanno politica col sorriso.
L’ultima di Renzi è questo paragone — col sorriso eh — con Tafazzi. I Tafazzi della sinistra: ma Tafazzi ci sarai tu, caro Matteo (un sorriso).
E infatti, chi è il Tafazzi che ha preso a bottigliate gli elettori della sinistra? Chi è l’unico Tafazzi tra tutti i partiti europei che aderiscono al Pse che ha scelto come geniale strategia di attaccare sempre e comunque i sindacati (ridicolizzati), salvo poi lamentarsi se i suoi iscritti non votano più il Pd? Chi è il Tafazzi che si riempie la bocca di “buona scuola” ma poi sfotte gli intellettuali (sui quali all’ultima Leopolda si rideva parecchio) e i costituzionalisti più autorevoli (professoroni)? Chi è il Tafazzi che si è schierato con speculatori e petrolieri abbandonando i suoi stessi elettori ambientalisti, brutalizzati dallo Sblocca Italia? Chi è il Tafazzi che ha bisogno di un nemico cercato insistentemente sempre solo a sinistra, con una strategia volta a recuperare elettori e ceto politico a destra?
Chi ha tradito le parole usate nella campagna delle primarie? A proposito di palle, chi si è fatto eleggere segretario senza avere il coraggio di accennare nemmeno minimamente alla sua intenzione di spodestare il governo al quale si era giurato lealissimo sostenitore senza farsi dare un mandato popolare, di abolire l’articolo 18, di realizzare un parlamento di nominati sia alla Camera che al Senato? Chi ha scelto di proseguire con le larghe intese? Chi ha usufruito delle scissioni di vari partiti per costituire un’alleanza di governo? Chi ha negato di fare cose che ha poi puntualmente fatto?
Chi ha sottovalutato la diaspora a sinistra e cerca maldestramente di recuperarla ora, accusando gli altri degli errori che ha commesso?
Ecco, se c’è un Tafazzi sei proprio tu, caro Renzi, anche se sfortunatamente le palle che martelli con tanta insistenza sono quelle dei tuoi elettori. E se ti mollano, la colpa è solo tua.