Contro l’AIDS serve una campagna permanente di informazione e prevenzione

Il 1° dicem­bre ricor­re ogni anno la Gior­na­ta mon­dia­le con­tro l’AIDS. In Ita­lia sono cir­ca 4mila le nuo­ve dia­gno­si annue, con un trend sta­bi­le negli ulti­mi 5 anni, e un incre­men­to nel­la fascia d’età 25–29.

Nono­stan­te ciò, il tema dell’informazione e del­la pre­ven­zio­ne del­le malat­tie ses­sual­men­te tra­smis­si­bi­li resta un gran­de tabù nel nostro Pae­se. Le nuo­ve gene­ra­zio­ni non han­no modo di avvi­ci­nar­si in manie­ra con­sa­pe­vo­le alla ses­sua­li­tà per­ché man­ca­no per­cor­si for­ma­ti­vi su que­sti temi, che sono ban­di­ti dal­le nostre scuole.

Sono que­stio­ni che, come abbia­mo riba­di­to nel Mani­fe­sto di Pos­si­bi­le, “il dibat­ti­to pub­bli­co nega com­ple­ta­men­te, di cui non sen­ti­re­mo mai par­la­re nei talk-show, e che però toc­ca­no quo­ti­dia­na­men­te la sfe­ra più inti­ma e pri­va­ta di cia­scu­na per­so­na: quel­la che ha a che fare con la pro­pria iden­ti­tà, con il rap­por­to con il pro­prio cor­po, con la sfe­ra del­la ses­sua­li­tà tut­ta”.

Nel silen­zio gene­ra­le del­la poli­ti­ca e di fron­te ad inter­ven­ti poco inci­si­vi del­lo stes­so Mini­ste­ro del­la Salu­te, che negli ulti­mi anni ha stan­zia­to cifre irri­so­rie per le cam­pa­gne di sen­si­bi­liz­za­zio­ne e pre­ven­zio­ne, cre­dia­mo che ser­va uno sfor­zo mag­gio­re sia in ter­mi­ni eco­no­mi­ci sia cul­tu­ra­li per infor­ma­re e pre­ve­ni­re, e per effet­tua­re un lavo­ro pro­fon­do che argi­ni i feno­me­ni di mar­gi­na­liz­za­zio­ne socia­le del­le per­so­ne affet­te dal­le malat­tie ses­sual­men­te tra­smis­si­bi­li. Per evi­ta­re di tra­sfor­ma­re anche le per­so­ne in tabù, in una comu­ni­tà di invi­si­bi­li. Addi­rit­tu­ra, quest’anno non ci sarà alcun mes­sag­gio isti­tu­zio­na­le del Mini­ste­ro duran­te la gior­na­ta mon­dia­le con­tro l’AIDS, come ripor­ta Simo­ne Alli­va su l’Espresso onli­ne.

Dob­bia­mo rin­gra­zia­re l’impegno del­le asso­cia­zio­ni che nei ter­ri­to­ri svol­go­no un lavo­ro costan­te e costrui­sco­no una cul­tu­ra dell’informazione pro­muo­ven­do cam­pa­gne sul­la pre­ven­zio­ne, per­cor­si di accom­pa­gna­men­to per le per­so­ne inte­res­sa­te dal­le malat­tie ses­sual­men­te tra­smis­si­bi­li e momen­ti che ser­va­no a sman­tel­la­re ste­reo­ti­pi e pre­giu­di­zi nei riguar­di del­le per­so­ne sie­ro­po­si­ti­ve per libe­rar­le dal­lo stig­ma socia­le che gra­va su di loro.

Come Pos­si­bi­le LGBTI+ soste­nia­mo la bat­ta­glia per l’introduzione dell’educazione alle dif­fe­ren­ze, all’affettività e alla ses­sua­li­tà libe­ra e con­sa­pe­vo­le nel­le scuo­le di ogni ordi­ne e gra­do. Per­cor­si che sia­no in gra­do anche di sen­si­bi­liz­za­re sui temi del­le malat­tie ses­sual­men­te tra­smis­si­bi­li e sul­le moda­li­tà per pre­ve­nir­le. Pro­prio per que­sto rite­nia­mo che all’interno di una stra­te­gia nazio­na­le su que­sti temi deb­ba tro­va­re spa­zio la distri­bu­zio­ne di con­trac­cet­ti­vi e pre­ser­va­ti­vi gra­tis agli under 30, che rap­pre­sen­ta­no la fascia più col­pi­ta dal­le nuo­ve infe­zio­ni. E che sia neces­sa­rio svi­lup­pa­re, come avvie­ne in qua­si tut­ti i Pae­si occi­den­ta­li, infor­ma­zio­ne, dif­fu­sio­ne e faci­li­tà di acces­so dei nuo­vi meto­di di pre­ven­zio­ne, come la PrEP (“Pro­fi­las­si pre espo­si­zio­ne HIV”), che ha abbat­tu­to le nuo­ve infe­zio­ni nel­le mag­gio­ri capi­ta­li europee.

Svi­lup­po tec­no­lo­gi­co, infor­ma­zio­ne e lot­ta allo stig­ma sono i tre capi­sal­di che rite­nia­mo ugual­men­te fon­da­men­ta­li per la rapi­da scon­fit­ta del­l’­HIV. Rite­nia­mo che il lavo­ro del­le asso­cia­zio­ni deb­ba esse­re sup­por­ta­to e affian­ca­to da una poli­ti­ca con­sa­pe­vo­le e atten­ta, che met­ta risor­se, intel­li­gen­ze e mez­zi a dispo­si­zio­ne di que­sta bat­ta­glia. Accan­to­nan­do ipo­cri­te timi­dez­ze che tra­di­sco­no ses­suo­fo­bia e con­ser­va­to­ri­smo, così come le pre­oc­cu­pan­ti poli­ti­che oscu­ran­ti­ste di que­sto gover­no, di fron­te a una que­stio­ne fon­da­men­ta­le per la salu­te, il benes­se­re e la vita di così tan­te per­so­ne, spes­so mol­to giovani.

AIUTACI a scrivere altri articoli come quello che hai appena letto con una donazione e con il 2x1000 nella dichiarazione dei redditi aggiungendo il codice S36 nell'apposito riquadro dedicato ai partiti politici.

Se ancora non la ricevi, puoi registrarti alla nostra newsletter.
Partecipa anche tu!

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Congresso 2024: regolamento congressuale

Il con­gres­so 2024 di Pos­si­bi­le si apre oggi 5 apri­le: dif­fon­dia­mo in alle­ga­to il rego­la­men­to con­gres­sua­le ela­bo­ra­to dal Comi­ta­to Organizzativo.

Il salario. Minimo, indispensabile. Una proposta di legge possibile.

Già nel 2018 Pos­si­bi­le ha pre­sen­ta­to una pro­po­sta di leg­ge sul sala­rio mini­mo. In quel­la pro­po­sta, l’introduzione di un sala­rio mini­mo lega­le, che rico­no­sces­se ai mini­mi tabel­la­ri un valo­re lega­le erga omnes quan­do que­sti fos­se­ro al di sopra del­la soglia sta­bi­li­ta, for­ni­va una inno­va­ti­va inter­pre­ta­zio­ne del­lo stru­men­to, sino a quel tem­po bloc­ca­to dal timo­re di ero­de­re pote­re con­trat­tua­le ai sin­da­ca­ti. Il testo del 2018 è sta­to riscrit­to e miglio­ra­to in alcu­ni dispo­si­ti­vi ed è pron­to per diven­ta­re una pro­po­sta di leg­ge di ini­zia­ti­va popolare.

500.000 firme per la cannabis: la politica si è piantata? Noi siamo per piantarla e mobilitarci.

500.000 fir­me per toglie­re risor­se e giro d’affari alle mafie, per garan­ti­re la qua­li­tà e la sicu­rez­za di cosa vie­ne ven­du­to e con­su­ma­to, per met­te­re la paro­la fine a una cri­mi­na­liz­za­zio­ne e a un proi­bi­zio­ni­smo che non han­no por­ta­to a nes­sun risul­ta­to. La can­na­bis non è una que­stio­ne secon­da­ria o risi­bi­le, ma un tema serio che riguar­da milio­ni di italiani.

Possibile per il Referendum sulla Cannabis

La can­na­bis riguar­da 5 milio­ni di con­su­ma­to­ri, secon­do alcu­ni addi­rit­tu­ra 6, mol­ti dei qua­li sono con­su­ma­to­ri di lun­go cor­so che ne fan­no un uso mol­to con­sa­pe­vo­le, non peri­co­lo­so per la società.
Pre­pa­ra­te lo SPID! Sarà una cam­pa­gna bre­vis­si­ma, dif­fi­ci­le, per cui ser­vi­rà tut­to il vostro aiu­to. Ma si può fare. Ed è giu­sto provarci.

Corridoi umanitari per chi fugge dall’Afghanistan, senza perdere tempo o fare propaganda

La prio­ri­tà deve esse­re met­te­re al sicu­ro le per­so­ne e non può esse­re mes­sa in discus­sio­ne da rim­pal­li tra pae­si euro­pei. Il dirit­to d’asilo è un dirit­to che in nes­sun caso può esse­re sot­to­po­sto a “vin­co­li quan­ti­ta­ti­vi”. Ser­vo­no cor­ri­doi uma­ni­ta­ri, e cioè vie d’accesso sicu­re, lega­li, tra­spa­ren­ti attra­ver­so cui eva­cua­re più per­so­ne possibili. 

I padroni dicono di no a tutto. E per questo scioperiamo.

La stra­te­gia del capi­ta­li­smo è quel­la di ato­miz­za­re le riven­di­ca­zio­ni, met­ter­ci gli uni con­tro gli altri, indi­vi­dua­re un nemi­co invi­si­bi­le su cui svia­re l’attenzione, sosti­tui­re la lot­ta col­let­ti­va con tan­te lot­te indi­vi­dua­li che, pro­prio per que­sto, sono più debo­li e più faci­li da met­te­re a tacere.
Ma la gran­de par­te­ci­pa­zio­ne allo scio­pe­ro del 13 dicem­bre dimo­stra che la dimen­sio­ne col­let­ti­va del­la nostra lot­ta, del­le nostre riven­di­ca­zio­ni, non è perduta.