Ci mettiamo in ascolto di tutto l’universo scolastico: scriveteci!

Di fronte al fallimento epocale della cosiddetta "Buona scuola" e alla particolare attenzione dedicata dal governo alle scuole private, vorremmo incontrare e confrontarci con insegnanti, pedagogisti, personale ATA, dirigenti scolastici, alunni, genitori che vogliano raccontarci la loro scuola pubblica, le loro idee, le loro proposte, per costruire insieme a loro un progetto che parta da chi la scuola la vive e sa di cosa si parla se si mette mano a una riforma.

Di fron­te alla tra­gi­ca situa­zio­ne in cui ver­sa la Scuo­la pub­bli­ca dopo una serie di rifor­me disa­stro­se a cui la Buo­na Scuo­la ha infer­to il col­po di gra­zia, suo­na­no di scher­no le paro­le del­la Mini­stra Gian­ni­ni che, non paga, annun­cia trion­fan­te che «il 6 otto­bre è sta­ta atti­va­ta la pro­ce­du­ra per l’erogazione dei fon­di alle scuo­le pari­ta­rie» aggiun­gen­do che «soste­ne­re le scuo­le pari­ta­rie signi­fi­ca soste­ne­re la scuo­la pubblica».

Affon­da il col­po fina­le pre­ci­san­do (sia mai che aves­si­mo dub­bi)  che «il Mini­stro su que­sto tema resta e reste­rà un inter­lo­cu­to­re atten­to e atti­vo, inter­pre­te dei valo­ri costi­tu­zio­na­li», dimo­stran­do anco­ra una vol­ta, se aves­si­mo biso­gno di ulte­rio­ri con­fer­me, che lo stu­dio del­la Costi­tu­zio­ne non deve esse­re sta­ta mate­ria sco­la­sti­ca pre­fe­ri­ta dei mem­bri di que­sto Gover­no.  

Ma la Costi­tu­zio­ne (anco­ra) è scrit­ta in modo chia­ro e nono­stan­te sia sta­ta aggi­ra­ta in ogni modo, reci­ta chia­ra­men­te che l’in­ter­ven­to edu­ca­ti­vo pri­va­to non deve com­por­ta­re one­ri per lo sta­to. Non a caso si par­la di “one­ri”, per­ché non si trat­ta solo di finan­zia­men­ti, ma anche di eso­ne­ri fisca­li e ogni tipo di age­vo­la­zio­ne che può com­por­ta­re un aggra­vio del bilan­cio del­lo Sta­to. 

Non dice “sman­tel­lia­mo la scuo­la pub­bli­ca e giria­mo risor­se a quel­le pari­ta­rie”, che poi è un modo diver­so di dire pri­va­ta, ma pri­va­ta rimane.

La gran­de bel­lez­za del­la nostra Car­ta Costi­tu­zio­na­le sta nel­la chia­rez­za, volu­ta pro­prio per evi­ta­re con il tem­po distor­sio­ni inter­pre­ta­ti­ve, l’e­sat­to con­tra­rio del­la Car­ta baroc­ca che ver­reb­be fuo­ri con la rifor­ma Boschi, su cui, ancor pri­ma di entra­re in vigo­re, sono gli stes­si mem­bri del­la mag­gio­ran­za a dar­ne inter­pre­ta­zio­ni diver­se. 

E l’in­di­riz­zo dei padri costi­tuen­ti è chia­ro: la scuo­la per lo sta­to è pub­bli­ca. Come è giu­sto che sia e come deve esse­re anche in futuro.

Nono­stan­te il ten­ta­ti­vo di sman­tel­la­men­to, nono­stan­te i tagli, nono­stan­te i bonus ad min­chiam, nono­stan­te i docen­ti umi­lia­ti, nono­stan­te le fami­glie costret­te a tene­re a casa i figli per man­can­za di inse­gnan­ti di soste­gno, nono­stan­te le clas­si pol­la­io, nono­stan­te i muri che crol­la­no, nono­stan­te l’e­vi­den­te ten­ta­ti­vo di depo­ten­zia­re la scuo­la pub­bli­ca per poi dire “meglio le scuo­le pri­va­te, che fun­zio­na­no meglio”. 

D’al­tra par­te la Mini­stra è e reste­rà un inter­lo­cu­to­re atten­to. Per la scuo­la pri­va­ta. Sul­la scuo­la pub­bli­ca inve­ce non rispon­de mai e sì che di inter­ro­ga­zio­ni ne abbia­mo depo­si­ta­te a decine.

Quel­lo che si sta facen­do alla scuo­la pub­bli­ca è trop­po gra­ve per resta­re fer­mi e riguar­da tut­ti, non solo chi nel­la scuo­la lavo­ra. Riguar­da le fami­glie, ma soprat­tut­to riguar­da tut­ti noi, un Pae­se che è sta­to pio­nie­re in tema di scuo­la e che a scuo­la costrui­sce il pro­prio futu­ro. E il futu­ro che stia­mo costruen­do nel­le nostre clas­si non è affat­to roseo.

Vor­rem­mo incon­tra­re e con­fron­tar­ci con inse­gnan­ti, peda­go­gi­sti, per­so­na­le ATA, diri­gen­ti sco­la­sti­ci, alun­ni, geni­to­ri che voglia­no rac­con­tar­ci la loro scuo­la pub­bli­ca, le loro idee, le loro pro­po­ste, per costrui­re insie­me a loro un pro­get­to che par­ta da chi la scuo­la la vive e sa di cosa si par­la se si met­te mano a una riforma.

Per que­sto orga­niz­ze­re­mo un incon­tro pub­bli­co dove ascol­ta­re le espe­rien­ze e le pro­po­ste del­l’I­ta­lia tra i ban­chi, da nord a sud. Chi voles­se offri­re il pro­prio con­tri­bu­to può scri­ve­re a bea­tri­ce­pun­to­bri­gno­ne chioc­cio­la gmail­pun­to­com. 

AIUTACI a scrivere altri articoli come quello che hai appena letto con una donazione e con il 2x1000 nella dichiarazione dei redditi aggiungendo il codice S36 nell'apposito riquadro dedicato ai partiti politici.

Se ancora non la ricevi, puoi registrarti alla nostra newsletter.
Partecipa anche tu!

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Congresso 2024: regolamento congressuale

Il con­gres­so 2024 di Pos­si­bi­le si apre oggi 5 apri­le: dif­fon­dia­mo in alle­ga­to il rego­la­men­to con­gres­sua­le ela­bo­ra­to dal Comi­ta­to Organizzativo.

Il salario. Minimo, indispensabile. Una proposta di legge possibile.

Già nel 2018 Pos­si­bi­le ha pre­sen­ta­to una pro­po­sta di leg­ge sul sala­rio mini­mo. In quel­la pro­po­sta, l’introduzione di un sala­rio mini­mo lega­le, che rico­no­sces­se ai mini­mi tabel­la­ri un valo­re lega­le erga omnes quan­do que­sti fos­se­ro al di sopra del­la soglia sta­bi­li­ta, for­ni­va una inno­va­ti­va inter­pre­ta­zio­ne del­lo stru­men­to, sino a quel tem­po bloc­ca­to dal timo­re di ero­de­re pote­re con­trat­tua­le ai sin­da­ca­ti. Il testo del 2018 è sta­to riscrit­to e miglio­ra­to in alcu­ni dispo­si­ti­vi ed è pron­to per diven­ta­re una pro­po­sta di leg­ge di ini­zia­ti­va popolare.

500.000 firme per la cannabis: la politica si è piantata? Noi siamo per piantarla e mobilitarci.

500.000 fir­me per toglie­re risor­se e giro d’affari alle mafie, per garan­ti­re la qua­li­tà e la sicu­rez­za di cosa vie­ne ven­du­to e con­su­ma­to, per met­te­re la paro­la fine a una cri­mi­na­liz­za­zio­ne e a un proi­bi­zio­ni­smo che non han­no por­ta­to a nes­sun risul­ta­to. La can­na­bis non è una que­stio­ne secon­da­ria o risi­bi­le, ma un tema serio che riguar­da milio­ni di italiani.

Possibile per il Referendum sulla Cannabis

La can­na­bis riguar­da 5 milio­ni di con­su­ma­to­ri, secon­do alcu­ni addi­rit­tu­ra 6, mol­ti dei qua­li sono con­su­ma­to­ri di lun­go cor­so che ne fan­no un uso mol­to con­sa­pe­vo­le, non peri­co­lo­so per la società.
Pre­pa­ra­te lo SPID! Sarà una cam­pa­gna bre­vis­si­ma, dif­fi­ci­le, per cui ser­vi­rà tut­to il vostro aiu­to. Ma si può fare. Ed è giu­sto provarci.

Corridoi umanitari per chi fugge dall’Afghanistan, senza perdere tempo o fare propaganda

La prio­ri­tà deve esse­re met­te­re al sicu­ro le per­so­ne e non può esse­re mes­sa in discus­sio­ne da rim­pal­li tra pae­si euro­pei. Il dirit­to d’asilo è un dirit­to che in nes­sun caso può esse­re sot­to­po­sto a “vin­co­li quan­ti­ta­ti­vi”. Ser­vo­no cor­ri­doi uma­ni­ta­ri, e cioè vie d’accesso sicu­re, lega­li, tra­spa­ren­ti attra­ver­so cui eva­cua­re più per­so­ne possibili. 

Possibile sostiene Coopla Green. Fallo anche tu.

Pri­ma l’a­zien­da si chia­ma­va Man­fre­pla­st e pro­du­ce­va sto­vi­glie in pla­sti­ca monou­so. Ope­ra­ie e ope­rai licen­zia­ti voglio­no ricon­ver­ti­re l’azienda nel­la pro­du­zio­ne di posa­te com­po­sta­bi­li uti­liz­zan­do solo ener­gie rinnovabili.

Han­no biso­gno del soste­gno di tut­te e tut­ti noi. Noi abbia­mo fat­to la nostra par­te, ma chie­dia­mo anche a te di fare un pic­co­lo sforzo.