Ancora una volta la Comunità Militante dei Dodici Raggi (o Do.Ra. – dai dodici raggi del sole nero, simbolo del castello tedesco in cui avevano sede le SS naziste) fa parlare di sé.
L’organizzazione varesina di dichiarata ispirazione neonazista, i cui 52 membri risultano sotto inchiesta per tentata ricostituzione del partito fascista e propaganda nazista, ha da poco riaperto – idealmente – la “Biblioteca Popolare” di età fascista: un consiglio di letture settimanali per la Comunità.
“Decidere quale fosse il primo libro da proporvi sarebbe stato troppo difficile, quindi ci siamo fatti guidare dall’istinto”, scrivono i promotori. E caso vuole che l’istinto portasse proprio al Mein Kampf hitleriano e, a seguire, Storia di un anno di Benito Mussolini, definito “testo sacro”.
Ma questa è solo la ciliegina sulla torta di anni di continue intimidazioni ed oltraggi. I Do.Ra. celebrano ogni anno una festa in occasione del compleanno di Adolf Hitler; hanno protestato contro l’attribuzione della cittadinanza onoraria varesina alla Senatrice Liliana Segre (sarebbe – a loro dire – “un’innaturale equiparazione” con la cittadinanza onoraria della stessa città concessa a Benito Mussolini); hanno tappezzato le vie del Pride di Varese con volantini recanti la frase “la legge naturale vi condanna all’estinzione”. La loro sede è stata chiusa dopo che la Digos vi ha ritrovato asce, pugnali, coltelli, cartucce a salve, nonché volantini, manifesti, simboli runici e nazisti. Hanno fieramente rivendicato lo striscione “Varese è fascista”, appeso all’ingresso della Festa della Resistenza varesina. Non mancano poi le parole sullo stato di emergenza derivante dalla pandemia – urgenza che definiscono “creata ad hoc”: “Do.Ra. si scaglia contro chi e contro cosa sta dietro al COVID-19”, si legge dal loro sito.
È fin troppo facile fare i fascisti in uno Stato democratico. Ma, oltre che facile, è sbagliato.
Uguaglianza, divieto di discriminazione per nazionalità, etnia, religione, sesso, orientamento politico e sessuale sono valori fondanti dell’antifascismo, universali e innegabili nello Stato di democrazia pluralista in cui, fortunatamente, ci troviamo. Tuttavia, le libertà democratiche non sono un lasciapassare per manifestazioni d’odio. Atti di simile gravità vanno prevenuti e condannati fermamente.
Non c’è e non ci deve essere più spazio per queste intimidazioni e offese; a Varese, come nel resto d’Italia.
Gli appelli sociali, però, non bastano; è ora di far applicare la Costituzione Italiana anche da chi sulla Costituzione ha giurato.
Walter Girardi
Silvia Casu