Cosa avremmo potuto fare con 55 milioni di euro?

Cosa avrem­mo potu­to fare con 55 milio­ni di euro?

Che so. Dimez­za­re i tagli alla scuo­la (160 milio­ni di euro) con­fer­ma­ti nel­la Leg­ge di Bilan­cio 2018 dal Gover­no Gen­ti­lo­ni? Riat­ti­va­re gli incen­ti­vi alla rimo­zio­ne del­le coper­tu­re in amian­to dal­le scuo­le, come richie­sto dal­la peti­zio­ne “#bastaa­mian­to”, e con­tri­bui­re a ridur­re la spa­ven­to­sa inci­den­za di vit­ti­me da espo­si­zio­ne all’a­mian­to (sti­ma­te dal­le 3 alle 6 mila nei pros­si­mi anni) e nel con­tem­po acce­le­ra­re il pro­ces­so di usci­ta dal­le fon­ti fos­si­li inqui­nan­ti?

Pur­trop­po no: con Sen­ten­za del­la Cor­te Euro­pea di Giu­sti­zia (Pri­ma sezio­ne) del 31 mag­gio 2018[1] l’I­ta­lia dovrà paga­re una san­zio­ne di 25 milio­ni più 30 milio­ni di euro, per ogni sei mesi di ritar­do, per non ave­re com­ple­ta­to le fogne e i depu­ra­to­ri di 74 cit­tà, soprat­tut­to in Sicilia.

E que­sto dopo che, già nel 2012, la stes­sa Cor­te di Giu­sti­zia Euro­pea ave­va accer­ta­to che la Repub­bli­ca ita­lia­na, che avreb­be dovu­to con­for­mar­si entro l’an­no 2000 alle pre­scri­zio­ni del­la diret­ti­va 91/71 con­cer­nen­te il trat­ta­men­to del­le acque reflue urba­ne, risul­ta­va anco­ra sprov­vi­sta di reti fogna­rie per la rac­col­ta o di siste­mi di trat­ta­men­to del­le acque reflue in ben 109 cen­tri abi­ta­ti, com­mi­nan­do­le una san­zio­ne di più del dop­pio di quel­la attua­le, e con­ce­den­do una ulte­rio­re data entro la qua­le l’Italia avreb­be dovu­to met­ter­si in rego­la: l’11 feb­bra­io 2016.

La data con­ces­sa è pas­sa­ta, le cit­tà sen­za fogne o depu­ra­to­re sono sce­se da 109 a 74 ma l’Italia è anco­ra fuo­ri­leg­ge e la Com­mis­sio­ne Ue di Bru­xel­les non ha potu­to far altro che segna­la­re il per­ma­ne­re del­l’i­na­dem­pien­za e ai giu­di­ci del­la Cor­te, non è rima­sto altro da fare che irro­ga­re la san­zio­ne, dimez­za­ta per aver comun­que risol­to (o avvia­to a solu­zio­ne) alme­no 74 del­le cri­ti­ci­tà segna­la­te, dopo un ina­dem­pi­men­to dura­to qua­si 6 anni: 6 anni in cui l’as­sen­za, il mal­fun­zio­na­men­to o l’in­suf­fi­cien­za di siste­mi di rac­col­ta o di trat­ta­men­to del­le acque reflue urba­ne han­no con­ti­nua­to ( e con­ti­nua­no) ad arre­ca­re gra­ve pre­giu­di­zio all’am­bien­te! A tut­ti e tut­te noi, per capirci!

I cen­tri abi­ta­ti con­dan­na­ti dal­l’Eu­ro­pa per il man­ca­to trat­ta­men­to o depu­ra­zio­ne del­le acque reflue urba­ne, sono situa­ti in varie regio­ni ita­lia­ne, e lo sta­to di attua­zio­ne dei 124 inter­ven­ti pre­vi­sti risul­ta il seguen­te: Abruz­zo, 1 inter­ven­to (ulti­ma­to); Ligu­ria, 2 cit­tà e 2 inter­ven­ti (2 in cor­so); Friu­li Vene­zia Giu­lia, 2 cit­tà e 2 inter­ven­ti (1 in cor­so, 1 ulti­ma­to); Puglia, 3 cit­tà e 5 inter­ven­ti (4 in cor­so, 1 da avvia­re); Cam­pa­nia, 6 cit­tà e 9 inter­ven­ti (6 in cor­so, 3 da avvia­re); Cala­bria, 13 cit­tà e 16 inter­ven­ti (5 in cor­so, 10 da avvia­re, 1 ulti­ma­to); Sici­lia, 48 cit­tà e 89 inter­ven­ti (7 in cor­so, 79 da avvia­re, 3 ultimati).

L’Eu­ro­pa atten­ta all’am­bien­te e che difen­de la salu­te dei cit­ta­di­ni si scon­tra con l’in­ca­pa­ci­tà e l’i­na­dem­pien­za tut­ta ita­lia­na di met­te­re un fre­no alla mala­de­pu­ra­zio­ne. Un’e­mer­gen­za che nel nostro Pae­se con­ti­nua ad esse­re irri­sol­ta. Nono­stan­te il tem­po che ci è sta­to con­ces­so per met­ter­ci a nor­ma e gli avver­ti­men­ti arri­va­ti dal­l’Eu­ro­pa, sono anco­ra oltre 100 i nostri cen­tri non a nor­ma dal pun­to di vista del­la rete fogna­ria o dei siste­mi di trat­ta­men­to del­le acque reflue.

Fac­cia­mo pie­na­men­te nostra que­sta dichia­ra­zio­ne rila­scia­ta al Sole24Ore[2] da Ros­sel­la Muro­ni, depu­ta­ta di LeU ed ex pre­si­den­te del­la Legam­bien­te, e chie­dia­mo sin d’o­ra al nuo­vo Mini­stro del­l’Am­bien­te Ser­gio Costa, di impron­ta­re l’a­zio­ne del suo mini­ste­ro non limi­tan­do­si solo a for­me di con­trol­lo o a nomi­ne di com­mis­sa­ri (tra apri­le 2015 e luglio 2016 con 14 decre­ti del­la Pre­si­den­za del Con­si­gli dei Mini­stri sono sta­ti nomi­na­ti com­ples­si­va­men­te 6 com­mis­sa­ri straor­di­na­ri per 94 inter­ven­ti!) ma ad atti­va­re azio­ni pre­ven­ti­ve e stra­te­gi­che tali da por­ta­re ad avvia­re tut­ti gli inter­ven­ti anco­ra fer­mi, e por­tar­li a com­pi­men­to in tem­pi rapi­di e cer­ti, anche in base ai cro­no­pro­gram­mi di ade­gua­men­to che pre­ve­do­no la mes­sa a nor­ma degli agglo­me­ra­ti ogget­to del­la cau­sa alla Cor­te Euro­pea, entro il 2022–23.

Ma la situa­zio­ne resta gra­ve, per­ché nono­stan­te le risor­se finan­zia­rie del Gover­no copra­no tut­ti gli inter­ven­ti pre­vi­sti, la gover­nan­ce del siste­ma idri­co in Ita­lia è anco­ra carat­te­riz­za­ta dal­la par­cel­liz­za­zio­ne in miria­di di gestio­ni in eco­no­mia da par­te dei sin­go­li comu­ni o con­sor­zi di comu­ni, e dei 124 inter­ven­ti pro­gram­ma­ti e già finan­zia­ti per un impor­to com­ples­si­vo di 1,8 miliar­di, cir­ca 83 inter­ven­ti sono gesti­ti dal 2017 da un com­mis­sa­rio (final­men­te) uni­co, ma 41 inter­ven­ti resta­no anco­ra in capo a comu­ni, con­sor­zi, regio­ni e altri enti, con situa­zio­ni, soprat­tut­to nel­le Regio­ni del Sud Ita­lia, da moni­to­ra­re con atten­zio­ne costante.

Atten­zio­ne che non va esau­ri­ta con la rea­liz­za­zio­ne degli impian­ti, ma este­sa alla loro gestio­ne e manu­ten­zio­ne, uni­ca garan­zia con­tro futu­re san­zio­ni e soprat­tut­to per la tute­la del­la salu­te del­le per­so­ne e del­l’am­bien­te in cui viviamo.

Esi­ste ed occor­re occu­par­si da subi­to, quin­di, del pro­ble­ma del­la gestio­ne dei “fan­ghi di depu­ra­zio­ne” ovve­ro di quei resi­dui deri­van­ti pro­prio dal trat­ta­men­to del­le acque reflue negli impian­ti di depu­ra­zio­ne per non pas­sa­re dal­le mul­te sul­la depu­ra­zio­ne a quel­le sui fanghi!

C’è infat­ti un tema aper­to, una boz­za di decre­to con il qua­le l’Italia deve deci­de­re come pos­sa­no esse­re riu­ti­liz­za­ti o smal­ti­ti. Una que­stio­ne fon­da­men­ta­le per la qua­le auspi­chia­mo che ven­ga­no indi­riz­za­te le scel­te ver­so le miglio­ri tec­no­lo­gie attual­men­te dispo­ni­bi­li, nel­l’ot­ti­ca del­l’e­co­no­mia cir­co­la­re, del­l’in­no­va­zio­ne e del­la mas­si­ma tute­la del­l’am­bien­te.

Chie­dia­mo al neo Mini­stro di anno­tar­si tra le prio­ri­tà anche que­sto decre­to e, soprat­tut­to, di affron­ta­re il suo ruo­lo comin­cian­do a pen­sa­re a cosa fare oggi per evi­ta­re di tro­var­ci doma­ni a paga­re mul­te anche per que­sto per­ché, tor­nan­do al tito­lo, oggi avrem­mo volu­to chie­der­ci: cosa pos­sia­mo fare con 55 milio­ni di euro?

 

[1] «Ina­dem­pi­men­to di uno Sta­to – Rac­col­ta e trat­ta­men­to del­le acque reflue urba­ne – Diret­ti­va 91/271/CEE – Arti­co­li 3, 4 e 10 – Sen­ten­za del­la Cor­te che con­sta­ta un ina­dem­pi­men­to – Man­ca­ta ese­cu­zio­ne – Arti­co­lo 260, para­gra­fo 2, TFUE – San­zio­ni pecu­nia­rie – Pena­li­tà e som­ma forfettaria»

[2] http://www.ilsole24ore.com/“Maximulta euro­pea per le cit­tà sen­za depu­ra­to­re: ecco le regio­ni in ritar­do” di Jaco­po Gili­ber­to 31 mag­gio 2018

AIUTACI a scrivere altri articoli come quello che hai appena letto con una donazione e con il 2x1000 nella dichiarazione dei redditi aggiungendo il codice S36 nell'apposito riquadro dedicato ai partiti politici.

Se ancora non la ricevi, puoi registrarti alla nostra newsletter.
Partecipa anche tu!

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Congresso 2024: regolamento congressuale

Il con­gres­so 2024 di Pos­si­bi­le si apre oggi 5 apri­le: dif­fon­dia­mo in alle­ga­to il rego­la­men­to con­gres­sua­le ela­bo­ra­to dal Comi­ta­to Organizzativo.

Il salario. Minimo, indispensabile. Una proposta di legge possibile.

Già nel 2018 Pos­si­bi­le ha pre­sen­ta­to una pro­po­sta di leg­ge sul sala­rio mini­mo. In quel­la pro­po­sta, l’introduzione di un sala­rio mini­mo lega­le, che rico­no­sces­se ai mini­mi tabel­la­ri un valo­re lega­le erga omnes quan­do que­sti fos­se­ro al di sopra del­la soglia sta­bi­li­ta, for­ni­va una inno­va­ti­va inter­pre­ta­zio­ne del­lo stru­men­to, sino a quel tem­po bloc­ca­to dal timo­re di ero­de­re pote­re con­trat­tua­le ai sin­da­ca­ti. Il testo del 2018 è sta­to riscrit­to e miglio­ra­to in alcu­ni dispo­si­ti­vi ed è pron­to per diven­ta­re una pro­po­sta di leg­ge di ini­zia­ti­va popolare.

500.000 firme per la cannabis: la politica si è piantata? Noi siamo per piantarla e mobilitarci.

500.000 fir­me per toglie­re risor­se e giro d’affari alle mafie, per garan­ti­re la qua­li­tà e la sicu­rez­za di cosa vie­ne ven­du­to e con­su­ma­to, per met­te­re la paro­la fine a una cri­mi­na­liz­za­zio­ne e a un proi­bi­zio­ni­smo che non han­no por­ta­to a nes­sun risul­ta­to. La can­na­bis non è una que­stio­ne secon­da­ria o risi­bi­le, ma un tema serio che riguar­da milio­ni di italiani.

Possibile per il Referendum sulla Cannabis

La can­na­bis riguar­da 5 milio­ni di con­su­ma­to­ri, secon­do alcu­ni addi­rit­tu­ra 6, mol­ti dei qua­li sono con­su­ma­to­ri di lun­go cor­so che ne fan­no un uso mol­to con­sa­pe­vo­le, non peri­co­lo­so per la società.
Pre­pa­ra­te lo SPID! Sarà una cam­pa­gna bre­vis­si­ma, dif­fi­ci­le, per cui ser­vi­rà tut­to il vostro aiu­to. Ma si può fare. Ed è giu­sto provarci.

Corridoi umanitari per chi fugge dall’Afghanistan, senza perdere tempo o fare propaganda

La prio­ri­tà deve esse­re met­te­re al sicu­ro le per­so­ne e non può esse­re mes­sa in discus­sio­ne da rim­pal­li tra pae­si euro­pei. Il dirit­to d’asilo è un dirit­to che in nes­sun caso può esse­re sot­to­po­sto a “vin­co­li quan­ti­ta­ti­vi”. Ser­vo­no cor­ri­doi uma­ni­ta­ri, e cioè vie d’accesso sicu­re, lega­li, tra­spa­ren­ti attra­ver­so cui eva­cua­re più per­so­ne possibili. 

Riforma Bernini del sistema universitario: mobilitiamoci

Avrai pro­ba­bil­men­te sen­ti­to par­la­re del­la rifor­ma del siste­ma uni­ver­si­ta­rio volu­ta dal­la mini­stra Ber­ni­ni e dal mini­ste­ro del­la ricer­ca. Come saprai, seb­be­ne la rifor­ma nasca come

Udine, 14 ottobre: in piazza per la Palestina

Abbia­mo appre­so con delu­sio­ne la scel­ta del Sin­da­co di Udi­ne di con­ce­de­re il patro­ci­nio, pre­ce­den­te­men­te nega­to, alla par­ti­ta Ita­lia — Israe­le che si dispu­te­rà a