Metti una sera, dopo cena, il PD. Tesserati, persone che vivono pienamente il partito. Ma anche cittadini non iscritti, uniti da un forte senso comune. Una serata di bella politica, discussione e partecipazione. E una vittoria finale, un simbolo che non è solo speranza ma anche reale possibilità. Giuseppe Civati al 1° circolo di Verona vince con 29 voti su 67 iscritti, seguito da Matteo Renzi (20) e Gianni Cuperlo (18) ma quel che più conta, alla fine, è l’entusiasmo collettivo dei partecipanti e la consapevolezza che davvero il 9 dicembre sarà una data fondamentale per il partito.
“Il giorno in cui donerò la tessera Gold a Prodi, andrò a Bari a cercare Vendola e mi scuserò con Rodotà” dice Civati con una frase che ha conquistato i partecipanti e anche Twitter, per chi ha seguito l’evento con l’hashtag #civoti.
“Grande partecipazione e umiltà, per un candidato nazionale che presenta la sua mozione in un circolo di città” dice Damiano Fermo, giovane consigliere comunale in una città che alle ultime elezioni ha votato per il 57% il sindaco Flavio Tosi della Lega Nord.
“Quando c’è contatto diretto tra candidato e territorio il risultato si vede” dice Elisa La Paglia, anche lei giovane consigliere comunale a Verona, “lui ci è sempre stato vicino, sin dalla fondazione del PD, in tutti i momenti di difficoltà e di confusione di questi anni” conclude.
“È il partito della mobilitazione cognitiva che parla senza paura di temi spesso etichettati come scottanti” conclude Michele Fiorillo, responsabile provinciale della mozione Civati, rimasto colpito anche dal fatto che “Pippo cita Machiavelli e Tommaso Moro, senza paura di inserire in un discorso popolare elementi della più alta riflessione italiana.”
Foto di rito e strette di mano, dialoghi semplici ma fondamentali. La stanchezza di questi giorni non gli pesa, dato che “quando torno a Verona mi sento a casa. Una città straordinaria, una realtà viva e simbolica: quello che sembra il regno della Lega è in realtà il terreno fertile per fare un grande Partito Democratico.”
Si ricorda amichevolmente nomi, situazioni, vissuti di coloro che sono giunti questa sera al circolo per ascoltarlo e salutarlo: un candidato davvero vicino alle persone, che può permettersi di salutarle per nome grazie ad una vera e profonda conoscenza, e non per semplice tattica di comunicazione.
L’interesse al “dettaglio in cui sta la grandezza” è inoltre la risposta che porta Civati a chi lo rimprovera per le 70 pagine della mozione, così come la ragione di questa vittoria come di tante altre in giro per l’Italia in questi giorni. Dimostrazione concreta di come le cose, cambiandole, davvero si possono cambiare.