Cronache di una giornata antifascista

Quando qualcuno dice "preferisco essere licenziato che avere a che fare con Casa Pound", significa che la Resistenza è ancora qui

[vc_row][vc_column][vc_column_text]Ieri a Bolo­gna han­no sgom­be­ra­to una piaz­za pie­na di per­so­ne sedu­te per ter­ra per far posto al comi­zio di un fasci­sta. Quel­lo che è sta­to per anni il sin­da­co di Tori­no, Pie­ro Fas­si­no, ha dichia­ra­to che “È inac­cet­ta­bi­le com­pie­re azio­ni vio­len­te riven­di­can­do­le come azio­ni di Resi­sten­za”, per­fet­ta­men­te in linea con le dichia­ra­zio­ni di Sal­vi­ni: “Chi usa la vio­len­za per fare poli­ti­ca è un fuo­ri­leg­ge”. Fas­si­no dovreb­be fare il con­si­glie­re comu­na­le qui a Tori­no, ma fa il can­di­da­to par­la­men­ta­re in Emi­lia, for­se per­ché fare il con­si­glie­re di mino­ran­za è meno inte­res­san­te che fare il sin­da­co. E difen­de­re il comi­zio di una for­ma­zio­ne fasci­sta come For­za Nuo­va è più inte­res­san­te che far rispet­ta­re le leg­gi del­lo Sta­to, la leg­ge Man­ci­no, la leg­ge Scel­ba, la Costi­tu­zio­ne, che dico­no che For­za Nuo­va dovreb­be esse­re sciol­ta. Inve­ce, il comi­zio c’è sta­to, alla pre­sen­za di una man­cia­ta di fasci­sti che salu­ta­va­no col brac­cio alza­to, men­tre la Bolo­gna anti­fa­sci­sta, mol­to più nume­ro­sa, scen­de­va in piaz­za paci­fi­ca­men­te, riem­pien­do le strade.

Intan­to, qui a Tori­no si è tenu­to un pre­si­dio anti­fa­sci­sta, nel quar­tie­re di San Sal­va­rio, dove ha la sede Casa Pound, che ave­va annun­cia­to una “Pas­seg­gia­ta per la sicu­rez­za”. Per chi non lo sapes­se, que­ste pas­seg­gia­te sono le ron­de di Casa Pound, dove la sicu­rez­za è di cer­to la loro, visto che viag­gia­no accom­pa­gna­ti da uno spie­ga­men­to di for­ze dell’ordine.

Non è la pri­ma vol­ta che il pre­si­dio vie­ne con­vo­ca­to, ma ieri sera c’e­ra più gen­te del soli­to, for­se per­ché si sen­te il biso­gno di mobi­li­tar­si, di fare un pas­so in più, nel­le cit­tà che si riem­pio­no di mani­fe­sti neri (per lo più abu­si­vi) pie­ni di vio­len­za e armi spia­na­te, e di ron­de, e di comi­zi che sono uno scem­pio alla demo­cra­zia, non una sua mani­fe­sta­zio­ne. La “pas­seg­gia­ta” non c’è sta­ta, Casa Pound è rima­sta davan­ti alla pro­pria sede, men­tre il cor­teo anti­fa­sci­sta ha attra­ver­sa­to il quartiere.

Ho pre­so il micro­fo­no solo per dire una cosa, che mi riguar­da da vici­no: ieri sera si sareb­be dovu­to tene­re un con­fron­to sul tema del­la cul­tu­ra, con i can­di­da­ti alle ele­zio­ni poli­ti­che del 4 mar­zo. I rap­pre­sen­tan­ti del PD e di Libe­ri e Ugua­li han­no scel­to di non par­te­ci­pa­re, per­ché ci sareb­be sta­to anche il dele­ga­to di Casa Pound, uno che dà “un giu­di­zio pre­va­len­te­men­te posi­ti­vo sul fasci­smo sto­ri­co”, qua­lun­que cosa que­sto voglia dire, uno che vuo­le rim­pa­tria­re tut­ti i pro­fu­ghi, per­si­no più di quel­li che ci sono effet­ti­va­men­te, ed even­tual­men­te occu­pa­re le coste del­la Libia per riman­dar­li indie­tro. Non si par­te­ci­pa a con­fron­ti con loro, non li si legit­ti­ma in nes­sun modo, anzi, gli è sta­to con­ces­so già fin trop­po spa­zio.

Nel­la pole­mi­ca che è segui­ta, ho potu­to leg­ge­re dichia­ra­zio­ni appas­sio­na­te di chi avreb­be mol­te ragio­ni per esse­re “esa­spe­ra­to”, “sfi­du­cia­to”, “dispe­ra­to” ma non per que­sto è inte­res­sa­to al dia­lo­go con i fasci­sti o si lascia usa­re come pedi­na per rosic­chia­re un po’ di demo­cra­zia a spe­se altrui. Per­so­ne che non han­no biso­gno di nes­su­no che par­li per loro, per­ché non sono cer­to timi­de né man­ca­no di capa­ci­tà di pren­de­re posi­zio­ne, ma che ho volu­to cita­re ieri sera, per­ché quan­do qual­cu­no dice “pre­fe­ri­sco esse­re licen­zia­to che ave­re a che fare con Casa Pound”, signi­fi­ca che la Resi­sten­za è anco­ra qui.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

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