Nonostante le sanzioni europee e le numerose pronunce della giustizia, la riforma della disciplina riguardante le concessioni balneari resta un miraggio, tanto che un emendamento proposto dal Partito Democratico in Commissione Bilancio (e approvato) ha prolungato la scadenza di quelle in essere fino al 2020.
Ricordiamo che la procedura di infrazione è stata avviata dall’Unione europea nel 2009, poiché la normativa italiana era in contrasto con una direttiva (direttiva Bolkestein) che risale addirittura al 2006.
Per superare questa situazione di stallo, Possibile ha presentato un ordine del giorno con il quale si impegna il Governo «a riordinare la materia delle concessioni demaniali marittime a scopo turistico-ricreativo, al fine di evitare il protrarsi dell’infrazione del diritto dell’Unione europea, nel più breve tempo possibile, adoperandosi perché questo non sia superiore a centottanta giorni dall’entrata in vigore della legge di conversione del decreto legge 24 giugno 2016, n. 113, recante misure finanziarie urgenti per gli enti territoriali e il territorio, e a prevedere una disciplina che dia attuazione alle regole dell’imparzialità e della trasparenza nella selezione dei candidati, ferma restando un’adeguata tutela degli investimenti realizzati dagli esercenti attività di impresa nell’ambito delle concessioni, anche in essere al momento dell’entrata in vigore della nuova disciplina, nel rispetto del principio di certezza del diritto».