C’è un altro modo di fare politica

Fatto certamente di passione e allegria, ma anche di studio, di impegno, di visione e progettualità. In cui la comunicazione viene usata per veicolare contenuti, non per cavalcare verso il basso rabbie e paure con lo slogan più efficace.

Abbia­mo sor­ri­so di fron­te al que­si­to che sta­mat­ti­na ver­rà sot­to­po­sto agli iscrit­ti al Movi­men­to 5 Stel­le per strap­pa­re il via libe­ra al gover­no Draghi.

Abbia­mo fat­to iro­nia sul­le usci­te stram­pa­la­te di Toni­nel­li che, scon­vol­to, ci ha fat­to sape­re “addi­rit­tu­ra di lavo­ra­re”. Abbia­mo riso per non pian­ge­re sul­la con­fu­sio­ne del Mini­stro degli Este­ri tra libi­ci e liba­ne­si, sul­le spa­ra­te di Di Bat­ti­sta da ogni par­te del glo­bo, sui tri­pli, qua­dru­pli car­pia­ti di chi è par­ti­to dra­go incen­dia­rio con l’impeachment a Mat­ta­rel­la e l’uscita dall’Euro ed è fini­to timi­do Gri­sù e “for­tu­na Mat­ta­rel­la, for­tu­na l’Europa”.

Va bene tut­to, le bat­tu­te, l’ironia, la tol­le­ran­za di chi guar­da “que­sti ragaz­zi diven­ta­re gran­di” come se si trat­tas­se di alun­ni che si accor­go­no che la gita di clas­se è fini­ta, però poi c’è anche un altro modo di fare poli­ti­ca.

Fat­to cer­ta­men­te di pas­sio­ne e alle­gria, ma anche di stu­dio, di impe­gno, di visio­ne e pro­get­tua­li­tà. In cui la comu­ni­ca­zio­ne vie­ne usa­ta per vei­co­la­re con­te­nu­ti, non per caval­ca­re ver­so il bas­so rab­bie e pau­re con lo slo­gan più efficace.

Noi nel­la zona lam­po­ne di Pos­si­bi­le fac­cia­mo così.

Ci alzia­mo ogni mat­ti­na stu­dian­do la ras­se­gna stam­pa, le nuo­ve pro­po­ste che ci arri­va­no e quel­le sul tavo­lo. Le con­fron­tia­mo, cer­chia­mo riscon­tri, ana­liz­zia­mo i nume­ri, met­tia­mo in cir­co­lo le idee. L’obiettivo è sem­pre lo stes­so. La costru­zio­ne una socie­tà più giu­sta, che rea­liz­zi ugua­glian­za e vero progresso.

Sen­za cam­bia­re idea a secon­da del­le con­ve­nien­ze e del son­dag­gio del momento.

Lo fac­cia­mo ogni gior­no con “deter­mi­na­zio­ne, stu­dio e per­si­sten­za”, come reci­ta l’ultimo mes­sag­gio che ci ha lascia­to Max Fanel­li, l’iscritto nume­ro 1 di Pos­si­bi­le, che ci ha inse­gna­to che i sogni si pos­so­no rea­liz­za­re, ma a pat­to che l’impegno per la loro costru­zio­ne sia il pri­mo pen­sie­ro del­la mat­ti­na e l’ultimo del­la sera.

Deter­mi­na­zio­ne, stu­dio e per­si­sten­za e la feli­ci­tà di occu­par­ci dei nostri ottan­ta etta­ri per ren­de­re miglio­re un pez­zet­to di mondo.

Non sia­mo soli e ogni gior­no cre­scia­mo sem­pre di più. Puoi far­lo insie­me a noi, deci­den­do di ade­ri­re a Pos­si­bi­le, leg­gen­do e con­di­vi­den­do le nostre pro­po­ste, coin­vol­gen­do anche altre per­so­ne a fare lo stes­so.

Archi­via­te le rot­ta­ma­zio­ni, i vaf­fa e le sca­to­let­te di ton­no, tor­nia­mo a dare cen­tra­li­tà e con­te­nu­ti a quel­la paro­la bel­lis­si­ma che par­te da Polis e arri­va a Possibile.

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