Politica

È bellissimo questo Paese da costruire, lì fuori

Uscia­mo, ascol­tia­mo le solu­zio­ni, imma­gi­nia­mo il Pae­se che man­ca ai lavo­ra­to­ri, agli inse­gnan­ti, ai neo­lau­rea­ti, alle par­ti­te iva, agli schia­vi a tem­po inder­me­ni­na­to con la pro­spet­ti­va che non arri­va a fine mese e un con­trat­to deter­mi­na­tis­si­mo, agli eso­da­ti (ce li ricor­dia­mo, gli eso­da­ti?), gli anti­ma­fio­si, gli impren­di­to­ri stre­ma­ti, i disil­lu­si, i sen­za spe­ran­za e poi …

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#Terremoto: le cose da fare, a telecamere spente

Nel nau­sean­te dibat­ti­to sul­le «bufa­le» (e chi è sen­za «bufa­la» sca­gli la pri­ma «bufa­la»), c’è da recu­pe­ra­re un con­cet­to pas­sa­to in secon­do pia­no: le fra­si stu­pi­de. Che non sono «bufa­le», appun­to, ma fan­no anche peg­gio del­le «bufa­le». «Il gover­no aiu­ti i ter­re­mo­ta­ti, non le ban­che.» E inve­ce il gover­no deve aiu­ta­re i ter­re­mo­ta­ti E le …

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Frena la corsa dei Voucher? Tutto frutto del ricalcolo

Come giu­sti­fi­ca­re la pre­sun­ta fre­na­ta del­la ven­di­ta dei buo­ni lavo­ro negli ulti­mi due mesi del­l’an­no? Effet­to del­le novi­tà intro­dot­te con il decre­to cor­ret­ti­vo del Jobs Act che pre­ve­de la noti­fi­ca SMS 6o minu­ti pri­ma del­l’av­vio dei lavo­ri? No. Frut­to di un rical­co­lo. Tut­to qui. Lo scri­ve l’INPS in aper­tu­ra del­l’ul­ti­mo report del­l’Os­ser­va­to­rio sul Pre­ca­ria­to: A partire …

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Il voto nel merito e la voglia di decidere

E’ sba­glia­to bana­liz­za­re l’esito del refe­ren­dum del 4 dicem­bre ridu­cen­do­lo a un pro­ble­ma di “comu­ni­ca­zio­ne”, come l’ex Pre­mier affer­ma nel­la sua ulti­ma inter­vi­sta. All’interno di una serie di “rifor­me” che han­no avu­to come filo con­dut­to­re la “chiu­su­ra”, la sal­va­guar­dia del­le posi­zio­ni, quel­la del­la Costi­tu­zio­ne sia sta­ta cor­ret­ta­men­te indi­vi­dua­ta come la rifor­ma pilota.

Ci vuole del metodo (in questa follia)

Leg­go quo­ti­dia­ni appel­li alla defi­ni­zio­ne di un per­cor­so poli­ti­co per la sini­stra, come se si ripar­tis­se sem­pre da zero. In un siste­ma poli­ti­co fol­le dove tut­to si esau­ri­sce e si con­fon­de, non c’è solo biso­gno di indi­ca­re un’ur­gen­za, ma di pen­sa­re seria­men­te a qua­le orga­niz­za­zio­ne pos­sa inter­pre­tar­la e qua­li obiet­ti­vi devo­no ispi­rar­la. Insom­ma non è il …

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Sì, caro Varoufakis, è possibile

Leg­gia­mo Varou­fa­kis oggi inter­vi­sta­to da Ales­san­dro Gilio­li e ci con­vin­ce soprat­tut­to l’atteggiamento euro­peo, dura­men­te cri­ti­co ma appun­to euro­peo. Sin dal lan­cio di Pos­si­bi­le ai Pini Spet­ti­na­ti e poi al Poli­ti­camp di Firen­ze nel luglio 2015 abbia­mo insi­sti­to sul­la tota­le insuf­fi­cien­za del­la dimen­sio­ne nazio­na­le per affron­ta­re le sfi­de su cui ci stia­mo gio­can­do il nostro futuro, …

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La “panchina lunga” che può cambiare la politica

Così stia­mo pro­ce­den­do noi, di Pos­si­bi­le, cer­can­do quel­la «pan­chi­na lun­ga» che fino­ra è man­ca­ta. Che non è com­po­sta solo da addet­ti ai lavo­ri, né sol­tan­to da atti­vi­sti, né esclu­si­va­men­te da iscrit­ti a que­sto o a quel par­ti­to, ma anche da sem­pli­ci cit­ta­di­ni, che han­no matu­ra­to una com­pe­ten­za, che cono­sco­no il pro­prio lavo­ro, che pos­so­no discu­te­re con i pri­mi del­la com­ples­si­tà che ci tro­via­mo ad affron­ta­re, sen­za sem­pli­fi­car­la in slo­gan e scor­cia­to­ie, sen­za striz­za­ti­ne d’oc­chio, sen­za bonus tipo lot­te­ria Ita­lia, ma con un dise­gno com­ples­si­vo. Met­ten­do a con­fron­to espe­rien­ze diver­se, affron­tan­do le que­stio­ne con i nume­ri e con i dati, entran­do in quel famo­so meri­to di cui tut­ti par­la­no mol­to e ‘pra­ti­ca­no’ poco.

Il manifesto e la costituente all’islandese

Scri­via­mo un mani­fe­sto pre­ci­so e pun­tua­le, con chi vor­rà par­te­ci­pa­re. Rac­co­glia­mo idee e pro­po­ste da par­te di chi le vuo­le discu­te­re con noi. Valu­tia­mo­le insie­me sot­to il pro­fi­lo del­la loro soste­ni­bi­li­tà e coe­ren­za. Sot­to­po­nia­mo il risul­ta­to a una veri­fi­ca demo­cra­ti­ca, una sor­ta di assem­blea costi­tuen­te del­le idee e del­le proposte.

Caro Laterza, la cultura politica qui da noi è un chiodo fisso

Quan­do abbia­mo pen­sa­to a come far cre­sce­re que­sta nostra pic­co­la comu­ni­tà che è Pos­si­bi­le, abbia­mo con­ve­nu­to tut­ti che la capa­ci­tà di ela­bo­ra­re cul­tu­ra (anche poli­ti­ca) sia l’e­le­men­to fon­dan­te per usci­re dal pan­ta­no del popu­li­smo da una par­te e del bie­co rea­li­smo dal­l’al­tra. Ma deci­de­re di pren­de­re la poli­ti­ca ter­ri­bil­men­te sul serio e di stu­dia­re le cau­se pri­ma di con­fe­zio­na­re le solu­zio­ni è un per­cor­so imper­vio e tortuoso.

Ma le regioni chi le governa, mia zia?

Ha susci­ta­to un cer­to (giu­sti­fi­ca­to) inte­res­se l’arti­co­lo dell’altro ieri di Ser­gio Riz­zo, dedi­ca­to ai ben 62 grup­pi costi­tui­ti da una sola per­so­na che sono pre­sen­ti in qua­si tut­ti i con­si­gli regio­na­li ita­lia­ni. Quel­lo che appa­re meno giu­sti­fi­ca­to è la let­tu­ra che in mol­ti, spe­cie nel cam­po demo­cra­ti­co, vor­reb­be­ro dare di que­sta noti­zia, e cioè che …

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