Migrazioni

Sono sempre di più le persone costrette a fuggire. E la situazione non può che peggiorare

82,4 milio­ni. Nono­stan­te la pan­de­mia, nono­stan­te le limi­ta­zio­ni agli spo­sta­men­ti attua­te in nume­ro­si pae­si, il 2020 fa segna­re un nuo­vo record al nume­ro di per­so­ne costret­te ad abban­do­na­re le pro­prie case a cau­sa di per­se­cu­zio­ni, vio­la­zio­ni dei dirit­ti uma­ni ed even­ti che han­no pre­giu­di­ca­to gra­ve­men­te l’or­di­ne pubblico.

L’emergenza climatica è sempre più decisiva nelle scelte migratorie

Se in alcu­ni pae­si le con­se­guen­ze sono già apprez­za­bi­li, in altri no, ma anco­ra per poco. Se le cau­se del­l’e­mer­gen­za cli­ma­ti­ca han­no chia­re respon­sa­bi­li­tà, le sue con­se­guen­ze non rispar­mie­ran­no nes­su­no. Cer­to, i pri­mi a esse­re col­pi­ti sono curio­sa­men­te i meno respon­sa­bi­li e colo­ro che han­no meno risor­se per tam­po­na­re ma, subi­to dopo, toc­che­rà anche a noi. E a quel pun­to non ci saran­no altri pia­ne­ti sui qua­li rifugiarsi. 

Il nuovo solito patto con la Libia

Un nuo­vo pat­to che nei fat­ti non cam­bie­reb­be nul­la, se non andan­do a raf­for­za­re un per­cor­so che cono­scia­mo bene, e che ogni gior­no ci allon­ta­na sem­pre di più dal­la fine del­la tra­ge­dia uma­ni­ta­ria che da anni si con­su­ma ai nostri confini.

Libia, cosa deve accadere ancora?

Era il 21 apri­le 2017 quan­do con una impo­nen­te ceri­mo­nia l’allora mini­stro del­l’In­ter­no Mar­co Min­ni­ti a Gae­ta cele­bra­va la chiu­su­ra del pri­mo cor­so di for­ma­zio­ne, tenu­to dagli uomi­ni del­la Guar­dia di Finan­za pres­so la loca­le Scuo­la Nau­ti­ca, degli equi­pag­gi libi­ci. In quell’occasione veni­va­no con­se­gna­te due moto­ve­det­te dismes­se dal­la nostra mari­na Mili­ta­re e ne veni­va­no promesse …

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Lavoratori stranieri invisibili: dopo la beffa della sanatoria se ne faccia carico il governo Draghi

Era il pri­mo giu­gno del­lo scor­so anno, quan­do il decre­to inter­mi­ni­ste­ria­le Inter­no, Eco­no­mia, Lavo­ro e Poli­ti­che agri­co­le dava il via alle doman­de di rego­la­riz­za­zio­ne dei rap­por­ti di lavo­ro con cit­ta­di­ni stra­nie­ri in tre set­to­ri: agri­col­tu­ra, assi­sten­za alla per­so­na e lavo­ro dome­sti­co. Era­no sta­ti pre­vi­sti due bina­ri, l’at­ti­va­zio­ne del dato­re di lavo­ro tra­mi­te lo Spor­tel­lo unico …

Lavo­ra­to­ri stra­nie­ri invi­si­bi­li: dopo la bef­fa del­la sana­to­ria se ne fac­cia cari­co il gover­no Dra­ghi Leg­gi altro »

Era abolire, non abbellire (quei decreti)

Sot­to l’aspetto giu­ri­di­co, la “riscrit­tu­ra” dei cd. decre­ti sicu­rez­za che esce dal Con­si­glio dei Mini­stri del 5 otto­bre 2020 è una delu­sio­ne. L’impianto rima­ne lo stes­so, e que­sto è il dato di par­ten­za. Vie­ne allar­ga­ta la cd. pro­te­zio­ne spe­cia­le, che rima­ne tale, e que­sto è bene, ma non vie­ne ripri­sti­na­ta la pro­te­zio­ne uma­ni­ta­ria eli­mi­na­ta dai …

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Decreti sicurezza: irrazionale e discriminatorio escludere i richiedenti asilo dall’iscrizione anagrafica

Ora vie­ne da chie­der­si quan­to a lun­go il gover­no Con­te bis — gui­da­to, oltre che dal M5S, da PD e LEU — avreb­be anco­ra atte­so pri­ma di eli­mi­na­re una pale­se discri­mi­na­zio­ne. E quan­to atten­de­rà anco­ra pri­ma di inter­ve­ni­re sui decre­ti sicu­rez­za (abo­len­do­li, auspi­chia­mo), men­tre in ragio­ne di que­sti alcu­ne per­so­ne con­ti­nua­no a subi­re discri­mi­na­zio­ni. Dob­bia­mo atten­de­re la Cor­te costi­tu­zio­na­le anche per il resto?

Quando gli invisibili diventano visibili: il caso dei braccianti di Saluzzo

Al par­co di Vil­la Ali­ber­ti, a Saluz­zo, gio­ve­dì scor­so all’alba è arri­va­ta la Poli­zia. Tut­te e cen­to­tren­ta­tre le per­so­ne accam­pa­te al par­co sono sta­te sot­to­po­ste – così scri­vo­no i gior­na­li – a un dop­pio scree­ning, docu­men­ta­le e medi­co. L’accampamento di for­tu­na è sta­to sgom­be­ra­to, le per­so­ne sud­di­vi­se arbi­tra­ria­men­te in grup­pi e smi­sta­te in vari cen­tri del­la zona, sen­za tene­re in alcu­na con­si­de­ra­zio­ne even­tua­li esi­gen­ze personali.

Salvataggi in mare: cambia il Governo, ma nulla cambia

Sem­bra esser­si ormai cri­stal­liz­za­to qual­co­sa di simi­le a un pro­to­col­lo. Un pro­to­col­lo, a dir­la tut­ta, al qua­le ci sia­mo ormai più o meno abi­tua­ti dal momen­to in cui si è inse­dia­to il gover­no Con­te. Il pri­mo gover­no Con­te, per la pre­ci­sio­ne. Anche a quei tem­pi, infat­ti, la lar­ghis­si­ma par­te del­le ope­ra­zio­ni di “bloc­co” degli sbar­chi dal­le Ong si risol­ve­va così: gior­ni in mare, situa­zio­ni cri­ti­che a bor­do, situa­zio­ni sem­pre più tese fin­ché, anche allo­ra, le per­so­ne veni­va­no fat­te sbarcare.