CNR: il 40% della ricerca è precaria

I Precari Uniti CNR rappresentano il 40% di tutta la forza lavoro del CNR. Senza la forza lavoro e l’entusiasmo dei precari giovani e meno giovani il lavoro del più grande Ente Pubblico di Ricerca in Italia si bloccherebbe

[vc_row][vc_column][vc_column_text css=”.vc_custom_1497941881431{margin-top: 20px !important;}”][/vc_column_text][vc_column_text]Nato spon­ta­nea­men­te da una chat di Wha­tsApp a Mag­gio 2016, i Pre­ca­ri Uni­ti CNR sono un grup­po di più di 300 lavo­ra­to­ri pre­ca­ri del CNR con con­trat­ti a tem­po deter­mi­na­to ed “ati­pi­ci” (es. asse­gni di ricer­ca, co.co.co, ecc.) che con­tri­bui­sce a ren­de­re la ricer­ca pub­bli­ca ita­lia­na un’eccellenza a livel­lo euro­peo e mondiale.

«Sia­mo con­vin­ti di rap­pre­sen­ta­re quel­la par­te puli­ta del­la ricer­ca a cui anche il nostro Pre­si­den­te non man­ca di far rife­ri­men­to». Così si defi­ni­sco­no i Pre­ca­ri Uni­ti CNR, vale a dire il 40% di tut­ta la for­za lavo­ro del CNR. «Sen­za la for­za lavo­ro e l’entusiasmo dei pre­ca­ri gio­va­ni e meno gio­va­ni», con­ti­nua­no, «il lavo­ro del più gran­de Ente Pub­bli­co di Ricer­ca in Ita­lia si bloc­che­reb­be. Il per­so­na­le a tem­po inde­ter­mi­na­to, da solo, non sareb­be suf­fi­cien­te a por­ta­re avan­ti la mis­sio­ne del CNR, cioè quel­la di rea­liz­za­re pro­get­ti di ricer­ca, pro­muo­ve­re l’in­no­va­zio­ne e la com­pe­ti­ti­vi­tà del siste­ma indu­stria­le nazio­na­le e di for­ni­re tec­no­lo­gie e solu­zio­ni ai biso­gni emer­gen­ti nel set­to­re pub­bli­co e privato».

Da mesi ormai, da quan­do la pri­ma boz­za del D.Lgs. Madia è ini­zia­ta a cir­co­la­re, i Pre­ca­ri Uni­ti CNR si stan­no impe­gnan­do in pri­ma linea in azio­ni di infor­ma­zio­ne e sen­si­bi­liz­za­zio­ne del pro­prio sta­tus socia­le di pre­ca­ri, orga­niz­zan­do even­ti, flash mob e mani­fe­sta­zio­ni su sca­la nazio­na­le e loca­le al fine di abo­li­re tale sta­tus. Il D.Lgs. Madia, infat­ti, anche dopo esse­re sta­to con­ver­ti­to in leg­ge, non allo­ca fon­di ad hoc per la ricer­ca e non vin­co­la le ammi­ni­stra­zio­ni pub­bli­che alla sta­bi­liz­za­zio­ne, nem­me­no per gli aven­ti dirit­to. Si trat­ta di un decre­to “mon­co”, per come è sta­to defi­ni­to da mol­ti, l’ennesimo pastic­cio all’Italiana.

Ma i Pre­ca­ri Uni­ti CNR non ci stan­no: ecco come twit­ta­no per atti­ra­re l’attenzione dei social, di mini­stri, sot­to­se­gre­ta­ri ed addet­ti ai lavo­ri, sul pro­ble­ma del pre­ca­ria­to negli Enti Pub­bli­ci di Ricer­ca (EPR).

«Art.1 “L’I­ta­lia è una Repub­bli­ca demo­cra­ti­ca, fon­da­ta sul lavoro”…precario! @matteorenzi @PaoloGentiloni #2giugno #sta­bi­liz­zia­mo­pre­ca­rie­pr»

«Chie­dia­mo loro quan­ti sono #pre­ca­ri! #ricer­ca­pub­bli­ca #sta­bi­liz­zia­mo­pre­ca­rie­pr #decre­to­ma­dia #fon­dia­d­hoc» (scri­ve Fran­ce­sca lin­kan­do un arti­co­lo sui gio­va­ni ricer­ca­to­ri ita­lia­ni più pro­met­ten­ti nel cam­po del­la ricer­ca oncologica)

«Cari @PaoloGentiloni @mariannamadia, urgo­no fon­di per #ricer­ca­pub­bli­ca #sta­bi­liz­zia­mo­pre­ca­rie­pr #anco­ra­piùa­van­ti»

«Cara mini­stra @valeriafedeli, la ricer­ca ha stes­sa digni­tà del­la scuo­la. Non ci abban­do­ni #sta­bi­liz­zia­mo­pre­ca­rie­pr @PCPadoan @robertolagalla»

«10000 #pre­ca­ri #ricer­ca < 15000 #pre­ca­ri #scuo­la #why­no­tus? #sta­bi­liz­zia­mo­pre­ca­rie­pr @valeriafedeli @MiurSocial @PCPadoan @PaoloGentiloni»

«Risul­ta­ti scien­ti­fi­ci di que­sta magni­tu­di­ne sono impos­si­bi­li sen­za finan­zia­men­ti alla ricer­ca! #sta­bi­liz­zia­mo­pre­ca­riE­PR @valeriafedeli» (suc­ces­si­va­men­te alla rile­va­zio­ne di nuo­ve onde gra­vi­ta­zio­na­li gra­zie a LIGO — Laser Inter­fe­ro­me­ter Gra­vi­ta­tio­nal-Wave Observatory)

«Sia­mo con voi!
#sta­bi­liz­zia­mo­pre­ca­riCNR #sta­bi­liz­zia­mo­pre­ca­rie­pr
@PrecariUnitiCNR @Coord_Precari @precarispra @PrecariCNRNa» (assie­me ai pre­ca­ri del CREA — Con­si­glio per la ricer­ca in agri­col­tu­ra e l’a­na­li­si del­l’e­co­no­mia agra­ria — in sup­por­to all’occupazione dei pre­ca­ri ISPRA — Isti­tu­to Supe­rio­re per la Pro­te­zio­ne e la Ricer­ca Ambientale)

«Uni­ti si vin­ce!! @PrecariUnitiCNR @Coord_Precari @precarispra @PrecariCNRNa #sta­bi­liz­zia­mo­pre­ca­riCNR #sta­bi­liz­zia­mo­pre­ca­rie­pr #ispraoc­cu­pa­to» (ed ecco la rispo­sta dei pre­ca­ri ISPRA)

«#teso­ret­toiit sol­di pub­bli­ci per #ricer­ca­pub­bli­ca #sta­bi­liz­zia­mo­pre­ca­rie­pr @valeriafedeli @PCPadoan @PaoloGentiloni @robertolagalla»

Per­ché sta­bi­liz­za­re i pre­ca­ri del CNR e degli Enti Pub­bli­ci di Ricerca?

Il CNR rap­pre­sen­ta il più gran­de ente ita­lia­no di ricer­ca pub­bli­ca, che vanta una pro­du­zio­ne scien­ti­fi­ca di eccel­len­za e rico­no­sciu­ta a livel­lo nazio­na­le ed inter­na­zio­na­le. Negli ulti­mi 10 anni, que­sto ente è sta­to mor­ti­fi­ca­to da una serie di scel­te pena­liz­zan­ti e mio­pi: il bloc­co del turn over e degli avan­za­men­ti di car­rie­ra, il con­trat­to nazio­na­le sca­du­to e un net­to taglio dei fon­di mini­ste­ria­li. Que­sto ha por­ta­to a nume­ri del pre­ca­ria­to spa­ven­to­si per non dire ver­go­gno­si: ad oggi cir­ca il 40% del per­so­na­le dell’ente CNR è pre­ca­rio, e gli altri Enti Pub­bli­ci di Ricer­ca (ISTAT, ISPRA, INGV, CREA, ENEA, etc.) sono in con­di­zio­ni ana­lo­ghe a quel­le del CNR. Esi­ste un pre­ca­ria­to sto­ri­co, ricer­ca­to­ri gio­va­nis­si­mi al tem­po del reclu­ta­men­to, che sono oggi don­ne e uomi­ni, madri e padri di fami­glia, con una note­vo­le espe­rien­za pro­fes­sio­na­le rico­no­sciu­ta anche a livel­lo inter­na­zio­na­le e che han­no for­te­men­te con­tri­bui­to a man­te­ne­re alto il nome del­la Ricer­ca Pub­bli­ca ita­lia­na, nono­stan­te la man­can­za di una digni­to­sa e sta­bi­le posi­zio­ne lavorativa.

Tut­ta­via lo sta­tus di pre­ca­rio non è tol­le­ra­bi­le per mol­ti ricer­ca­to­ri qua­li­fi­ca­ti, e negli anni tan­te per­so­ne sono anda­te via, all’estero, in cer­ca di con­di­zio­ni eco­no­mi­che miglio­ri, mag­gior liber­tà e oriz­zon­ti tem­po­ra­li più lun­ghi per fare ricer­ca, ma anche per­ché stan­che, fru­stra­te e umi­lia­te da con­cor­si che sareb­be eufe­mi­sti­co defi­ni­re poco cristallini.

Inol­tre, una serie di con­dan­ne emes­se dal­la Cor­te di Giu­sti­zia Euro­pea, ha già san­ci­to l’illiceità dell’abuso di con­trat­ti ripe­tu­ti a tem­po deter­mi­na­to al fine di sod­di­sfa­re esi­gen­ze per­ma­nen­ti di orga­ni­co nel­la scuo­la (sen­ten­za del 26 novem­bre 2014 con­tro il MIUR, il Mini­ste­ro del­l’I­stru­zio­ne, del­l’U­ni­ver­si­tà e del­la Ricer­ca ita­lia­no) e nel­la sani­tà (sen­ten­za del 14 set­tem­bre 2016 con­tro il Ser­vi­cio Madri­leño de Salud, il ser­vi­zio sani­ta­rio di Madrid, Spagna).

Recen­te­men­te il gover­no Gen­ti­lo­ni ha ini­zia­to a dimo­stra­re una con­cre­ta sen­si­bi­li­tà ver­so i pre­ca­ri del­le Pub­bli­che Ammi­ni­stra­zio­ni. Infat­ti il 19 Mag­gio scor­so il Con­si­glio dei Mini­stri ha licen­zia­to i due decre­ti legi­sla­ti­vi in mate­ria di disci­pli­na del lavo­ro pub­bli­co, “Decre­to Legi­sla­ti­vo recan­te modi­fi­che al D.Lgs. 150/09” (cosid­det­to decre­to “Bru­net­ta”), e il “Decre­to Legi­sla­ti­vo recan­te modi­fi­che e inte­gra­zio­ni al D.Lgs. 165/01 (Testo Uni­co per il Pub­bli­co Impie­go — T.U.P.I.)” appro­van­do­ne in via defi­ni­ti­va le modi­fi­che intro­dot­te. In quest’ultimo decre­to sono con­te­nu­te le nor­me che favo­ri­reb­be­ro una sta­bi­liz­za­zio­ne del pre­ca­ria­to sto­ri­co del­la Ricer­ca. Si trat­ta nel­lo spe­ci­fi­co del­l’Art. 20: Supe­ra­men­to del pre­ca­ria­to nel­le pub­bli­che amministrazioni.

Il decre­to pro­met­te di supe­ra­re il pre­ca­ria­to, dove sta il problema?

Ad oggi, l’Art. 20 del Testo Uni­co del Pub­bli­co Impie­go non si appli­ca, di fat­to, al CNR né agli altri Enti Pub­bli­ci di ricer­ca. Que­sto per due motivi:

  1. per­ché il decre­to, per pro­dur­re i suoi effet­ti, richie­de una spe­ci­fi­ca coper­tu­ra finan­zia­ria che gli Enti Pub­bli­ci di Ricer­ca, ad oggi non possiedono;
  2. per­ché il decre­to non obbli­ga gli Enti Pub­bli­ci di Ricer­ca a sta­bi­liz­za­re gli aven­ti dirit­to, si limi­ta sem­pli­ce­men­te a dar­ne la possibilità.

La mag­gio­ran­za dei con­trat­ti pre­ca­ri negli EPR, ad oggi, è finan­zia­ta dai cosid­det­ti “fon­di ester­ni”, vale a dire tut­te le tipo­lo­gie di finan­zia­men­to (pro­get­ti euro­pei, nazio­na­li, part­ner­ship indu­stria­li, etc.) che non pro­ven­go­no diret­ta­men­te dal MIUR, il Mini­ste­ro del­l’I­stru­zio­ne, del­l’U­ni­ver­si­tà e del­la Ricer­ca. Tali fon­di, spes­so, sono otte­nu­ti da que­gli stes­si ricer­ca­to­ri pre­ca­ri che, pur non aven­do le stes­se faci­li­ties e oppor­tu­ni­tà dei loro col­le­ghi di mol­ti altri Pae­si, rie­sco­no comun­que ad esse­re alta­men­te com­pe­ti­ti­vi in Euro­pa e nel mon­do.

Capi­to. Esi­ste una solu­zio­ne? Cosa chie­do­no i Pre­ca­ri Uni­ti CNR?

Non c’è futu­ro sen­za Ricer­ca. E’ neces­sa­ria da par­te del CNR la volon­tà di defi­ni­re un pia­no di fab­bi­so­gno straor­di­na­rio per far fron­te all’attuale situa­zio­ne di emer­gen­za e per riu­sci­re a sta­bi­liz­za­re tut­ti i pre­ca­ri. «Da par­te del gover­no, ci aspet­tia­mo l’impegno a desti­na­re ade­gua­te risor­se finan­zia­rie a coper­tu­ra di que­sta sta­bi­liz­za­zio­ne», que­sto è quel­lo che ci dico­no i Pre­ca­ri Uni­ti CNR. «Noi pre­ca­ri sia­mo tut­ti ugua­li, tut­ti con gli stes­si dirit­ti e con lo stes­so impe­gno, digni­tà e dedi­zio­ne. Svol­gia­mo da anni lo stes­so lavo­ro dei nostri col­le­ghi a tem­po inde­ter­mi­na­to. Se abbia­mo con­trat­ti diver­si, come tut­ti ben san­no, è per ragio­ni mera­men­te eco­no­mi­che e non cer­ta­men­te di meri­to. Sia­mo già sta­ti sele­zio­na­ti con pro­ce­du­re con­cor­sua­li pub­bli­che, con requi­si­ti spes­so più strin­gen­ti di quel­li per posi­zio­ni diri­gen­zia­li. Ulte­rio­ri con­cor­si sareb­be­ro super­flui e rap­pre­sen­te­reb­be­ro un ingen­te spre­co di tem­po e dena­ro pub­bli­ci, oltre che l’ennesima pre­sa in giro ad un popo­lo di pre­ca­ri che è stan­co di ave­re solo dove­ri e nes­sun dirit­to».[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

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