Crotone: la bonifica resta un miraggio, con un progetto pensato da pochi e per pochi

La proposta di Syndial, non osteggiata dalla Regione Calabria, per quel che ci è dato conoscere, non risponde esattamente a un recupero definitivo del territorio né sotto il profilo ambientale, né sotto il profilo dello sviluppo futuro non solo dell’area ex industriale, ma di tutta la città.

Gli sce­na­ri che sem­bra­no pro­fi­lar­si sul­la tan­to sospi­ra­ta boni­fi­ca del Sito di inte­res­se nazio­na­le (SIN) di Cro­to­ne non lascia­no pre­sa­gi­re nul­la di buo­no.

La pro­po­sta di Syn­dial, non osteg­gia­ta dal­la Regio­ne Cala­bria, per quel che ci è dato cono­sce­re, non rispon­de esat­ta­men­te a un recu­pe­ro defi­ni­ti­vo del ter­ri­to­rio né sot­to il pro­fi­lo ambien­ta­le, né sot­to il pro­fi­lo del­lo svi­lup­po futu­ro non solo dell’area ex indu­stria­le, ma di tut­ta la città.

La mes­sa in sicu­rez­za per­ma­nen­te del sito (di que­sto in sostan­za pare trat­tar­si) è cosa diver­sa dal­la boni­fi­ca che ci aspet­ta­va­mo e non è affat­to riso­lu­ti­va. In sostan­za Syndial/Eni è pron­ta a movi­men­ta­re 600mila metri cubi di mate­ria­le, la cui noci­vi­tà è tut­ta un pro­gram­ma a comin­cia­re dal­le temi­bi­li fer­ri­ti di zin­co, per spo­star­le di qual­che metro dal­le disca­ri­che a mare (per libe­ra­re il pae­sag­gio, sigh!)  in “impian­ti di con­fi­na­men­to” che altro non sono che disca­ri­che per rifiu­ti peri­co­lo­si sul sito di Per­tu­so­la, natu­ral­men­te già inqui­na­to di suo. Abban­ca­men­ti di vele­ni quin­di.

Tut­to que­sto per­ché Syn­dial è sem­pre alla ricer­ca di solu­zio­ni mini­ma­li per evi­ta­re costi esor­bi­tan­ti di boni­fi­ca soprat­tut­to quel­li per lo smal­ti­men­to in siti ester­ni. E la cosa peg­gio­re è che per indo­ra­re la pil­lo­la si imma­gi­na di rico­pri­re le col­li­ne che si for­me­ran­no con un bel po’ di ver­de e qual­che albe­ro che ripro­du­ca il tem­pio di Hera Lacinia.

Insom­ma, le guar­de­re­mo green ma saran­no black. E anche dan­ge­rous.

Né boni­fi­ca e né ripri­sti­no del­lo sta­to dei luo­ghi. Solo un ope­ra­zio­ne di maquil­la­ge che tra­di­sce l’ob­bli­go di ripa­ra­re i dan­ni ambien­ta­li e tute­la­re la salu­te dei cit­ta­di­ni.

E non è un caso se Syn­dial avreb­be volu­to non ren­de­re uffi­cia­le il pro­get­to fino alla fir­ma del­l’Ac­cor­do con il Mini­ste­ro del­l’Am­bien­te e gli enti loca­li. Cosa che sta­va per riu­sci­re nel silen­zio gene­ra­le, non fos­se sta­to per un inter­ven­to giornalistico.

Dav­ve­ro non capia­mo come una que­stio­ne così impor­tan­te, ovve­ro la que­stio­ne cro­to­ne­se per eccel­len­za, pos­sa esse­re con­si­de­ra­ta dai nostri rap­pre­sen­tan­ti isti­tu­zio­na­li “roba per pochi o fra pochi”.

Riguar­da la vita di ogni sin­go­lo cit­ta­di­no, anche e soprat­tut­to di quel­li più pic­co­li a cui qual­cu­no avreb­be imma­gi­na­to di rega­la­re per­si­no un bel par­co gio­chi o un asi­lo su quell’area in cui costrui­re col­li­ne con le sco­rie di Eni. Un para­dos­so inac­cet­ta­bi­le e che spe­ria­mo anco­ra si pos­sa scon­giu­ra­re, a meno che la Regio­ne Cala­bria e il Comu­ne di Cro­to­ne, insie­me al Mini­ste­ro dell’ambiente, non abbia­no deci­so di som­ma­re un disa­stro poli­ti­co e socia­le al disa­stro ambientale. 

Per que­sto abbia­mo chie­sto al Sin­da­co di Cro­to­ne, Ugo Puglie­se, e all’as­ses­so­re regio­na­le, Anto­nel­la Riz­zo, di con­vo­ca­re con­giun­ta­men­te, alla pre­sen­za del Com­mis­sa­rio per la boni­fi­ca Eli­sa­bet­ta Bel­li, un’assemblea pub­bli­ca in cui sia data l’opportunità di cono­sce­re e even­tual­men­te inter­lo­qui­re rispet­to a scel­te su cui le isti­tu­zio­ni non pos­so­no imma­gi­na­re di evi­ta­re il con­fron­to con la cittadinanza.

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