[vc_row][vc_column][vc_column_text css=”.vc_custom_1507275586349{margin-top: 20px !important;}”][/vc_column_text][vc_column_text]C’era una volta il Liceo Musicale. C’era, appunto, fino a maggio, dopo anni di sofferti rinvii del completamento della riforma del sistema di formazione musicale iniziato nel 1999 con la L. 508.
Col D.P.R. n.89, infatti, nel 2010 erano stati istituiti, tra gli altri, anche i licei musicali, 131 su tutto il territorio nazionale. Il piano dell’offerta formativa prevedeva, nel primo biennio, lo studio di due ore settimanali di primo strumento e un’ora di secondo strumento, per consentire l’accesso agli/alle studenti al liceo musicale, previa una prova di ammissione sul primo strumento.
Nella primavera del 2017 è comparsa dal nulla una nota ministeriale che ha ridotto da due ad una le ore di lezione del primo strumento, parificandolo, di fatto, al secondo per livello di preparazione.
Il tutto è accaduto in sordina e la notizia si è diffusa solo quando le scuole, nell’effettuare la consueta richiesta di organico per l’anno scolastico successivo, si sono accorte che non riuscivano più ad inserire a sistema le due ore ad alunno, ma solo una.
I ragazzi e le ragazze, però, all’atto dell’iscrizione, avevano scelto quella scuola sapendo che avrebbero potuto fruire di due ore a settimana di lezione del primo strumento, quello che intendevano conoscere meglio e portare ad un livello professionalizzante che garantisse loro l’ingresso agli studi superiori del Conservatorio, dopo la maturità.
In pratica il Miur ha trasformato la seconda ora di “ Esecuzione e Interpretazione” del primo strumento in un’ora di “Ascolto partecipativo” in cui lo/la studente non può far altro che ascoltare e guardare ma non può né eseguire né interpretare; l’insegnante ha così in classe due alunni ma può far lezione solo ad uno di loro, mentre all’altro risulterà comunque la presenza (piccola astuzia, questa ministeriale, per non incorrere nell’accusa di negare il diritto allo studio).
Studenti presenti e silenti, dunque.
Stiamo parlando di un taglio nella scuola dell’obbligo di trentatré ore ad alunno, per 6400 studenti del biennio attualmente iscritti ai 131 licei musicali d’Italia: a conti fatti sono davvero un bel tesoretto che rimane in tasca al Ministero dell’Istruzione.
Che questo poi significhi una preparazione superficiale e dilettantistica dei ragazzi e delle ragazze, cui era stato garantito un percorso approfondito e professionalizzante di indirizzo, pare non essere importante, almeno per il Miur. E’ importante però per le famiglie, che hanno intrapreso un’azione legale contro il Miur vedendosi riconoscere, poche settimane fa, la sospensiva della nota ministeriale che ha ridotto le ore.
In attesa della sentenza definitiva del Tar del 10 ottobre, gli/le studenti dei licei musicali di 27 province d’Italia si danno appuntamento oggi, 6 ottobre, alle 17.00 nelle piazze delle loro città per un flash mob che consisterà nell’esecuzione di alcuni brani in varie formazioni, uniti dall’hashtag #noivelesuoniamo (qui la mappa dei licei musicali coinvolti in questa iniziativa sonora).
Sostieniamo convintamente le ragioni dei/delle studenti dei licei musicali cui è stato negato il diritto allo studio garantito loro dalla Costituzione e siamo a fianco delle famiglie e dei/delle docenti, ribadendo con fermezza che l’Istruzione e la Ricerca sono per noi la “prima cosa”.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]