Noi abbiamo votato No come i giovanissimi, i giovani e via via tutti quelli fino ai 50 anni circa, che hanno votato No in grandissima maggioranza. Abbiamo votato No come i precari, cui erano state promesse certezze e che invece si sono trovati a lavorare a cottimo, pagati con i voucher.
Abbiamo votato No come gli insegnanti, che hanno provato quanto poco buona sia la Buona Scuola. Abbiamo votato No come chi difende il territorio e vuole poter decidere se nella propria regione si deve trivellare per cercare il petrolio. Abbiamo votato No come i sardi, perché abbiamo care le autonomie e questa riforma le comprometteva, non a caso la Sardegna è la regione in cui il No ha vinto con più distacco. Abbiamo votato No come gli elettori del Sud, che hanno rifiutato fritturine e clientele “come Cristo comanda”.
Abbiamo votato No come tanti che tengono alla Costituzione antifascista e hanno votato nel merito, contro una serie di modifiche quasi sempre presentate con l’inganno: dalle schede elettorali farlocche per il Senato in giù.
Abbiamo votato No come tutte queste persone e come molte altre, per rispondere alla retorica sciocca di chi oggi scrive “come Salvini, come Casa Pound, eccetera”, ultima bugia di una campagna bugiarda. Abbiamo fatto campagna per il No, pure, esclusivamente sulla Costituzione, anche se il referendum ha poi preso un significato politico più ampio per scelta precisa, in primis, del Presidente del Consiglio.
Quello che è successo è una perfetta rappresentazione di un voto politico, della risposta a un Governo che provoca negli elettori un senso di rifiuto: è questo a spingere il Paese tra le braccia del populismo, non chi vota No. Spiace constatare ancora oggi l’incapacità di comprendere questa semplice verità da parte dei sostenitori del Sì, oggi livorosi più che mai, come se avesse senso prendersela con gli elettori anziché con se stessi.
E le proporzioni del risultato sono talmente clamorose che anche la minoranza interna al Pd, forse, finalmente, dovrebbe rendersi conto che il contenitore, l’idea stessa di Pd, è ormai compromessa, e tutte le amministrazioni locali e tutte le componenti di minoranza non bastano a colmare il fossato profondo che il Pd ha causato distruggendo sistematicamente tutto ciò che aveva intorno.
È quello che noi da qualche tempo cerchiamo di spiegare, l’equivoco da cui speriamo si possa finalmente uscire. Chissà.