Lavoro

Perché in Occidente è necessaria una discussione sul lavoro

Dopo il boom digi­ta­le, stan­no arri­van­do la quar­ta, la quin­ta e la sesta rivo­lu­zio­ne indu­stria­le tut­te insie­me (robo­ts, IA, big data e IoT) e stan­no inve­sten­do ogni set­to­re lavo­ra­ti­vo cono­sciu­to. Quan­do si par­la di lavo­ro, si deve pre­scin­de­re dai temi loca­li (aper­tu­re festi­ve, tipo­lo­gie con­trat­tua­li, ecc.) e si deve pen­sa­re al futu­ro del lavoro

Mezzogiorno “greco”: la questione meridionale non è caricaturale

Una quo­ta che oscil­la tra il 60–70% di neo­leau­rea­ti che non tro­va un lavo­ro. Una per­cen­tua­le supe­rio­re al 35% di gio­va­ni sen­za un’occupazione e fuo­ri dal mon­do del­la for­ma­zio­ne. Un red­di­to pro­ca­pi­te com­pre­so tra 10mila e 17mila euro. E un pri­ma­to tutt’altro che invi­dia­bi­le: Sici­lia, Cala­bria, Cam­pa­nia e Puglia figu­ra­no tra le cin­que peg­gio­ri regioni …

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Salario minimo sì, ma senza prendere in giro chi lavora

Mac­ché red­di­to di cit­ta­di­nan­za, meglio il sala­rio mini­mo lega­le. Lo ha det­to Oscar Fari­net­ti, il deus ex machi­na di Eata­ly, in tv alla tra­smis­sio­ne Cir­co Mas­si­mo. Il ragio­na­men­to è cal­zan­te, le cifre indi­ca­te inve­ce no. Mil­le­cin­que­cen­to euro per tut­ti sareb­be uno slo­gan mol­to effi­ca­ce (spe­cie per chi gua­da­gna meno di quel­la cifra), ma — lo …

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Diritti e lavoro: le cooperative del precariato

Lavo­ra­re, tal­vol­ta anche di not­te, per una paga di 6 o 6,5 euro all’ora. Di sicu­ro infe­rio­re a qual­sia­si altro dipen­den­te assun­to. Sen­za un con­trat­to, sen­za ave­re la garan­zia di un fis­so men­si­le, sen­za ave­re la cer­tez­za di esse­re richia­ma­ti per lo stes­so mon­te ore il gior­no suc­ces­si­vo. Remu­ne­ra­ti “a cot­ti­mo” si sareb­be det­to fino …

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Reddito minimo, la ragione può prevalere

L’orientamento che sta pre­va­len­do nel gover­no è quel­lo di un poten­zia­men­to del REI incre­men­tan­do la dota­zio­ne fino a 5 miliar­di per 4 milio­ni di pove­ri con asse­gno medio indi­vi­dua­le di cir­ca 300 euro al mese: ben lun­gi dal con­cre­tiz­za­re le pro­mes­se elet­to­ra­li che inve­ce vale­va­no un asse­gno men­si­le net­to di 780 euro e a cui il Mini­stro Di Maio resta dispe­ra­ta­men­te aggrappato.

Di Maio senza idee sulla crisi di Bekaert

Nean­che in que­sto caso ci si è posti il pro­ble­ma di come gesti­re il licen­zia­men­to dei lavo­ra­to­ri, qua­li stru­men­ti di sup­por­to dare loro a dispo­si­zio­ne. Sono sta­ti così rapi­di a chie­de­re spie­ga­zio­ni in Euro­pa, il mini­stro e il suo staff, quan­to sono sta­ti inef­fi­ca­ci e pri­vi di idee al tavo­lo del­le trattative.

L’irresistibile tentazione del capitalismo padano

Che cosa signi­fi­ca “lavo­ra­to­ri a rischio”? Leg­gen­do que­sto tito­lo in rela­zio­ne al Decre­to Digni­tà, la pri­ma imma­gi­ne che si for­ma nel­la men­te del let­to­re è che il prov­ve­di­men­to ridu­ca le tute­le dei lavo­ra­to­ri e ren­da la loro con­di­zio­ne più pre­ca­ria di pri­ma. Ma è dav­ve­ro così?

Il Decreto della dignità piccolissima

È comin­cia­to in aula alla Came­ra il dibat­ti­to sul Decre­to Digni­tà (Decre­to Leg­ge n. 87/2018) e non pos­sia­mo ter­gi­ver­sa­re oltre sul­le distor­sio­ni che le rela­zio­ni di mag­gio­ran­za, ed in par­ti­co­lar modo quel­la del Mini­stro Lui­gi Di Maio, han­no fat­to del testo pro­po­sto. Di Maio ha pom­po­sa­men­te affer­ma­to l’intenzione del gover­no di tute­la­re «i dirit­ti degli …

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Comdata, Pastorino: un accordo monco, complici Governo e Ministero

“E’ sta­to sigla­to al Mini­ste­ro del Lavo­ro un’i­po­te­si di accor­do per il riti­ro dei licen­zia­men­ti su Pado­va e Poz­zuo­li di Com­da­ta. Dopo la mia Inter­ro­ga­zio­ne spe­ra­vo che le basi fos­se­ro diver­se inve­ce que­sto è un accor­do mon­co. I lavo­ra­to­ri avran­no solo acces­so ad ammor­tiz­za­to­ri socia­li, mesi di soli­da­rie­tà, incen­ti­vi al licen­zia­men­to e altri stru­men­ti che …

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Call center: il telefono della crisi squilla a Mezzogiorno (e non solo)

Per anni sono sta­ti il sim­bo­lo del pre­ca­ria­to, del lavo­ra­to­re sfrut­ta­to e mal­pa­ga­to. Uno ste­reo­ti­po per­fet­to, rac­con­ta­to anche dal mon­do dell’editoria e del Cine­ma. Oggi i riflet­to­ri sono pun­ta­ti altro­ve: chi lavo­ra in un call cen­ter rice­ve deci­sa­men­te meno atten­zio­ne, fa meno audien­ce. E non per­ché la situa­zio­ne sia nor­ma­liz­za­ta: è solo scat­ta­to un meccanismo …

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