Ieri, a Sant’Alessio in Aspromonte, abbiamo vissuto un momento di potente significato politico e umano: il conferimento della cittadinanza onoraria a Maysoon Majidi. Una scelta che va oltre la burocrazia e diventa un messaggio chiaro e necessario.
Maysoon, con la sua storia di resistenza, ci insegna che nessuna di noi è libera finché tutt* non lo siamo. Fuggita dall’Iran, ha trasformato il dolore della violenza e dell’esilio in un impegno quotidiano per la libertà delle donne e per i diritti di chi cerca rifugio. È un esempio di come la lotta contro il patriarcato, il razzismo e la violenza istituzionale sia una battaglia globale, che ci riguarda tutt*.
Un grazie speciale al Comune di Sant’Alessio per aver reso possibile questo gesto simbolico e politico. E un profondo riconoscimento alla CoopIsa di Luigi De Filippis e al progetto SAI di Antonella Attinà: realtà che ogni giorno dimostrano come l’accoglienza non sia un peso, ma una risorsa. Con il loro impegno costruiscono comunità solidali, promuovono autonomia e sostengono percorsi di autodeterminazione.
Un ringraziamento speciale anche a LBS — Bruno Salvatore Latella per il paste-up che ha impreziosito questa giornata e per il prezioso lavoro di squadra che ci ha permesso di esplorare la street art come strumento di ricerca materica e tecnica. Un’esperienza che ci ha aperto a nuovi scenari di rigenerazione urbana alternativa, dove l’arte diventa racconto, memoria collettiva e voce dei territori.
Noi di Calabria Possibile siamo e saremo sempre a fianco di queste realtà. Nel nostro simbolo c’è un uguale, a ricordarci ogni giorno che l’uguaglianza non è solo un valore, ma una pratica politica. E come ci ricorda la nostra storia:
“Le cause sono perse solo se nessuno è disposto a combattere per loro.”
Perché le donne con background migratorio in Italia affrontano una doppia, spesso tripla discriminazione: per il genere, per la provenienza e per la condizione economica. Il sistema patriarcale e razzista che le sfrutta nei lavori più precari e le ricatta con leggi repressive sulla cittadinanza è lo stesso che nega loro accesso a casa, salute e sicurezza.
Eppure, come ci insegna Sant’Alessio, le periferie possono essere il cuore pulsante del cambiamento. Progetti di accoglienza come questo dimostrano che un altro modello è possibile: un’accoglienza che non sia emergenziale, ma strutturale; che garantisca diritti e autonomia; che riconosca la dignità di ogni persona, a prescindere dal luogo di nascita.
Nessuna è libera finché non lo siamo tutt*. Continueremo a lottare per un sistema di cittadinanza giusta e inclusiva, per un’accoglienza che non conosca confini, e per un futuro in cui la libertà e la giustizia siano davvero di tuttə.
Grazie a chi ogni giorno costruisce questa possibilità.
Silvia Giandoriggio
Possibile Calabria