Quaderni

I lavoratori autonomi stanno sempre bene

Sia­mo la nuo­va clas­se ope­ra­ia, ma sen­za l’i­dea di clas­se, e per que­sto non andre­mo in para­di­so. Non andre­mo nem­me­no in malat­tia, per­ché chi lavo­ra con la par­ti­ta Iva sta sem­pre bene, anche se ha il can­cro. I lavo­ra­to­ri auto­no­mi, da non con­fon­de­re con i libe­ri pro­fes­sio­ni­sti, lo san­no già, ades­so lo san­no anche il resto degli ita­lia­ni gra­zie alla cam­pa­gna di Danie­la Fre­go­si, la 46enne di Gros­se­to che dal 1992 lavo­ra con par­ti­ta Iva nel cam­po del­la for­ma­zio­ne nel­le azien­de e che, amma­la­ta­si di can­cro, ha dovu­to fare i con­ti con la dispa­ri­tà di tute­le dei lavo­ra­to­ri auto­no­mi rispet­to a chi ha un con­trat­to di lavo­ro dipendente.

«Emergenza permanente»

Ci sia­mo chie­sti se que­sta espres­sio­ne che l’O­nu adot­ta per descri­ve­re l’al­lar­me migra­zio­ni non con­ten­ga un assur­do logico.

Ci sia­mo chie­sti per­ché l’Eu­ro­pa non rie­sca a inter­ve­ni­re, come sug­ge­ri­sce Cri­stal­li­na Geor­gie­va, vice­pre­si­den­te del­la Com­mis­sio­ne euro­pea, nei pae­si da cui i migran­ti provengono.

Ci sia­mo chie­sti per­ché l’I­ta­lia non si pon­ga all’a­van­guar­dia nel­l’af­fron­ta­re la que­stio­ne, che la riguar­da diret­ta­men­te per ragio­ni geo­gra­fi­che, sto­ri­che e politiche.

Il cibo sprecato è il terzo paese al mondo per emissioni di gas serra

«Se gli spre­chi ali­men­ta­ri mon­dia­li fos­se­ro un Pae­se — scri­ve il Finan­cial Times -, sareb­be­ro il ter­zo più gran­de emet­ti­to­re mon­dia­le di gas ser­ra, dopo Cina e Sta­ti Uni­ti, richie­den­do inol­tre 250 chi­lo­me­tri cubi­ci di acqua all’an­no — più del­la por­ta­ta annua­le del Danu­bio», con tut­to ciò che ne con­se­gue in ter­mi­ni di riscal­da­men­to globale.

Il troppo che avanza

Il siste­ma ali­men­ta­re è uno stru­men­to irri­nun­cia­bi­le per met­te­re in moto il cam­bia­men­to che ci ser­ve per incre­men­ta­re il benes­se­re com­ples­si­vo e rag­giun­ge­re l’uguaglianza tra gli indi­vi­dui. La riu­sci­ta di que­sto pro­get­to cor­ri­spon­de alla som­ma­to­ria dell’impegno di cia­scu­no di noi: sia come con­su­ma­to­re, nel momen­to in cui deci­de cosa e come con­su­ma­re, sia come agen­te di cam­bia­men­to socia­le, all’interno del­la rete che stia­mo costruen­do insieme.

Fine vita: la battaglia più dura inizia ora

Ieri pome­rig­gio la con­fe­ren­za dei pre­si­den­ti dei grup­pi alla Came­ra ha final­men­te calen­da­riz­za­to la Leg­ge sul Fine Vita. La bat­ta­glia non è fini­ta, ora ini­zia la sfi­da più dura. Non abbas­sia­mo la guar­dia, con­ti­nuia­mo a scen­de­re in piaz­za a fare ini­zia­ti­ve, a crea­re pon­ti, a con­fron­tar­ci con tut­ti, a fare pres­sio­ne su ogni mem­bro del­la Came­ra, affin­ché si capi­sca che que­sta bat­ta­glia non ha nul­la di ideo­lo­gi­co, ma va incon­tro al dirit­to di cia­scu­no di noi di poter deci­de­re del­la pro­pria vita, di poter esse­re libe­ri, fino alla fine.