Migrazioni

Il PD e l’immigrazione: tutto e il suo contrario

Que­sto PD, con den­tro tut­to e il suo con­tra­rio, che dice tut­to e il suo con­tra­rio ci scon­cer­ta e ci spa­ven­ta. Per que­sto, da tem­po, ci sia­mo mes­si in cam­mi­no per costrui­re ana­li­si e rispo­ste serie: quel­le che il PD non è più in gra­do di dare. Ne par­le­re­mo, insie­me ad altri impor­tan­ti temi, alla nostra Costi­tuen­te del­le Idee a Roma il 24, 25 e 26 febbraio.

#MuslimBan: una storia tutta sbagliata che ricorda i peggiori incubi del Novecento

Non dob­bia­mo in alcun modo sot­to­va­lu­ta­re il prov­ve­di­men­to di Trump, un prov­ve­di­men­to che — oltre a esse­re inef­fi­ca­ce e assur­do — apre a uno sci­vo­la­men­to che può ripor­ta­re l’u­ma­ni­tà a rivi­ve­re i peg­gio­ri incu­bi del nove­cen­to. E’ neces­sa­rio mobi­li­tar­si ora, dap­per­tut­to, sor­ve­glian­do atten­ta­men­te anche sul­le poli­ti­che ita­lia­ne e europee.

Quanti attacchi terroristici fatali sono stati compiuti da rifugiati negli Stati Uniti? Nessuno

«Quan­ti attac­chi ter­ro­ri­sti­ci fata­li sono sta­ti com­piu­ti da rifu­gia­ti negli Sta­ti Uni­ti? Nes­su­no». E’ que­sto il tito­lo di un arti­co­lo com­par­so pochi gior­ni fa sul sito web del­la CNN che spie­ga, dati alla mano, per­ché il prov­ve­di­men­to volu­to da Donald Trump che chiu­de le por­te ai rifu­gia­ti e ai cit­ta­di­ni di set­te pae­si a maggioranza …

Quan­ti attac­chi ter­ro­ri­sti­ci fata­li sono sta­ti com­piu­ti da rifu­gia­ti negli Sta­ti Uni­ti? Nes­su­no Leg­gi altro »

Il cortocircuito di relazioni pericolose che va da Trump allo Yemen, passando per Italia e Arabia Saudita

Lo Yemen rien­tra nel­la lista dei pae­si col­pi­ti dal prov­ve­di­men­to di Trump, ma i cit­ta­di­ni del­lo Yemen sono pri­ma di tut­to vit­ti­me del­la cam­pa­gna di bom­bar­da­men­ti con­dot­ta dal­l’A­ra­bia Sau­di­ta, con­dot­ta — è for­te il sospet­to — anche con armi pro­ve­nien­ti dal­l’I­ta­lia. Un cor­to­cir­cui­to di rela­zio­ni peri­co­lo­se glo­ba­le e ipocrita.

Oggi a Venezia per Pateh Sabally

Oggi pome­rig­gio sarò a Vene­zia per par­te­ci­pa­re alla mani­fe­sta­zio­ne in ricor­do di Pateh Sa-bal­ly, il ragaz­zo del Gam­bia mor­to anne­ga­to nel Canal Gran­de il 22 gen­na­io scor­so. Una sto­ria ter­ri­bi­le sul­la qua­le qual­sia­si com­men­to potreb­be appa­ri­re reto­ri­co o stru­men­ta­le. Mi limi­te­rò a mani­fe­sta­re in silen­zio l’indignazione per que­sta mor­te assur­da, per la mor­te dei dirit­ti e anche del sen­so di uma­ni­tà di quan­ti han­no guar­da­to sen­za inter­ve­ni­re, insul­tan­do un ragaz­zo di appe­na 22 anni che non ha tro­va­to una casa nem­me­no nel­la civi­lis­si­ma Europa.

Costruire muri è stupido

Innal­za­re muri non è sola­men­te una rispo­sta illu­so­ria (spes­so a pro­ble­ma­ti­che anch’es­se illu­so­rie), ma gene­ra dina­mi­che che sfug­go­no al con­trol­lo del­le auto­ri­tà sta­ta­li. Una rispo­sta che sem­bra tan­to musco­la­re, ma che rischia di esse­re tan­to cretina.

Le migranti stuprate in Libia e l’Ue si preoccupa dei rimpatri

Il dos­sier dell’Onu è sta­to reso noto negli stes­si gior­ni in cui a Bru­xel­les, con la giu­sti­fi­ca­zio­ne di “evi­ta­re che il Medi­ter­ra­neo si tra­sfor­mi in un cimi­te­ro”, si è con­cre­tiz­za­to il pro­gram­ma di rim­pa­trio dei migran­ti nei loro pae­si diret­ta­men­te dal­la Libia, facen­do­ne uno degli hub afri­ca­ni di con­cen­tra­zio­ne, smi­sta­men­to e respin­gi­men­to e impe­den­do gli imbarchi.

Cosa ho visto tra i migranti ragazzini bloccati a Belgrado

«E’ una situa­zio­ne mai vista pri­ma». Comin­cia così il rac­con­to di Lis­sett, diri­gen­te del­l’as­so­cia­zio­ne “Refu­gees Aid Ser­bia”. La pre­sen­za di pro­fu­ghi bloc­ca­ti in Ser­bia non è nuo­va: que­sta esta­te, con la chiu­su­ra del­le fron­tie­re euro­pee, sono sta­te get­ta­te le basi del­la cri­si uma­ni­ta­ria che, in que­ste ore, col­pi­sce i pro­fu­ghi pre­sen­ti a Bel­gra­do. L’u­ni­ca dif­fe­ren­za è il cam­bio di sta­gio­ne, che costrin­ge al gelo tra le 700 e le 1200 per­so­ne, in capan­no­ni abban­do­na­ti nei pres­si del­la sta­zio­ne di Bel­gra­do, gli stes­si dove già que­sta esta­te tro­va­va­no pro­te­zio­ne alcu­ni di loro.