Dai comuni la mobilitazione per dichiarare lo stato di emergenza climatica

In Italia è stato il Comune di Acri a fare da apripista in tema di dichiarazione dello stato di emergenza climatica, così come si è visto fare nel Regno Unito, partendo dalla città di Nottingham (quella della Foresta) fino al Parlamento.

[vc_row][vc_column][vc_column_text]In Ita­lia è sta­to il Comu­ne di Acri a fare da apri­pi­sta in tema di dichia­ra­zio­ne del­lo sta­to di emer­gen­za cli­ma­ti­ca, così come si è visto fare nel Regno Uni­to, par­ten­do dal­la cit­tà di Not­tin­gham (quel­la del­la Fore­sta) fino al Parlamento.

Ma è dav­ve­ro così impor­tan­te que­sto atto sim­bo­li­co, ser­vi­rà a ricon­dur­re l’at­ten­zio­ne sul­la salu­te del Pia­ne­ta che ci nutre e ci fa vive­re, più o meno in pace, a rida­re un signi­fi­ca­to con­cre­to alla paro­la emer­gen­za, quel­la vera, quel­la che richie­de tut­ti gli sfor­zi del­l’u­ma­ni­tà per cam­bia­re rot­ta #Pri­ma­Del­Di­lu­vio? Pen­sia­mo di sì, una pre­sa di coscien­za è neces­sa­ria e doverosa.

Come dice Anna­li­sa Cor­ra­do, la capo­li­sta di Euro­pa Ver­de nel­la cir­co­scri­zio­ne del­l’I­ta­lia centrale:

Ci vuo­le corag­gio, ci voglio­no scel­te radi­ca­li e soli­de subi­to. Sen­za scon­ti, sen­za media­zio­ni, sen­za dilet­tan­ti­smo.

Il corag­gio lo chie­dia­mo in pri­mis ai comu­ni e ai sin­da­ci, il livel­lo ammi­ni­stra­ti­vo che vive più a stret­to con­tat­to coi cit­ta­di­ni e i loro pro­ble­mi (che sem­pre più spes­so sono lega­ti al clima).

Que­sta la mozio­ne che pote­te pre­sen­ta­re nel vostro comu­ne, per dichia­ra­re l’e­mer­gen­za e soprat­tut­to per ini­zia­re ad affrontarla.

 

Mozione per dichiarare lo stato di Emergenza Climatica

PREMESSO CHE
Il 15 mar­zo scor­so si è tenu­to (così come acca­drà il 24 mag­gio) il ‘Glo­bal Stri­ke for Futu­re’, gior­na­ta di mobi­li­ta­zio­ne mon­dia­le con­tro i cam­bia­men­ti cli­ma­ti­ci pro­mos­sa dal movi­men­to spon­ta­neo dei FFF (Fri­days for Futu­re), ispi­ra­to dal­l’at­ti­vi­sta Gre­ta Thun­berg, che ha visto milio­ni di gio­va­ni sfi­la­re nel­le cit­tà di tut­to il mon­do (mol­tis­si­me quel­le italiane);

La poli­ti­ca non fa abba­stan­za per con­tra­sta­re i cam­bia­men­ti cli­ma­ti­ci in cor­so, quan­do que­sti dovreb­be­ro esse­re la prio­ri­tà nel­l’a­gen­da poli­ti­ca di qual­sia­si gover­no, dal Pre­si­den­te del Con­si­glio fino all’am­mi­ni­stra­to­re del più pic­co­lo dei comuni;

Per ricon­ver­ti­re eco­lo­gi­ca­men­te la nostra eco­no­mia occor­re la par­te­ci­pa­zio­ne di tut­ti, accet­ta­re di modi­fi­ca­re alcu­ne abi­tu­di­ni per non dover­le modi­fi­ca­re tut­te, per­chè i cam­bia­men­ti cli­ma­ti­ci a que­sto por­te­ran­no: un mon­do nuo­vo poco ospi­ta­le per l’uomo;

Occor­re che gover­ni e impre­se adot­ti­no il model­lo del­l’e­co­no­mia cir­co­la­re e intra­pren­da­no poli­ti­che radi­ca­li per ren­de­re le atti­vi­tà uma­ne soste­ni­bi­li sia ambien­tal­men­te che social­men­te, affin­chè l’in­no­va­zio­ne tec­no­lo­gi­ca sia a bene­fi­cio del­la col­le­ti­vi­tà, per tute­la­re i lavo­ra­to­ri e i sog­get­ti debo­li del­la socie­tà, per arre­sta­re lo sfrut­ta­men­to del­le risor­se oltre i limi­ti natu­ra­li di rige­ne­ra­zio­ne e dar­si tem­pi cer­ti per arri­va­re alla com­ple­ta de-car­bo­niz­za­zio­ne del­le fon­ti di ener­gia a favo­re di quel­le rinnovabili.

 

CONSIDERATO CHE

L’ac­cor­do di Pari­gi del 2015, frut­to del­l’in­te­sa rag­giun­ta alla con­fe­ren­za sul cli­ma (COP 21), è entra­to in vigo­re il 4 novem­bre 2016 ed è il pri­mo accor­do uni­ver­sa­le e giu­ri­di­ca­men­te vin­co­lan­te che impe­gna la comu­ni­tà inter­na­zio­na­le a ridur­re le emis­sio­ni di gas ser­ra per arri­va­re, nel­la secon­da par­te del seco­lo ad una tem­pe­ra­tu­ra glo­ba­le di 1,5 °C supe­rio­re ai livel­li pre-industriali;

L’ac­cor­do rico­no­sce il ruo­lo dei sog­get­ti inte­res­sa­ti che non sono par­ti del­l’ac­cor­do nel­l’af­fron­ta­re i cam­bia­men­ti cli­ma­ti­ci, com­pre­se le cit­tà, altri enti a livel­lo sub­na­zio­na­le, la socie­tà civi­le, il set­to­re pri­va­to e altri anco­ra. E che sono invi­ta­ti a: 1) inten­si­fi­ca­re i loro sfor­zi e soste­ne­re le ini­zia­ti­ve vol­te a ridur­re le emis­sio­ni. 2) costrui­re resi­lien­za e ridur­re la vul­ne­ra­bi­li­tà agli effet­ti nega­ti­vi dei cam­bia­men­ti cli­ma­ti­ci. 3) man­te­ne­re e pro­muo­ve­re la coo­pe­ra­zio­ne regio­na­le e internazionale.

 

RICORDATO CHE

Il report del­lo scor­so 8 otto­bre del­l’I­PCC (Inter­go­vern­men­tal Panel on Cli­ma­te Chan­ge) evi­den­zia come la soglia mas­si­ma di sicu­rez­za di aumen­to del­la tem­pe­ra­tu­ra media glo­ba­le (1,5 °C) rischia di esse­re supe­ra­ta nel 2030 se non si inter­ver­rà urgen­te­men­te e che il supe­ra­men­to di tale soglia com­por­te­rà alte­ra­zio­ni cli­ma­ti­che irreversibili.

 

Il Con­si­glio Comunale 

 

DICHIARA sim­bo­li­ca­men­te lo sta­to di Emer­gen­za Cli­ma­ti­ca;

RICONOSCE alla lot­ta ai cam­bia­men­ti cli­ma­ti­ci un ruo­lo prio­ri­ta­rio nel­l’a­gen­da del­l’Am­mi­ni­stra­zio­ne comu­na­le, tenen­do con­to in ogni azio­ne ammi­ni­stra­ti­va o ini­zia­ti­va degli effet­ti che que­sta com­por­ta sul clima;

IMPEGNA l’Am­mi­ni­stra­zio­ne comu­na­le ad atte­ner­si alle diret­ti­ve con­te­nu­te nel­l’ac­cor­do di Pari­gi, con par­ti­co­la­re riguar­do agli inve­sti­men­ti vol­ti a ridur­re le emis­sio­ni di gas serra;

IMPEGNA l’Am­mi­ni­stra­zio­ne comu­na­le ad intra­pren­de­re un dia­lo­go isti­tu­zio­na­le con gli enti gover­na­ti­vi regio­na­li e nazio­na­li, affin­chè si dia con­cre­ta attua­zio­ne a prov­ve­dia­men­ti, su sca­la regio­na­le e nazio­na­le, vol­ti alla lot­ta con­tro i cam­bia­men­ti cli­ma­ti­ci e alla ridu­zio­ne del­le emis­sio­ni di gas ser­ra e del loro assor­bi­men­to;

IMPEGNA l’Am­mi­ni­stra­zio­ne comu­na­le a fare pro­pria l’e­si­gen­za di miglio­ra­re lo sta­to di salu­te del nostro Pia­ne­ta prov­ve­den­do ad infor­ma­re, edu­ca­re e orien­ta­re i cit­ta­di­ni ver­so model­li di con­su­mo soste­ni­bi­li anche tra­mi­te incon­tri ad hoc con la cit­ta­di­nan­za dove si pos­sa impa­ra­re a pro­dur­re meno rifiu­ti, spre­ca­re meno ali­men­ti, spre­ca­re meno acqua e meno ener­gia ed indi­riz­zan­do i cit­ta­di­ni ver­so un uso respon­sa­bi­le del­le risor­se naturali.

PRENDE ATTO che per rag­giun­ge­re una vera ‘rivo­lu­zio­ne ver­de’ occor­re la con­vin­ta par­te­ci­pa­zio­ne di tut­ti, ogni sin­go­lo cit­ta­di­no, per por­re in esse­re azio­ni di con­tra­sto ai cam­bia­men­ti cli­ma­ti­ci, dal­la rac­col­ta dif­fe­ren­zia­ta alla lot­ta ad ogni tipo di spre­co, fino alla modi­fi­ca di abi­tu­di­ni dele­te­rie per l’am­bien­te e per l’uo­mo, a favo­re di com­por­ta­men­ti vir­tuo­si impron­ta­ti alla soste­ni­bi­li­tà ambien­ta­le e sociale.

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

AIUTACI a scrivere altri articoli come quello che hai appena letto con una donazione e con il 2x1000 nella dichiarazione dei redditi aggiungendo il codice S36 nell'apposito riquadro dedicato ai partiti politici.

Se ancora non la ricevi, puoi registrarti alla nostra newsletter.
Partecipa anche tu!

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Congresso 2024: regolamento congressuale

Il con­gres­so 2024 di Pos­si­bi­le si apre oggi 5 apri­le: dif­fon­dia­mo in alle­ga­to il rego­la­men­to con­gres­sua­le ela­bo­ra­to dal Comi­ta­to Organizzativo.

Il salario. Minimo, indispensabile. Una proposta di legge possibile.

Già nel 2018 Pos­si­bi­le ha pre­sen­ta­to una pro­po­sta di leg­ge sul sala­rio mini­mo. In quel­la pro­po­sta, l’introduzione di un sala­rio mini­mo lega­le, che rico­no­sces­se ai mini­mi tabel­la­ri un valo­re lega­le erga omnes quan­do que­sti fos­se­ro al di sopra del­la soglia sta­bi­li­ta, for­ni­va una inno­va­ti­va inter­pre­ta­zio­ne del­lo stru­men­to, sino a quel tem­po bloc­ca­to dal timo­re di ero­de­re pote­re con­trat­tua­le ai sin­da­ca­ti. Il testo del 2018 è sta­to riscrit­to e miglio­ra­to in alcu­ni dispo­si­ti­vi ed è pron­to per diven­ta­re una pro­po­sta di leg­ge di ini­zia­ti­va popolare.

500.000 firme per la cannabis: la politica si è piantata? Noi siamo per piantarla e mobilitarci.

500.000 fir­me per toglie­re risor­se e giro d’affari alle mafie, per garan­ti­re la qua­li­tà e la sicu­rez­za di cosa vie­ne ven­du­to e con­su­ma­to, per met­te­re la paro­la fine a una cri­mi­na­liz­za­zio­ne e a un proi­bi­zio­ni­smo che non han­no por­ta­to a nes­sun risul­ta­to. La can­na­bis non è una que­stio­ne secon­da­ria o risi­bi­le, ma un tema serio che riguar­da milio­ni di italiani.

Possibile per il Referendum sulla Cannabis

La can­na­bis riguar­da 5 milio­ni di con­su­ma­to­ri, secon­do alcu­ni addi­rit­tu­ra 6, mol­ti dei qua­li sono con­su­ma­to­ri di lun­go cor­so che ne fan­no un uso mol­to con­sa­pe­vo­le, non peri­co­lo­so per la società.
Pre­pa­ra­te lo SPID! Sarà una cam­pa­gna bre­vis­si­ma, dif­fi­ci­le, per cui ser­vi­rà tut­to il vostro aiu­to. Ma si può fare. Ed è giu­sto provarci.

Corridoi umanitari per chi fugge dall’Afghanistan, senza perdere tempo o fare propaganda

La prio­ri­tà deve esse­re met­te­re al sicu­ro le per­so­ne e non può esse­re mes­sa in discus­sio­ne da rim­pal­li tra pae­si euro­pei. Il dirit­to d’asilo è un dirit­to che in nes­sun caso può esse­re sot­to­po­sto a “vin­co­li quan­ti­ta­ti­vi”. Ser­vo­no cor­ri­doi uma­ni­ta­ri, e cioè vie d’accesso sicu­re, lega­li, tra­spa­ren­ti attra­ver­so cui eva­cua­re più per­so­ne possibili. 

Riforma Bernini del sistema universitario: mobilitiamoci

Avrai pro­ba­bil­men­te sen­ti­to par­la­re del­la rifor­ma del siste­ma uni­ver­si­ta­rio volu­ta dal­la mini­stra Ber­ni­ni e dal mini­ste­ro del­la ricer­ca. Come saprai, seb­be­ne la rifor­ma nasca come

Udine, 14 ottobre: in piazza per la Palestina

Abbia­mo appre­so con delu­sio­ne la scel­ta del Sin­da­co di Udi­ne di con­ce­de­re il patro­ci­nio, pre­ce­den­te­men­te nega­to, alla par­ti­ta Ita­lia — Israe­le che si dispu­te­rà a