[vc_row][vc_column][vc_column_text]Ho conosciuto il bando MigrArti per caso. Un amico mi ha inviato un messaggio con la notizia. Un bando per contribuire alla valorizzazione e alla diffusione delle culture di provenienza delle comunità di immigrati stabilmente residenti in Italia, nell’ottica dello sviluppo della reciproca conoscenza, del dialogo interculturale e dell’inclusione sociale.
Ho pensato che la mia associazione aveva tante idee simili a quelle che voleva promuovere il bando. Ci faceva paura partecipare perché non siamo raccomandati da nessuno, non conoscevamo nessuno al Ministero e tutta la narrativa della corruzione italiana ci aveva fatto pensare male a prescindere. Così io e Sara Fratini ci siamo messi a scrivere il progetto “CinemAmbulante: storie di integrazione”. Lo abbiamo scritto come credevamo fosse giusto, in modo trasparente e senza false prospettive.
La felicità che provai nel vincerlo non era tanto dovuta ai fondi e alla possibilità di poter realizzare questo progetto, quanto al fatto che il Ministero del mio Paese mi riconoscesse. Mi sono sentito parte di qualcosa. Le istituzioni hanno anche il dovere di includere tutti i cittadini che rappresentano attraverso la comunicazione, le azioni e gli obiettivi.
Io, calabro-venezuelano ovvero italiano cresciuto a Caracas con una idea dell’Italia fantastica e con la speranza di tornare un giorno nella mia Patria, sono tornato appena ho potuto nel paese dei miei nonni, in Calabria, contro la statistica che dice che in questa terra non c’è futuro. Sono arrivato nel 2012 con l’idea di riportare il cinema alla gente e ho creato “La Guarimba International Film Festival”. È vero che la situazione in Venezuela non era ideale. Infatti, sono stato vittima di un sequestro e torturato dalla polizia, ma non è questo il perché sono tornato. Volevo fare qualcosa per Amantea, il paesino sul tirreno che la mia famiglia ritrattava come terra promessa.
Ho aiutato subito i rifugiati in Calabria perché trovai in quelle storie, una connessione con la storia di mio nonno che prese una barca a 17 senza conoscere né l’italiano, né le tradizioni, né la cultura che lo avrebbe ospitato.
In quell’anno fu invitato ai primi meet-up locali del Movimento 5 Stelle e alla prima seduta intuì subito quello che è diventato oggi. Non perché fossi uno stregone: ero cresciuto nel chavismo tutta la mia vita. Il governo bolivariano infatti, è riuscito a capitalizzare i media attraverso un discorso di odio e manipolazione dell’informazione, mentre faceva purghe di oppositori nelle istituzioni.
Oggi i grillini sono al governo con la Lega, un partito condannato per truffa e apertamente xenofobo contro noi terroni. E purtropppo né Grillo né Di Maio sono Hugo Chávez che, a differenza loro, aveva la forza del suo carattere ed era molto abile nella strategia politica. Si conferma la tesi in cui Salvini stia invadendo questa loro unione con la sua agenda, così come ha fatto all’interno della Lega Nord, trasformandola per farla diventare un dispositivo di manipolazzione di massa.
Questa settimana il Ministro Alberto Bonisoli ha eliminato il bando MigrArti e mandato a casa il suo ideatore Paolo Masini (qui potete trovare una sua intervista), anche se a luglio aveva confermato tutti gli incarichi. Dietro c’è la sottosegretaria alla cultura Lucia Borgonzoni che non legge un libro da tre anni.
Ci ha risposto con una acrobazia di comunicazione dalla sua pagina Facebook tra attacchi al PD e parlando di femminicidio.
Il bando ha promosso realtà in tutto il territorio nazionale, dimostrando che una Italia aperta e accogliente esiste e può arricchirci come società, in termini culturali ed economici. I risultati con le cifre esistono ma sono stati neanche presi in considerazione. Sarebbe bello vedere più politica e meno tifoseria, con decisioni valutate in base al merito delle persone e dei risultati dei progetti e non dai partiti che rappresentano. Sarebbe bello che i giornalisti approfondissero anche questo tipo di notizie perché sono le piccole battaglie perse che ci faranno perdere nella guerra di odio che ha messo in atto questo governo negazionista che pensa che gli italiani siano solo bianchi, cattolici ed eterosessuali.
L’Associazione calabrese La Guarimba è stata l’unica ad averlo vinto in tutte le sue edizioni con il progetto CinemAmbulante: storie di integrazione, una mostra di cinema, un serie di murales e una residenza cinematografica per registi internazionali e rifugiati. Il progetto ha messo in rete una Calabria che non sempre esce sui giornali: onesta e anti-mafia, accogliente e con voglia di fare gioco di squadra. Quella stessa Calabria di Mimmo Lucano, che non si rassegna all’odio come modello di Paese. E non ci rassegnamo: la IV edizione di CinemAmbulante si farà dal 10 al 21 giugno con o senza fondi pubblici.
Giulio Vita
Presidente dell’Associazione La Guarimba[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]