Cinquanta sfumature di Expo

Il sipario è sceso su un’esposizione internazionale che ha lasciato diverse ombre su Milano. E che ha lasciato anche un grande vuoto. Il vuoto di un’area inutilizzata da ormai due anni e per la quale è necessario trovare un nuovo scopo.

[vc_row][vc_column][vc_column_text css=”.vc_custom_1498042165139{margin-top: 20px !important;}”][/vc_column_text][vc_column_text]Expo è fini­ta. Il sipa­rio è sce­so su un’esposizione inter­na­zio­na­le che ha lascia­to diver­se ombre su Mila­no. E che ha lascia­to anche un gran­de vuo­to. Il vuo­to di un’area inu­ti­liz­za­ta da ormai due anni e per la qua­le è neces­sa­rio tro­va­re un nuo­vo sco­po. Il gran­de even­to dà così il via a un sequel e nasce l’idea da par­te del Gover­no Ren­zi di tra­sfe­ri­re le facol­tà scien­ti­fi­che del­la Sta­ta­le da Cit­tà Stu­di sull’area ex Expo, a fare da corol­la­rio al pro­get­to di Human Tech­no­po­le. Costo sti­ma­to dell’operazione: cir­ca 380 milio­ni di euro al net­to del­le spe­se per boni­fi­ca, tra­slo­co, attrez­za­tu­re e arre­di tec­ni­ci neces­sa­ri per didat­ti­ca e ricer­ca.

Di que­sti, 130 milio­ni sono a cari­co di Gover­no e Regio­ne. L’Università degli Stu­di di Mila­no si impe­gna per il resto. Come? Cir­ca 130 milio­ni dovreb­be­ro deri­va­re dall’alie­na­zio­ne degli sta­bi­li di pro­prie­tà dell’Università. I restan­ti 120 milio­ni cir­ca sareb­be­ro coper­ti sem­pre dall’Università con un pre­sti­to da richie­de­re a Cas­sa Depo­si­ti e Pre­sti­ti.

Chi cono­sce le facol­tà scien­ti­fi­che di Cit­tà Stu­di sa che alcu­ne di esse han­no la rea­le esi­gen­za di nuo­vi spa­zi. Recen­te­men­te, infat­ti, la Sta­ta­le ha ini­zia­to a tro­va­re del­le solu­zio­ni all’interno del quar­tie­re di Cit­tà Stu­di, rea­liz­zan­do una nuo­va palaz­zi­na desti­na­ta alla facol­tà di Infor­ma­ti­ca (costo sti­ma­to 21 milio­ni di euro).

Improv­vi­sa­men­te, però, l’area su cui si tro­va­no le facol­tà scien­ti­fi­che del­la Sta­ta­le si ritie­ne ina­de­gua­ta per lo svi­lup­po del­le stes­se, sen­za pro­dur­re alcun pro­spet­to di com­pa­ra­zio­ne eco­no­mi­ca rispet­to al tra­sfe­ri­men­to in area ex-Expo. E nono­stan­te pro­prio l’area di Cit­tà Stu­di sarà inte­res­sa­ta a bre­ve dal­la riqua­li­fi­ca­zio­ne del­lo Sca­lo Lam­bra­te, che per mol­ti è il natu­ra­le polo ver­so cui indi­riz­za­re l’espansione dell’Università Sta­ta­le, essen­do la stes­sa pro­prie­ta­ria di ter­re­ni nel­la limi­tro­fa zona di Rubat­ti­no che, pro­prio con la riqua­li­fi­ca del­lo Sca­lo, potreb­be final­men­te col­le­gar­si in modo effi­ca­ce al quar­tie­re di Cit­tà Stu­di e fare da vola­no a una peri­fe­ria vici­na ma oggi poco attraen­te e caren­te di ser­vi­zi. E nono­stan­te nel­la zona si ven­ga­no a libe­ra­re gli spa­zi pri­ma occu­pa­ti dall’Istituto Besta e dall’Istituto Ita­lia­no dei Tumo­ri, desti­na­ti a tra­sfe­rir­si nel­la nuo­va Cit­tà del­la Salu­te, volu­ta dal­la Regio­ne, a Sesto San Giovanni.

Si leva­no per­tan­to le voci di pro­te­sta dei sog­get­ti desti­na­ti a subi­re la deci­sio­ne, cala­ta dall’alto, di que­sto tra­sfe­ri­men­to. Nasco­no due asso­cia­zio­ni di cit­ta­di­ni, si mani­fe­sta la pre­oc­cu­pa­zio­ne dei com­mer­cian­ti del­la zona, si met­to­no in moto stu­den­ti, pro­fes­so­ri, lavo­ra­to­ri del­la Sta­ta­le, par­ti­ti, associazioni.

Il Comu­ne di Mila­no cer­ca di pla­ca­re gli ani­mi dichia­ran­do che la fun­zio­ne uni­ver­si­ta­ria sarà con­fer­ma­ta nel quar­tie­re attra­ver­so lo sposta­men­to di altri dipar­ti­men­ti del­la Sta­ta­le e di altre uni­ver­si­tà, e che si cree­rà nell’area anche un polo dell’Amministrazione Pub­bli­ca. Dichia­ra­zio­ni che non com­pen­sa­no la man­can­za di un serio pro­get­to né per il quar­tie­re né per il nuo­vo polo uni­ver­si­ta­rio da rea­liz­za­re sull’ex area Expo.

Nel cor­so di que­sti mesi Pos­si­bi­le a Mila­no ha ascol­ta­to le voci radi­ca­li e ragio­ne­vo­li di chi ha affron­ta­to con serie­tà la que­stio­ne e, dal bas­so, ha rea­liz­za­to ana­li­si accu­ra­te sui moti­vi per i qua­li resta­re in Cit­tà Stu­di sareb­be l’alternativa più van­tag­gio­sa per l’Università.

Una rico­gni­zio­ne atten­ta, rea­liz­za­ta attra­ver­so l’impegno di per­so­ne che met­to­no il buon sen­so davan­ti agli inte­res­si poli­ti­ci e che han­no gua­da­gna­to un cre­scen­te consenso.

Abbia­mo rac­col­to le ragio­ni che han­no mos­so diver­si pro­fes­so­ri a vota­re con­tro il pro­get­to di spo­sta­men­to in Sena­to Acca­de­mi­co, coglien­do anche la pre­oc­cu­pa­zio­ne sul­la poca tra­spa­ren­za adot­ta­ta dal Ret­to­re Vago nel­la gestio­ne di que­sto pro­get­to all’interno degli orga­ni uni­ver­si­ta­ri pre­po­sti a deli­be­ra­re que­sta scelta.

In occa­sio­ne dei lavo­ri dell’Assemblea Pub­bli­ca orga­niz­za­ta da Mila­no in Comu­ne lo scor­so 18 mag­gio, Pos­si­bi­le, con l’impegno del nostro Segre­ta­rio Pip­po Civa­ti, si è resa dispo­ni­bi­le a pre­sen­ta­re un’interrogazione par­la­men­ta­re rivol­ta al MIUR e al MEF.

L’On. Andrea Mae­stri di Pos­si­bi­le pre­sen­te­rà le richie­ste con­te­nu­te nell’interrogazione in una con­fe­ren­za stam­pa il pros­si­mo 23 giu­gno alle 11:30 pres­so la Sala dei Grup­pi Con­si­lia­ri di Via Mari­no 7, alla qua­le par­te­ci­pe­ran­no tut­ti i sog­get­ti con cui abbia­mo lavo­ra­to in que­sti mesi.

Rimar­re­mo in atte­sa di rispo­ste ade­gua­te e ter­re­mo alto il nostro livel­lo di atten­zio­ne su tut­ti gli svi­lup­pi di que­sta que­stio­ne. Per gli stu­den­ti, per i cit­ta­di­ni, per i lavo­ra­to­ri e i pro­fes­so­ri del­la Sta­ta­le, per Cit­tà Studi.

Per­ché il lavo­ro che que­sta comu­ni­tà ha svol­to in que­sti mesi e che tut­to­ra pro­se­gue con pas­sio­ne e impe­gno è straor­di­na­rio. Dare voce a chi ha a cuo­re il Bene pub­bli­co deve esse­re #Pos­si­bi­le.

Pos­si­bi­le Mila­no[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

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