Da Angera un messaggio ai governi: meno soldi per le armi

Dal basso dobbiamo convincere i governi a ripensare alla propria strategia. Noi chiediamo che si aumentino i soldi per la sanità, per l’istruzione, per la ricerca, per la cultura e per i salari. Non per le armi.” Se i vertici non sono adeguati, serve che la base glielo faccia presente. È compito di tutte e tutti noi: continuiamo così.

Pub­bli­chia­mo di segui­to un con­tri­bu­to di Milo Mani­ca, asses­so­re di Ange­ra (VA), nel­la con­vin­zio­ne che l’im­pe­gno per la pace e la giu­sti­zia deb­ba esse­re glo­ba­le, deb­ba par­ti­re dal­le isti­tu­zio­ni e pos­sa veni­re anche da noi.

La nostra comu­ni­tà è sem­pre sta­ta accan­to a chi si bat­te per la ridu­zio­ne del­le spe­se mili­ta­ri, il disar­mo nuclea­re, i pro­get­ti di dife­sa civi­le, il pri­ma­to del dirit­to inter­na­zio­na­le (mes­so pesan­te­men­te sot­to attac­co in que­sti mesi da un pez­zo impor­tan­te del­la poli­ti­ca e del­l’in­for­ma­zio­ne, come si vede nel­le rea­zio­ni al bru­ta­le geno­ci­dio anco­ra in cor­so a Gaza) sul­la for­za, nel­la con­vin­zio­ne pro­fon­da che biso­gna dav­ve­ro “ripu­dia­re la guer­ra come mez­zo di riso­lu­zio­ne del­le con­tro­ver­sie internazionali”.

Con­ti­nue­re­mo a esser­lo, sempre.

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Ange­ra (Vare­se). Una cit­tà di cir­ca 5000 abi­tan­ti e tan­to corag­gio per affer­ma­re prin­ci­pi demo­cra­ti­ci e di pace.

Dopo aver rimos­so la cit­ta­di­nan­za ono­ra­ria a Mus­so­li­ni e aver appro­va­to il codi­ce eti­co “Car­ta di Avvi­so Pub­bli­co” per affer­ma­re prin­ci­pi di lega­li­tà, con­ti­nua il per­cor­so in favo­re di un pro­ces­so di edu­ca­zio­ne del­le coscien­ze. Mar­te­dì 10 dicem­bre un cor­teo di 300 per­so­ne ha inva­so il cen­tro del­la cit­tà: alun­ni, docen­ti, asso­cia­zio­ni, cit­ta­di­ni e Ammi­ni­stra­zio­ne Comu­na­le tut­ti in mar­cia per la pace. Un fat­to non scon­ta­to nel­la pro­vin­cia cul­la del­la Lega (Nord) e che alle ulti­me ele­zio­ni euro­pee ha visto Fra­tel­li d’Italia supe­ra­re il 32, 5% del­le preferenze.

L’iniziativa, col­lo­ca­ta nell’ambito del­la 3° Mar­cia mon­dia­le del­la pace e del­la non­vio­len­za, patro­ci­na­ta dal­la Giun­ta Comu­na­le, ha cele­bra­to la Gior­na­ta inter­na­zio­na­le per i dirit­ti uma­ni.

La mani­fe­sta­zio­ne si è con­clu­sa con un gran­de sim­bo­lo del­la pace crea­to coi cor­pi del­le per­so­ne arri­va­te sul lun­go­la­go, cui è segui­ta la sot­to­scri­zio­ne del trat­ta­to per la proi­bi­zio­ne del­le armi nuclea­ri TPNW da par­te del­la Sin­da­ca Mar­cel­la Andro­ni e del­le asso­cia­zio­ni cit­ta­di­ne: un atto che è nor­ma­le con­se­guen­za del voto avve­nu­to lo scor­so 25 novem­bre in Con­si­glio Comu­na­le, con il qua­le la mag­gio­ran­za (lista civi­ca Allea – La nuo­va Ange­ra) ha appog­gia­to la cam­pa­gna ICAN (Inter­na­tio­nal Cam­pai­gn to Abo­lish Nuclear Wea­pons) di Rete Ita­lia­na Pace e Disar­mo, Sen­za­to­mi­ca e Mayors for Peace.

Nel mio discor­so ho denun­cia­to: “Ieri il mini­stro Cro­set­to ha dichia­ra­to che aumen­te­rà anco­ra le spe­se per le armi. Chi gli ha chie­sto que­sta fol­lia? Il mini­ste­ro del­la Dife­sa si sta tra­sfor­man­do di fat­to in un mini­ste­ro del­la Guer­ra.”

Dal bas­so dob­bia­mo con­vin­ce­re i gover­ni a ripen­sa­re alla pro­pria stra­te­gia. Noi chie­dia­mo che si aumen­ti­no i sol­di per la sani­tà, per l’istruzione, per la ricer­ca, per la cul­tu­ra e per i sala­ri. Non per le armi.

Se i ver­ti­ci non sono ade­gua­ti, ser­ve che la base glie­lo fac­cia pre­sen­te. È com­pi­to di tut­te e tut­ti noi: con­ti­nuia­mo così.

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