“Ciao, sono Fabio di Napoli.
Scrivo perché in questo momento quasi nessun partito politico sta facendo nulla per chi, come me, si trova in mobilità internazionale e non sa davvero come comportarsi.
Non ci arrivano informazioni né dal Governo né dall’UE. Siamo stati lasciati soli a noi stessi.
Anche se volessimo tornare e metterci in quarantena non potremmo poiché molte nazioni non hanno collegamenti diretti con l’Italia e, se ci sono, costano più di 400€.
Nessuno parla di noi, ci siamo ma siamo invisibili.
Ancora una volta chi va via per acquisire conoscenze e tornare con maggior cultura viene lasciato da solo nei momenti di difficoltà.
Spero tu possa leggere e magari portare in risalto questa situazione.”
È uno dei messaggi che ci è arrivato, oggi, su una situazione che riguarda decine di migliaia di persone: Italiani all’estero per un periodo temporaneo, che in un momento come questo rischiano di rimanere bloccati fuori dai confini nazionali. Sono 47.000 solo le studentesse e gli studenti Erasmus partiti quest’anno, cui vanno aggiunti dottorandi, lavoratori stagionali e tutte le persone che – mentre il virus inizia a diffondersi in tutti i paesi europei – cercano di tornare a casa. È di pochi minuti fa la notizia che Bruxelles ha invitato tutte le università europee a sospendere i «viaggi all’estero o in Italia se non per comprovate esigenze di lavoro, situazioni di necessità o motivi di salute» (di fatto non consentendo nuove mobilità Erasmus per i prossimi mesi).
E se sembra risolta la questione della modifica dei piani di studi (tutti i diretti interessati potranno invocare la «clausola di forza maggiore» per cambiare i loro piani e sostenere gli esami qui in Italia, dopo aver fatto ritorno), rimane da affrontare la situazione di chi in queste ore sta cercando di tornare in Italia, dovendo fare i conti con costi altissimi dovuti alla scarsità dei trasporti o con i blocchi della maggioranza dei voli aerei.
Una questione grave, complicata dal fatto che molti di loro rischiano di perdere l’alloggio, se le università straniere decideranno – come sta iniziando ad avvenire qui in Italia, con tutti i disagi del caso – di agire sugli studentati per diminuire le possibilità di contagio.
Chiediamo al governo di attivarsi immediatamente e facilitare il ritorno a casa per chi si trova all’estero e vuole tornare in Italia, con un contributo sui prezzi dei biglietti aerei o attivando dei collegamenti appositi, come fu fatto a inizio febbraio per le persone che si trovavano a Wuhan.
I nostri concittadini all’estero non devono essere lasciati soli.