Sono decine di migliaia i docenti abilitati e con anni di esperienza che, nell’ultimo anno e mezzo, hanno chiesto a gran voce il perché di un’altra selezione. Un iter che, per alcune classi del concorso docenti, prevede addirittura tre prove (scritta, pratica e orale). E poco importa che il bando di concorso sia stato pubblicato con ben 3 mesi di ritardo causando pesanti conseguenze sul piano organizzativo. Già. Perché molti candidati (e commissari), a breve, saranno impegnati anche negli esami di Stato.
Il concorso docenti, per titoli
Si rischia così di concludere le procedure ben oltre il termine del 31 agosto tanto sbandierato dal Miur. E quindi non in tempo per effettuare le immissioni in ruolo dei vincitori già per l’anno scolastico 2016/17. A tutto ciò vanno sommati tempi strettissimi per lo studio e numerose altre criticità. Ebbene. Alle legittime richieste dei docenti, i vertici del Pd e relativi accoliti hanno sempre risposto – senza nascondere una certa arroganza — come il concorso per soli titoli fosse incostituzionale. Punto.
Ma non è così. Si tratta di una vergognosa scelta politica. Nulla di più. Il D.P.R.487/1994, infatti, senza mezzi termini, afferma che l’assunzione agli impieghi delle amministrazioni pubbliche avviene per concorso pubblico aperto a tutti per esami, per titoli, per titoli ed esami e per corso — concorso’. L’ennesima occasione sprecata per ridare dignità a una categoria professionale, quella dei docenti tutti, e per evitare lo spreco di ingenti risorse pubbliche che un concorso nazionale inevitabilmente comporta.