Mafia

19 luglio: pretendiamo giustizia, non retorica

Non si pos­so­no fare tor­na­re i vita i mor­ti, non si può resti­tui­re la pace alle loro fami­glie, né rico­sti­tui­re tut­te quel­le vite e quel­le fami­glie che si sono sgre­to­la­te nel tem­po, per con­se­guen­ze diret­te ed indi­ret­te di un siste­ma mafio­so e corrotto.
Ma la giu­sti­zia sì che si può fare, ed è dove­ro­so pre­ten­der­la. Per chi ha dato la vita per difen­der­la, per la nostra digni­tà di cit­ta­di­ni e per le gene­ra­zio­ni future.

“At last”, la reazione (necessaria) del Veneto contro le Mafie

Come nel­le altre inchie­ste del recen­te pas­sa­to emer­ge chia­ra­men­te la pro­gres­si­va e sem­pre più strut­tu­ra­ta infil­tra­zio­ne del­la cri­mi­na­li­tà orga­niz­za­ta in Vene­to e il con­sen­so che i mafio­si incon­tra­no con pez­zi del­la socie­tà, ope­ra­to­ri del mon­do eco­no­mi­co e ora anche poli­ti­co, che chie­do­no capi­ta­li, ser­vi­zi e favori.